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Don Giovanni Amodio nominato da Mons. Puljić ‘canonico onorario’ della Cattedrale di Zara

Accogliendo l’invito del nostro Arciprete Don Giovanni Amodio, nella serata di sabato 18 marzo, alla presenza dei Parroci e dei Diaconi della comunità turese, il neo Arcivescovo Mons. Giuseppe Laterza, appena nominato Nunzio Apostolico per la Santa Sede nelle Repubbliche Centrafricana e del Ciad, ha presieduto una Concelebrazione Eucaristica.

L’occasione è stata propizia per rendere nota alla comunità turese la fresca nomina alla Canonìa Onoraria(l’ufficio di Canonico) di Don Giovanni Amodio, presso il Capitolo della Cattedrale di Sant’Anastasia di Sirmio a Zara (Croazia). Ufficio della Chiesa Cattolica che prevede per lo stesso l’assegnazione di fatto di un posto nel coro, delle insegne e dei relativi privilegi canonici, esclusa la voce in Capitolo.

La nomina è uno degli ultimi atti da Arcivescovo di Zara di Mons. Zelimir Puljić, concessa previo parere collegiale del Capitolo della Cattedrale. Si diceva ultimo atto in quanto, dallo scorso 14 gennaio, Papa Francesco ha accolto la rinuncia alla guida pastorale della Diocesi di Zara presentata da Mons. Puljićper sopraggiunti limiti di età. Per effetto della sua rinuncia, il nostro concittadino onorario dal 21 febbraio 2020, ha acquisito automaticamente il titolo di Arcivescovo emerito di Zara, titolo previsto dal Codice di Diritto Canonico della Chiesa cattolica per quei vescovi che lasciano la guida di una diocesi per raggiunti limiti di età, per motivi di salute o perché trasferiti ad altri incarichi non inerenti alla cura pastorale di una diocesi. Dal 14 febbraio 2023 gli è stato assegnato l’incarico di Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi “vacante” di Spalato-Macarsca.

Con la nomina a canonico del nostro Arciprete, si salda ulteriormente il legame che dal 2018 unisce le due sponde dell’Adriatico, nella fede verso il Santo Martire, Primo Evangelizzatore della Japigia.

Mons. Laterza spiega che “Don Giovanni ha ricevuto questa onorificenza per il notevole contributo profuso nell’incremento della Devozione verso Sant’Oronzo attraverso le celebrazioni, nel 2018, del Giubileo Oronziano per il 1950° Anniversario del martirio del santo, portando all’individuazione del vero reliquiario con le ossa del Santo, conservate a Nin e non a Zara, come si era convinti. Questo, oltre ad essere un riconoscimento personale, credo sia anche un riconoscimento all’intera Città di Turi, che in questa maniera diventa un ponte. Il Papa dice sempre che dobbiamo essere costruttori di ponti. Voi siete un pilastro del ponte che, attraverso Sant’Oronzo, è stato costruito da una parte all’altra dell’Adriatico. È un ponte di comunione di spiritualità e di protezione. Sant’Oronzo benedica ciascuno di voi”.

Don Giovanni dal canto suo ha ringraziato Mons. Laterza: “Il Giubileo Oronziano del 2018 è stato un evento internazionale che ha comportato enormi difficoltà, tutte superate meravigliosamente. Senza il tuo aiuto non avremmo raggiunto quel risultato, decisamente inaspettato. Turi punto di riferimento Culturale e Cultuale di una rinnovata devozione a Sant’Oronzo. Questa cittadina ti deve molto. Sei tu che hai parlato con Papa Francesco e lui ci ha concesso l’Anno Santo. Sei stato tu a portare qui il 6 maggio 2018, l’allora responsabile delle Nunziature Apostoliche di tutto il mondo ovvero l’Arcivescovo Jan Romeo Pawłowski e al quale i carcerati consegnarono una Croce pettorale di legno da donare la Papa. Sei stato tu che hai aperto la Porta Santa di questa Chiesa Madre il 15 agosto, inaugurando l’Undena in onore del Patrono nel medesimo anno santo. La mia e la nostra più sincera gratitudine. Con questa Celebrazione Eucaristica rendiamo sinceramente grazie al Signore per il tuo ministero e per la tua amicizia”. La celebrazione si è conclusa con l’omaggio delle massime autorità religiose e civili alla reliquia del nostro Santo Patrono, custodita nella Cappella del Santo, in Chiesa Madre.

Pietro Pasciolla

Didascalie foto: 1) Mons. Laterza (al centro) tra il Sindaco Tina Resta e l’Arciprete Don Giovanni Amodio, con ad altre autorità civili, religiose e militari presenti alla Concelebrazione Eucaristica; 2) l’omaggio delle Autorità alla reliquia di Sant’Oronzo; 3) Mons. Zelimir Puljic a Turi durante il ‘Giubileo Oronziano’ del 2018 (foto di Fabio Zita)

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La Faldacchea di Turi diventa ‘Marchio collettivo’

La “Faldacchea di Turi”, tipico dolce della tradizione pugliese, è diventato un marchio, un brand di proprietà del Comune di Turi, presentato a “Levante Prof” (Fiera del Levante di Bari) il 15 marzo scorso. Una tipicità fatta di pasta di mandorla, tuorlo d’uovo e spezie, farcita con amarena e pan di Spagna bagnato all’Alchermes, come ben sanno i turesi. L’operazione ha la finalità di creare un sistema certificato di qualità della produzione e commercializzazione del nostro tipