L’Istituto Pertini Anelli Pinto, da sempre aperto ad una visione interculturale della scuola, anche quest’anno ha colto l’opportunità di presentare ai ragazzi la onlus AFS INTERCULTURA che con le sue borse di studio all’estero da tempo promuove valori come l’apertura alle diverse culture e il dialogo tra i popoli.
I due incontri, organizzati come ogni anno dalla prof.ssa Loredana Salvatore, hanno avuto luogo in due giornate, il 21 ottobre la prof.ssa Nadine Nicolai, volontaria per Intercultura, ha incontrato a Castellana gli studenti dell’Anelli e del Pinto mentre il 28 il Presidente del centro Intercultura di Putignano sig. Francesco Palmisano ha incontrato gli studenti del Pertini a Turi. I due ospiti hanno illustrato la storia di questo ente da sempre impegnato nell’attribuzione di borse di studio all’estero per gli studenti desiderosi di mettersi alla prova in realtà completamente diverse dalle proprie. Scopo principale della promozione di questi programmi è proprio quello di far apprezzare ai nostri giovani tutto ciò che ci accomuna ma anche, cosa ben più importante, ciò che ci differenzia da altre culture poiché il multiculturalismo e la sua piena accettazione e valorizzazione concorrono a formare individui più tolleranti e pronti a svolgere un ruolo attivo nella società. Le esperienze all’estero, in contesti considerevolmente diversi da quelli di provenienza e senza l’opportunità di contare sulle abituali figure di riferimento, sono delle sfide che comportano la maturazione di un notevole spirito di adattamento ed una incredibile crescita personale che costituirà un valore aggiunto determinante quando gli studenti faranno scelte relative al mondo lavorativo.
Dapprima coinvolti dalle testimonianze di una borsista eccellente come Samantha Cristoforetti, successivamente gli studenti hanno potuto visionare foto e video relativi a studenti stranieri ospitati dal Pertini e di una studentessa che ha trascorso un semestre all’estero. La parte finale dell’incontro ha visto il sig. Palmisano illustrare tutte le possibilità in merito alla scelta delle destinazioni insieme alle modalità per concorrere all’assegnazione delle borse di studio che hanno come termine ultimo la data del 10 novembre.
L’Ortopedia pugliese è in ottime mani, e in particolar modo l’Ortopedia dell’Ospedale San Giacomo di Monopoli. Il reparto, guidato dall’elevata efficienza professionale del dott. Oronzo De Carolis, è al primo posto in Italia per il trattamento delle fratture di femore entro due giorni dal ricovero, con una percentuale del 99,45% di interventi eseguiti entro le 48 ore. Il grande risultato emerge dai dati definitivi del PNE- Piano Nazionale Esiti del 2023 – relativi all’attività svolta nell’anno 2022 da oltre 690 Ortopedie, pubblicati da AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), analizzando le sedidelle ortopedie italiane ad alto volume, che trattano almeno 150 fratture di femore all’anno.
Il Dott. Oronzo De Carolis, turese, Direttore UOC di Ortopedia e Traumatologia del PO San Giacomo di Monopoli ringrazia tutto il personale dell’ospedale con una lettera che qui riportiamo integralmente: “Gentili colleghi/e e collaboratori/trici, è con grande orgoglio che vi scrivo. Il PNE 2023 proclama ufficialmente ciò che tutti i giorni è sotto i miei occhi: la vostra professionalità e la vostra efficienza. Non è il caso ad averci portato sul podio della classifica delle Ortopedie italiane per la tempestività degli interventi eseguiti sulle fratture di collo femore: è il nostro lavoro, quello che abbiamo costruito insieme, a portare i suoi frutti. La fatica ti restituisce sempre qualcosa. E i team, organizzati e competenti, moltiplicano il risultato. Fiero del lavoro di tutti voi. Ma fiero di onorare il patto più nobile che abbiamo sposato: il paziente. E in questo caso, il paziente fragile e, assai spesso, anziano. Sulla nostra coscienza, abbiamo tante donne e uomini tornati a muoversi, a cui abbiamo restituito indipendenza e dignità. Sono loro la nostra missione. Sono loro la nostra deontologia. E crederci, significa salire sul podio delle eccellenze. Certo di una crescita professionale continua, ringrazio tutti con immensa stima.”
Didascalie foto: 1) il dott. Oronzo De Carolis (al centro) con la sua equipe chirurgica; 2) l’ingresso dell’Ospedale San Giacomo di Monopoli.
Nella serata di venerdì 13 ottobre, in una gremitissima chiesa di Santa Chiara in Turi, si è inaugurato il Ciclo di incontri promosso in occasione del 400° Anniversario della Fondazione del Complesso Monastico delle Clarisse dall’Arciconfraternita del Purgatorio, dall’Associazione “Il Viandante” e dal Centro Studi di Storia e Cultura “Matteo Pugliese”, con il patrocinio gratuito del Comune di Turi. Primo incontro che ha visto in apertura i saluti istituzionali affidati a Michele Troiano Commissario Vescovile dell’Arciconfraternita del Purgatorio e allo scrivente (associato a “Il Viandante”e portavoce del presidente Massimiliano Cacciapaglia). Il presidente del Centro Studi di Storia e Cultura Vitangelo Scisci, poi, ha introdotto i lavori e illustrato la storia del Complesso monastico turese dalle origini ad oggi, facendo riferimento allo studio di Don Pasquale Pirulli pubblicato in varie puntate sui quaderni “Sulletracce”.
L’interessantissimo tema della prima serata è stato: “Nella terra dei Moles. Gli argenti del monastero di Santa Chiara”, in merito al quale è stato chiamato a relazionare con grande dovizia di particolari Giovanni Boraccesi uno dei massimi esperti di argenteria sacra, autore di numerose pubblicazioni scientifiche sull’argomento, nonché restauratore, storico dell’arte e responsabile del Museo didattico di Arte e Storia Sacra – MuDiAS di Rutigliano.
La serata si è rivelata un “unicum” per la nostra Comunità cittadina per quanto concerne l’ambito dell’arte orafa napoletana e delle sue importanti maestranze. Per Boraccesi è stato, invece, un graditissimo ritorno a Santa Chiara a distanza di oltre trent’anni da ché nel 1993 ebbe per la prima volta la possibilità di analizzare l’intero patrimonio delle Clarisse fin lì giuntoci, pubblicando sulla rivista territoriale “Quaderni di Periferia” del 1994 la sua indagine conoscitiva.
In questi ultimi trent’anni, fortunatamente, l’arte orafa e degli argenti si è scrollata di dosso l’etichetta di “arte minore” – come del resto anche la scultura lignea – rispetto all’architettura, alla pittura e alla scultura marmorea su cui ci si focalizzava maggiormente in passato, trascurando l’analisi delle arti minori che di piccolo in realtà, avevano solamente la dimensione dei vari manufatti realizzati. Perché in realtà se si vanno ad analizzare singolarmente gli argenti ci si rende conto di quali capolavori si ha dinanzi. La complessa e scaltrita arte dell’argentiere molto spesso si avvaleva di bozzetti preparatori realizzati da architetti e pittori di fama, che venivano poi traslati sul metallo prezioso che prendeva vita attraverso le varie raffigurazioni ivi cesellate o sbalzate. I manufatti potevano andare da sculture a oggetti e suppellettili liturgiche, di cui una costituenda chiesa si doveva per forza di cose dotare per poter celebrare le funzioni liturgiche. Purtroppo di quello che doveva essere un immenso patrimonio, ci è giunta solamente una parte e pochissimi pezzi di età medievale, sacrificati, ci dicono i documenti, nei territori del Regno di Napoli intorno al 1794 allorquando Ferdinando IV di BorboneRe di Napoli, per far fronte alla crisi economico-finanziaria che si ebbe nel Regno sul finire del ‘700, per poter remunerare il proprio esercito in vista di un imminente avanzamento delle truppe francesi di Napoleone da nord, richiedeva a tutte le chiese del regno la consegna alla “Zecca” dello Stato napoletano, di tutti gli argenti inutilizzati e inservibili, per fonderli e tramutarli in moneta sonante corrente. Per quanto riguarda Turi e il Monastero in oggetto, non sono emersi al momento documenti attestanti la consegna di oggetti da parte delle Clarisse al Regno, ma attraverso un inventario del’800 è stato possibile riscontrare già negli anni ‘90 del secolo scorso la mancanza di diversi oggetti, ascrivibile per lo più al periodo post-unitario in cui la Chiesa divenne preda di spogliazioni da parte della politica anticlericale locale.
Consistente è stato il lavoro preparatorio della conferenza, lavoro che ha portato il sottoscritto e Fabio Zita, guidati dall’esperto Boraccesi, ad individuare ciascun pezzo già analizzato nella ricognizione degli anni ‘90 per fotografarlo minuziosamente in tutte le sue componenti particolari, visibili e meno visibili, aggiornando l’intero archivio fotografico (ormai datato) di quegli anni. La documentazione, poi, è stata oggetto di studio da parte di Boraccesi che in conclusione ha passato in rassegna tutti i pezzi fotografati – otto candelieri, tre croci, un calice, una pisside, due ostensori, due stauroteche, una navicella, una palmatoria, due corone, un fermaglio, la porticella del tabernacolo con chiave – caccia di eventuali elementi sfuggiti alla macchina fotografica, permettendogli di venire a relazionare con cognizione di causa ad una sinora ignara comunità turese. Lo scopo di queste manifestazioni, infatti, è stato sin da subito quello di riaccendere nella nostra comunità la fiammella della riscoperta del proprio patrimonio culturale. Si spera, dunque, – e la nutrita partecipazione ci dà fiducia per il futuro – che l’occasione del “sonante Anniversario” spinga i turesi a riappropriarsi di una considerevole e prestigiosa parte della loro storia, con l’auspicio che lo facciano anche le Istituzioni civili e religiose locali, cooperando all’unisono, sondando tutti i canali istituzionali atti alla captazione di risorse finanziarie in grado di predisporre piani concreti di recupero e restauro oltre che di valorizzazione di tal imprescindibile patrimonio storico culturale della nostra cittadina lasciatoci in consegna dalle Clarisse.
Le “Signore Monache di Turi”, con le cospicue loro rendite fondiarie, acquistavano presso le insigni botteghe napoletane, autentici capolavori di argenteria sacra, i cui pezzi più pregiati spesso corrispondono a particolari donazioni al Monastero da parte delle Badesse provenienti dalla famiglia baronale e dalla piccola aristocrazia turese, dando lustro e prestigio sia all’investitura ricevuta, sia alle famiglie di provenienza la cui visibilità e importanza aumentava all’interno della Comunità.
Pietro Pasciolla
Didascalie foto di Fabio Zita: 1) Navicella della Badessa Moles; 2) Giovanni Boraccesi (seduto) e Vitangelo Scisci; 3) Calice (particolare dell’immagine a sbalzo di Santa Chiara); 4) Il pubblico presente alla conferenza.
Il Comitato cittadino ‘Aree Edificabili – Turi’ annuncia in un comunicato: “Finalmente risolta, in maniera definitiva e positiva, la problematica inerente il valore di mercato delle aree edificabili. L’attuale Amministrazione ha voluto porre la parola fine ad un problema che per anni ha vessato molte famiglie turesi: la determinazione del valore di mercato delle aree edificabili.
La determinazione del valore venale delle aree edificabili assume rilevanza ai fini della tassazione (IMU e TASI) delle aree edificabili. Infatti la quantificazione dell’IMU e della TASI avviene applicando le aliquote, stabilite di anno in anno dal Consiglio Comunale, al valore di mercato determinato per le stesse aree edificabili dal Consiglio Comunale (o dalla Giunta Municipale appositamente delegata). Questo stabiliva e stabilisce la norma ancora in vigore.
Orbene la norma è chiara, purtroppo, ciò che ha fatto nascere la problematica era la giusta determinazione del valore di mercato delle aree edificabili. La problematica nacque nel 2014 con la precedente Amministrazione che, con la compartecipazione di Politecnico, tecnici e società varie determinò, per le aree edificabili, dei valori venali fuori mercato e non esistenti in realtà per gli anni dal 2011 al 2019. Erano valori così assurdi che sviluppavano tasse (IMU e TASI) così alti da superare in pochi anni il valore del bene da tassare. In parole povere, le tasse in pochi anni si mangiavano il bene il cui valore, a seguito della crisi finanziaria e della cementificazione selvaggia turese, aveva subito una notevole svalutazione con conseguente stallo dell’edilizia locale.
Ignoriamo il motivo di tale scelta scellerata, scelta determinata non guardando alla reale situazione del mercato immobiliare turese, come per legge doveva avvenire, bensì determinata dalla folle bramosia di “fare cassa” a man bassa a tutti i costi. Nonostante come Comitato abbiamo sempre chiesto negli anni l’applicazione della norma con logica, coscienza ed equità, la precedente Amministrazione non ha mai voluto ascoltarci, non ha mai voluto mettere in atto gli istituti, già vigenti allora, per evitare o almeno ridurre il contenzioso (accertamento con adesione e reclamo mediazione). La circostanza che ancora oggi, a distanza di anni ci fa ancora male, sono le Loro risatine sotto i baffi quando si evidenziava l’assurdità dei valori venali da Loro determinati. Per dimostrare la bontà delle nostre tesi, si chiedeva Loro di indicarci transazioni e permute di aree edificabili avvenute con valori simili a quelli da loro determinati. La Loro risatina diventava più evidente quando, esasperati e disperati, dicevamo che eravamo pronti a vendere le nostre aree edificabili anche ad un terzo del valore da Loro determinato. Tale assurdo comportamento di chiusura totale, ha provocato negli anni un notevole contenzioso che ha arrecato danni non solo ai contribuenti (batticuore e spese legali), ma anche alle entrate del Comune per mancati introiti e per spese legali. Come dice Papa Francesco la guerra non ha vincitori, ma produce solo macerie per entrambi i contendenti. Questo, purtroppo, è avvenuto. L’attuale Amministrazione ha impiegato del tempo per capire la situazione ed approfondire la problematica, comunque, alla fine ha avuto il coraggio di affrontarla; si è impegnata per trovarne la soluzione, dando ai Funzionari Responsabili degli indirizzi da seguire. Meglio tardi che mai.
Il tutto è avvenuto e si è svolto operando sempre nell’alveo della legalità e rispettando la normativa vigente. La problematica sopra evidenziata riguarda gli anni dal 2012 al 2020. Per caprie come si sono svolti le operazioni di deflazione del contenzioso tributario, occorre distinguere tre periodi. Il primo dal 2020 in poi, periodo per il quale non erano ancora stati determinati i valori venali delle aree edificabili, l’attuale Amministrazione ha abbandonato la valutazione irreale e scellerata avvenuta per gli anni precedenti con la passata Amministrazione. Sono stati ridefiniti e determinati valori venali delle aree edificabili, utilizzando come unici parametri quelli dei valori reali del mercato immobiliare locale, della logica, del buon senso e dell’equità. Sono stati determinati valori di gran lunga inferiori di circa il 55% – 60% rispetto a quelli determinati negli anni precedenti dalla passata Amministrazione. In questo modo si è cercato di porre fine a futuri contenziosi per gli anni a venire. Il secondo dal 2017 al 2019, periodo per cui, pur essendo stati già determinati dalla precedente Amministrazione valori irreali e fuori mercato, ancora non esistevano contenziosi già in atto. Per detto periodo, l’attuale Amministrazione ha messo in atto gli istituti di deflazione del contenzioso tributario (accertamento con adesione e reclamo mediazione), con notevole riduzione dei valori venali delle aree edificabili a suo tempo determinati dalla precedente Amministrazione. Per gli anni 2017 e 2018 i valori sono stati ridotti, in sede di accordo, anche qui di circa il 55% – 60%.
Per il 2019 sono stati ridotti di circa il 65% -70%. Con ciò si è cercato di eliminare del tutto l’insorgere di eventuali futuri contenziosi. Il terzo periodo dal 2012 al 2016, periodo per cui già esistevano contenziosi tributari pendenti. Per questo periodo, l’attuale Amministrazione ha usato gli istituti della definizione agevolata e della conciliazione extragiudiziale agevolata, che hanno contribuito a ridurre, in quantità notevole, il valore venale delle aree edificabili a suo tempo deliberati dalla precedente Amministrazione. La riduzione mediamente è stata del 55% – 58%, in alcuni casi anche un po’ di più. Questi due istituti sono stati messi in atto dall’attuale Amministrazione adottando, prima il Regolamento per la definizione agevolata e la conciliazione agevolata dei contenziosi tributari pendenti (approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 8 del 27/03/2023) e poi attivando la procedura della conciliazione agevolata delle liti tributarie (Deliberazione di Giunta Municipale n. 147 del 27 settembre 2023).
Con l’adozione di questi ultimi atti si è cercato di risolvere definitivamente lo spinoso problema dei contenziosi riguardanti le aree edificabili. Per mancanza di spazio non riportiamo le tabelle con i valori determinati a suo tempo dalla precedente Amministrazione e quelli rettificati e ridotti dall’attuale Amministrazione a seguito di quanto sopra riportato. Ci riserviamo di farlo in una prossima occasione.
Si poteva fare di più?I valori come sopra rideterminati sono lontani da quelli sostenuti dal Comitato? – Brevemente alla prima domanda: Forse sì e, soprattutto per alcune zone i valori sono ancora un poco alti ma, in ogni caso, occorreva chiudere la partita e finirla con il batticuore dei contenziosi, in considerazione che la giustizia tributaria è instabile nelle sue sentenze e va a giorni alterni (ciò che è giusto oggi, può non esserlo domani, ciò che è giusto per un giudice può non esserlo per un altro giudice). In ogni caso, quando si tratta occorre mediare e questo è stato fatto. Non dimentichiamo che qualsiasi accordo è sempre meglio dell’incerto contenzioso. Alla fine della giostra chi non ritiene essere d’accordo è libero di continuare con i ricorsi e le cause. Alla seconda domanda: I valori rideterminati, dal 2019 in poi, non sono lontani da quelli sostenuti dal Comitato (siamo nell’ordine di centesimi o di qualche Euro). Solo per qualche zona del PUG, purtroppo, i valori si discostano in maniera maggiore.
Un doveroso ringraziamento va da parte del Comitato Aree Edificabili a tutti coloro che si sono adoperati per risolvere positivamente tale annosa problematica: all’attuale Sindaco, alla Giunta, al Consiglio Comunale, agli attuali Funzionari Comunali del Settore Tributi (Dott. Filippetti) e dell’Ufficio Tecnico (Arch. Del Rosso) e all’Avvocato Leogrande che ci ha sostenuto e difeso. Infine un sentito ringraziamento va anche a tutti i cittadini che ci sono stati vicini, che ci hanno incoraggiati, ritenendo le nostre tesi giuste, logiche e degne di essere sostenute.Grazie a Tutti.
Come può l’Unione Europea contribuire a rendere le esperienze formative offerte dalla scuola innovative e coinvolgenti? Come può un’esperienza lavorativa essere completamente diversa da quelle normalmente previste dalle scuole nell’ambito dei PCTO? Come può una scuola rinnovarsi e volgere il suo sguardo al futuro? Una scuola che guardi realmente al futuro e che prepari i propri studenti sia a proseguire gli studi nel segmento universitario sia all’inserimento nel mondo del lavoro, può perseguire questa seconda finalità promuovendo iniziative che consentano di vivere esperienze lavorative nell’ambito dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) che possono aiutarli a scoprire quali attività di lavoro gli consentano di esprimere le loro potenzialità e li facciano sentire realizzati. Grazie ai fondi dell’Unione Europea l’Istituto “Pertini Anelli Pinto” ha consentito a 30 suoi studenti di vivere un’esperienza lavorativa della durata di un mese all’estero e in maniera del tutto gratuita.
Nell’ambito del Programma Erasmus+ Azione KA122 MOBILITÀ INDIVIDUALE AI FINI DELL’APPRENDIMENTO-AMBITI VET “ENHANCE the Professional Competences” sono stati organizzati 3 gruppi da 10 unità. Tra la fine dello scorso anno scolastico e l’inizio del nuovo due si sono recati a Galway in Irlanda e a Valencia in Spagna. È partito il primo ottobre l’ultimo gruppo che ha come destinazione la Germania. I ragazzi hanno vissuto un’esperienza dal grandissimo valore formativo: dopo essere stati opportunamente formati dai docenti e dai tutor si sono mossi autonomamente con i mezzi di trasporto per raggiungere il posto di lavoro, hanno imparato a svolgere le diverse mansioni che erano state assegnate loro ed hanno dovuto interagire nella lingua del posto. Hanno sperimentato le difficoltà connesse a qualsiasi contesto lavorativo, per esempio la stanchezza e la difficoltà di lavorare in team dovendo utilizzare come lingua veicolare una lingua che non fosse la loro. Essi, però, hanno anche goduto della soddisfazione derivante dalla consapevolezza di aver lavorato bene e di aver interagito correttamente con tutti. Entusiastici e nostalgici i commenti al ritorno. I ragazzi si sono detti felici dell’opportunità che era stata data loro. La possibilità di andare in futuro a lavorare all’estero li entusiasma e li rende ottimisti rispetto alle prospettive future. Diversi studenti hanno manifestato il desiderio di tornare a lavorare dove sono già stati la prossima estate per perfezionare ulteriormente la lingua e vivere nuove esperienze in vista dell’ultimo anno di scuola. I docenti dell’Istituto si sono alternati come accompagnatori ed hanno espresso anche loro un parere estremamente positivo sul progetto realizzato.
L’IISS “Pertini Anelli Pinto” si sta configurando sempre più come una scuola attenta ad offrire ai propri studenti le migliori opportunità formative. Si è candidato infatti ad altri due progetti Erasmus che, se approvati, permetteranno ad altri suoi studenti di realizzare dei percorsi all’estero. La formula totalmente gratuita di questi progetti permette anche a coloro che normalmente rimarrebbero esclusi da queste esperienze, a causa della disponibilità economica limitata della famiglia, di viverle pienamente.
Maria Rosaria TorchettiResponsabile Comunicazione IISS Pertini Anelli Pinto
L’avvio del ministero del nuovo Arciprete Parroco della Chiesa Matrice di Turi è avvenuto con una solenne concelebrazione eucaristica la sera di lunedì 2 ottobre, festa degli Angeli Custodi. La cerimonia è cominciata con una breve processione dalla Chiesa di San Domenico degli Scolopi all’Assunta, con la partecipazione del Vescovo di Conversano-Monopoli Mons. Giuseppe Favale, il neo Arciprete Don Luciano Rotolo, numerosi Presbiteri, i Diaconi e le tre Confraternite turesi. L’ingresso in Chiesa Madre è stato accolto da un numeroso popolo di fedeli ai quali si sono aggiunti i massimi rappresentanti delle istituzioni civili e militari locali, a cominciare dal Sindaco Tina Resta, e poi anche delegazioni di numerose associazioni e comitati; nelle navate gremite, inoltre, erano presenti numerosi conversanesi: i parenti del nuovo Parroco prima di tutto e poi i parrocchiani del Carmine, dove fino all’altro ieri Don Luciano ha prestato il suo servizio sacerdotale.
Il cerimoniale d’insediamento, all’interno della speciale Messa presieduta dal Vescovo, è proseguito con la lettura da parte del Cancelliere della Curia del verbale di nomina vescovile: “Visti i Canoni 523, 524 del Codice di diritto canonico, tenendo presente la delibera n. 17 della Conferenza Episcopale Italiana in esecuzione del Canone 522, in virtù della mia ordinaria autorità, ti nomino Arciprete Parroco della Parrocchia di Santa Maria Assunta in Turi con tutti i diritti e i doveri annessi all’Ufficio che ti viene affidato per la durata di anni 9… Dato in Conversano il 15 settembre 2023. Giuseppe Favale Vescovo di Conversano-Monopoli”. Poi il saluto di benvenuto del Sindaco, dei parrocchiani accompagnato da un dono; il giuramento da parte del nuovo Parroco previsto dalla proceduta canonica, la professione di fede e le firme al verbale. Tutte procedure stabilite dalle leggi della Chiesa e inserite all’interno del Solenne rito eucaristico le quali hanno sacralizzato, ufficializzato e protocollato la presa di pieno possesso da parte di Don Luciano Rotolo dell’Ufficio di Arciprete-Parroco e quindi di nuova guida della Chiesa di Turi, di nuovo Vicario Zonale.
Nell’Omelia il Vescovo Favale, paragonando se stesso e tutti gli uomini di chiesa agli ‘angeli’ mandati dal Signore a mediare e, soprattutto, a promulgare la Parola di Dio, ha detto tra l’altro: “Carissimo Don Luciano accogliendo l’eredità di Don Giovanni Amodio, di Don Vito Ingellis e di tutti gli altri Pastori continua a custodire questa comunità, falla crescere nella Fede, nella Speranza, nella Carità. Aiuta questa comunità a guardare sempre a Gesù, insieme a te… Ti chiedo di stare accanto a tutti non solo quelli che ti saranno vicini nell’attività pastorale ma anche quelli che saranno indifferenti o tu incontrerai solo qualche volta, fa che tutti possano vedere nel tuo volto il sorriso di Dio… Mettiti con umiltà accanto a tutti e non perché hai tutte le ricette pronte ma perché insieme a loro sarai in ascolto dello Spirito Santo che è la guida invisibile della Chiesa. E ti accompagnino, caro Don Luciano, l’intercessione di Maria, a cui tu sei molto affezionato, come anche coltiva l’amore e la devozione a Sant’Oronzo, pastore della Chiesa…”.
E Don Luciano ha voluto esprimere in modo plateale davanti al popolo di Dio il rispetto verso la devozione della comunità cittadina nei confronti di Sant’Oronzo lasciando il presbiterio per recarsi in ‘pellegrinaggio’ nella Cappella della Reliquia dove, accompagnato dal Presidente del Comitato Feste Patronali Andrea Saffi, ha reso omaggio al Santo dei turesi, benedicendo e baciando il Reliquiario.
Il Sindaco Tina Resta è intervenuta per un saluto di benvenuto al nuovo Arciprete: “Ci siamo visti nell’occasione del viaggio in Salento e della festa di Sant’Oronzo, dove ha potuto percepire come questa nostra città abbia il culto e la venerazione profonda per Sant’Oronzo. Ogni cambiamento porta con sè delle perplessità, delle titubanze, però io dico che Don Luciano starà bene a Turi perché Turi è una bella comunità. L’augurio che le faccio a nome di tutta la comunità, è quello di una buona permanenza a Turi dove non sarà nostro ospite ma un altro cittadino turese”.
Per la Comunità parrocchiale ha preso la parola Gianni Guerra: “Caro Don Luciano, qui trovi una comunità pronta a riprendere il cammino con un nuovo compagno di viaggio, sarai per noi padre-maestro ma anche fratello e col tempo condivideremo sforzi ed iniziative per edificare sempre più la Chiesa ed annunciare il Regno di Dio che è vicino ad ogni uomo. Noi ti assicuriamo la nostra buona volontà, ti offriremo le nostre idee e le nostre tradizioni di popolo cristiano… Don Luciano benvenuto nella tua nuova casa, nella tua nuova famiglia…”.
Prima del termine della solenne funzione, Don Luciano Rotolo è intervenuto per un primo saluto alla sua nuova comunità: “Don Giovanni mi disse: vieni per la festa di Sant’Oronzo, vieni in segreto ma poi mi presentò a tutti facendo ‘cìtte cìtte m’inze a chìazze’. Ma lui è così, vulcanico, dinamico. Ma nella serata della Festa davvero fui coinvolto e travolto dal calore, dalla bellezza, dall’entusiasmo che ho letto sui volti di tutte le persone e soprattutto dei giovani che partecipavano alla Festa del Patrono. Quello è stato il mio ‘battesimo’, un’immersione totale nella vostra realtà cittadina. Questa sera desidero dire grazie, innanzitutto al Signore che, attraverso il Vescovo, ci fa incontrare. Grazie a Sua Eccellenza per la fiducia nella mia persona e a tutti i confratelli sacerdoti e ai diaconi che sono presenti e che mi sostengono in questo nuovo impegno. E grazie ai due confratelli Parroci di Turi che conosco benissimo: Don Nicola D’Onghia e Don Giuseppe Dimaggio, che non sono solo colleghi ma soprattutto amici e questo ci sarà di grande aiuto nel lavoro che faremo insieme in questi anni. Un ringraziamento speciale a Don Giovanni Amodio che fraternamente mi ha accompagnato e saggiamente guidato nella delicata fase del passaggio dopo ben 22 anni vissuti in questa comunità. Don Giovanni ha preparato tutto e curato tutto in questo passaggio non facile. Don Giovanni è un amico fraterno e davvero è stato capace di aiutarmi, di sostenermi in questo avvicendamento”.
E a Don Giovanni Amodio, non presente alla cerimonia, tutti negli interventi prima indicati hanno voluto inviare parole di ringraziamento. In particolar modo Sua Eccellenza il Vescovo Favale, che ha detto: “Ha accolto il mio invito ad andare a servire un’altra porzione della nostra Chiesa diocesana e gli sono grato. È costato a lui ed è costato a voi questo distacco, però è bello nella gioia del servizio ecclesiale vivere questi momenti che non vanno desiderati, chiesti ma accolti nella Fede da parte di chi ha la responsabilità di guidare questa porzione di Chiesa indegnamente come il sottoscritto… Ed è bello quando nell’obbedienza della Fede a Dio che parla attraverso i Pastori si mette la propria vita al servizio della gente”.
L’uscita dalla Chiesa Madre del Vescovo, delle Confraternite e dei Sacerdoti, mentre Don Luciano ai piedi del Presbiterio riceveva amabilmente sorridente il saluto personale dalle Autorità e dalle tante persone comuni, è stata salutata dal suono dell’Inno Pontificio di Charles Gounod eseguito dalla Banda Musicale Cittadina ‘Don Giovanni Cipriani’ dell’Associazione Musicale ‘Maria SS. Ausiliatrice’, e da un dono: un’immaginetta-ricordo con il saluto alla comunità del nuovo Arciprete, a cui anche noi de ‘il paese’ diamo un caloroso benvenuto.
Ho reso omaggio a Gramsci nella cella in cui fu ristretto penosamente per tanti anni. Ricordo bene che in questo carcere fu rinchiuso anche Sandro Pertini e rammento la sua vicinanza a Gramsci in quei momenti drammatici. È un luogo altamente simbolico al quale sono stato contento di poter rendere ancora una volta un tributo di gratitudine e di commozione. È il commento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano trasmesso ai tanti giornalisti che l’attendevano al portone del Carcere di Turi in una soleggiata mattinata del novembre 2011. Il Presidente, in viaggio verso Conversano per un convegno aveva espresso il desiderio di fermarsi nel nostro paese e salire per la seconda volta alla cella di Antonio Gramsci.
Oggi, a pochi giorni dalla scomparsa del Presidente Emerito, quelle parole e quella visita, compiuta in forma privata insieme alla moglie Clio, ritornano alla memoria di chi quell’evento l’ha vissuto da spettatore. Dedicammo la copertina a quella visita innanzitutto perché si trattava del Presidente della Repubblica ma il nostro intento era un altro: sottolineare la singolarità di Turi, cioè di un piccolo Comune fra i tanti della nostra Nazione che ha avuto l’onore della visita di ben due Presidenti: nel 1980 Sandro Pertini, prigioniero insieme a Gramsci e a tanti altri antifascisti negli anni della dittatura, e poi Napolitano. Turi crocevia ideale delle storie di tre grandi esponenti della Sinistra italiana e dell’antifascismo, un riferimento ‘simbolico’ forte agli ideali di libertà che il nostro paese non ha inteso finora ben evidenziare con significative e durature iniziative, anzi respingendone alcune, con grave danno per la nostra comunità.
Ma torniamo al ricordo di quella visita e di quell’uomo di altissima statura politica e morale – stimato da tutti come si è potuto notare durante la cerimonia funebre – riprendendo dal nostro archivio la cronaca che Nicola D’Addabbo – allora giovane collaboratore, oggi affermato architetto in giro per il mondo – ebbe l’incarico di scrivere per ‘il paese’. (Giovanni Lerede)
5 novembre 2011 • Le pagine di cronaca turese sono state piacevolmente sconvolte da un evento che ha valicato i confini comunali ed è riuscito ad attirare l’attenzione dell’Italia intera. Dopo Sandro Pertini, Turi ed i Turesi hanno avuto l’onore di ospitare un altro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. A differenza di Pertini, la cui visita densa di emozioni e ricordi culminò con l’assegnazione della cittadinanza onoraria, il nostro 11° Capo dello Stato si è potuto fermare per soli 15 minuti qui da noi, prima di ripartire alla volta di Conversano per concludere lì i suoi appuntamenti pugliesi, con la manifestazione organizzata per il 90° anniversario dalla scomparsa dell’Onorevole Giuseppe Di Vagno, martire antifascista.
Una sosta breve ma intensa quella turese, che ha avuto come palcoscenico il nostro carcere, definito da Napolitano stesso – molto emozionato – “un luogo altamente simbolico”. Una definizione che ben descrive un crocevia della Storia tra le cui poderose e drammatiche mura ha avuto la (s)fortuna di ospitare due uomini eccellenti come Gramsci e Pertini, vicini di cella dal ’30 al ’32, rinchiusi per le stesse identiche colpe: l’amore per la patria e il desiderio di libertà contro qualsiasi forma di oppressione. Nel 1980, Pertini, durante la sua visita ufficiale da Capo dello Stato, visitò da solo la stessa cella e si sedette commosso sul letto che era stato del suo amico Antonio. E ancora – per un’altra straordinaria casualità del destino – Napolitano stesso nel ’76, durante la sua prima visita a Turi, appena nominato portavoce del Partito Comunista Italiano, incontrò di fronte alla casa di reclusione il “cavallo di razza” della DC, Aldo Moro, durante una campagna elettorale. Uomini ed eroi che hanno cambiato la storia dell’Italia, ai quali si voleva rendere omaggio, il giorno della visita presidenziale, con una piccola mostra fotografica (organizzata dal Centro Studi turesi ‘Aldo Moro’) intitolata “L’Italia democratica nel periodo dal 1950 al 1980”. Una mostra ospitata in una struttura provvisoria, posta di fronte al Monumento ai Caduti. E, infatti, stando al programma, Napolitano avrebbe dovuto apprezzare le foto esposte subito dopo la visita al carcere, tanto che proprio accanto all’ingresso del gazebo si erano assiepati i nostri consiglieri e assessori comunali, desiderosi di poter avvicinare per un attimo il Presidente, in un numero che nemmeno nei più importanti consigli comunali si era mai raggiunto. Gli eventi, però, hanno preso una piega diversa. Napolitano non è andato verso la mostra ma si è inaspettatamente diretto verso un gruppo di alunni festanti, a cui ha regalato sorrisi e strette di mano, mentre gli unici “senior” che sono riusciti ad avvicinarlo sono stati il Sindaco Gigantelli ed il prof. Filomeno, l’ex-Preside della Scuola Media turese (rappresentante del Centro Studi ‘Moro’). Filomeno ha donato un folder contenente tutto il materiale prodotto dalle Poste, con relativo annullo filatelico, presentato a Turi nel 2003 per celebrare l’87° anniversario della nascita dello statista pugliese assassinato dalle Brigate Rosse.
Alla fine tutto è andato per il meglio. Tantissima gente euforica tra la nostra villetta dei Caduti e il carcere. Compreso un pittoresco fuoriprogramma a cura di uno spettatore armato di megafono che ha compiuto un gesto premonitore urlando “Presidente, liberaci da Berlusconi!!”, riconoscendo in Giorgio Napolitano l’unica figura degna di rappresentare l’Italia e gli Italiani. L’unica figura istituzionale in grado di pensare seriamente al nostro ingarbugliato futuro. Già ingarbugliato a cominciare da questo convulso presente.
Nicola D’Addabbo
Didascalie foto: 1) Il Presidente Napolitano e la Direttrice del Carcere nella cella di Gramsci (sito Quirinale); 2) il Presidente Napolitano all’uscita dal Carcere con il sindaco Gigantelli (foto Giovanni Palmisano); 3) il Presidente Napolitano saluta i ragazzi che lo aspettano all’uscita del Carcere (sito Quirinale)
Si è svolto domenica pomeriggio 24 settembre il Primo Memorial “Antonio Gasparro” per ricordare la figura storica di Antonio Gasparro, per 18 anni dal 1993 al 2010 Presidente dell’Associazione Sportiva Pallavolo Turi e poi Presidente Onorario fino al maggio scorso, quando è venuto a mancare.
In tantissimi hanno presenziato la tribuna del Palazzetto dello Sport di Turi, che ha visto il commosso saluto iniziale del Sindaco Tina Resta e dopo il match amichevole tra l’Arrè Formaggi Turi e la Pallavolo Molfetta di serie B maschile, gli interventi dell’amico storico della pallavolo turese Michele Boccardi, del Presidente Fipav Bari avv. Danilo Piscopo, del vice sindaco di Turi Stefano Dell’Aera, tutti improntati sulla grande passione, soprattutto per i giovani, che ha caratterizzato il lungo percorso pallavolistico di Antonio Gasparro.
L’Asd Revolution Pallavolo Turi, organizzatrice del Memorial, con il Presidente Domenico D’Aprile e il direttore generale Daniele Marotta ha poi consegnato una targa ricordo alla figlia Marica Gasparro, visibilmente commossa. La manifestazione si è conclusa con la presentazione di tutti i ragazzi/e del settore giovanile, delle due squadre maggiori di C femminile e B maschile e dell’intero staff societario.
Migliorare la propria condizione è uno degli obiettivi cui ciascuno ambisce nella vita. Spesso per accedere a posizioni lavorative più appetibili occorre essere in possesso di un titolo di studio che per svariate motivazioni non si è riusciti a conseguire. Non è mai troppo tardi per farlo! I corsi serali offrono la possibilità di frequentare le lezioni in orario pomeridiano e serale, seguiti da docenti attenti e motivati che supportano lo studio e lo agevolano. Per iscriversi occorre essere in possesso della licenza di scuola secondaria inferiore (Scuola Media). Non è necessaria la cittadinanza italiana ma bisogna avere almeno sedici anni e comprovati motivi che attestino l’impossibilità di frequentare i corsi che si svolgono in orario antimeridiano. Presso l’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ sono attivi sia i corsi serali per conseguire il diploma di Geometra sia quelli per conseguire il diploma di Ragioniere. Si tratta di due titoli di studio che consentono l’immediato accesso al mondo del lavoro e danno la possibilità di partecipare ai concorsi nella pubblica amministrazione.
Il 7 giugno 2023 una pubblicazione dell’Osservatorio Confindustria di Bergamo attesta la carenza di tecnici ed operai specializzati e fra le figure richieste e di cui il mercato è carente ci sono proprio i tecnici contabili. Un servizio andato in onda su Rainews il 23 maggio 2023 sottolinea la crescita delle offerte di lavoro nel settore edilizio e la mancanza di geometri e tecnici di cantiere. Ciò ha spinto alcune amministrazioni a fare appelli per indurre coloro che avevano interrotto gli studi ad ultimarli per potersi inserire proficuamente nel mondo del lavoro. Quelli citati sono solo due dei numerosissimi articoli facilmente reperibili attraverso i vari motori di ricerca che attestano l’utilità di conseguire uno dei diplomi che l’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ offre attraverso i corsi serali. L’invito è rivolto a tutti coloro che desiderano dare una svolta alla propria vita migliorandola. Per ricevere ulteriori informazioni basta rivolgersi alla segreteria dell’istituto.
Costruire un ambiente scolastico sereno, coinvolgente ed accattivante, colmare il gap tra le richieste del mondo del lavoro e il sapere troppo spesso nozionistico trasferito dalla scuola, includere studenti diversamente abili, stranieri e svantaggiati offrendo loro un’offerta formativa davvero personalizzata sono alcune tra le sfide che il mondo della scuola è chiamato a fronteggiare e a vincere. Tanti gli strumenti, le competenze ed i progetti messi in campo per farlo e tra questi, grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR per l’adeguamento al Piano Scuola 4.0, l’acquisto di due robot Aphel che svolgeranno preziose azioni di supporto alla didattica sia nella sede di Turi sia in quella di Castellana dell’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’. APHEL è uno degli strumenti avanzati di Predict, sviluppatore di tecnologie innovative nel settore dell’healthcare con sede a Bari. Il robot, già utilizzato in alcuni contesti, come ad esempio quello sanitario, ha dimostrato la sua notevole valenza nell’interazione con i ragazzi in generale e, grazie a diverse strategie multisensoriali che facilitano la comunicazione, con coloro che presentano bisogni educativi speciali in particolare. I due robot umanoidi, che avranno importanti ricadute sul profilo didattico professionale dei nostri alunni, sono destinati a molteplici usi nella nostra scuola: svolgeranno il ruolo di mediatori linguistici per gli studenti stranieri che non hanno ancora conseguito un adeguato livello di conoscenza della lingua italiana; saranno un valido strumento multimediale di compensazione per sostenere gli studenti con disturbi dell’apprendimento; agevoleranno l’inclusione degli studenti che manifestano difficoltà di socializzazione; arricchiranno le competenze in ambito di programmazione informatica per gli studenti dell’indirizzo Sistemi Informativi Aziendali.
Nelle parole della Dirigente Scolastica Carmela Pellegrini, che guida l’Istituto Comprensivo ‘Tauro Viterbo’ di Castellana e che è reggente presso l’IISS “Pertini Anelli Pinto”,la mission e la vision della “scuola” che “deve guardare al futuro, riformulando quei vecchi modelli di apprendimento che non motivano gli studenti di oggi. Stimolare i ragazzi e la loro intelligenza emotiva è un passaggio obbligato per coinvolgerli nel percorso educativo e non lasciare indietro chi ha più difficoltà. Non bisogna dimenticare che la dispersione scolastica in Italia è tra le più alte d’Europa: presidi e docenti devono mettere in campo tutte le buone pratiche che aiutano a contrastarla, monitorando non solo il rendimento ma anche il benessere psicologico degli studenti, per creare un sistema aperto, capace di accogliere le diversità e farne tesoro. L’arrivo di APHEL, con le sue peculiari caratteristiche, ci aiuterà proprio in questo obiettivo. A questo si aggiunge anche uno scopo formativo, ovvero introdurre le (…) nozioni di programmazione nelle classi, incentivando l’apprendimento digitale e l’avvicinamento ai percorsi STEM. Robot e tecnologie avanzate possono avere un impatto positivo sulla didattica e la formazione a tutto tondo”.
L’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ è tra i primissimi istituti d’istruzione secondaria superiore ad aver operato la scelta di avvalersi di questi dispositivi tecnologici. Ciò sta suscitando un notevolissimo interesse mediatico da parte di autorevoli siti dedicati al settore scolastico e di testate giornalistiche a tiratura nazionale che desiderano seguire gli esiti di questa svolta innovativa per poterne valutare l’effetto positivo sugli studenti.
Aphel ha accolto gli studenti e le famiglie il primo di giorno di scuola presentandosi ed invitando gli alunni a prendere parte ad un contest per attribuirgli un nome. Aphel sarà un prezioso alleato quotidiano per tutti, in particolare per quella categoria di studenti più fragili e a rischio dispersione che ha diritto ad un’istruzione di livello che crei le migliori condizioni per un futuro che li veda cittadini attivi, partecipi e professionalmente realizzati.
Maria Rosaria Torchetti, Responsabile della comunicazione IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ Turi – Castellana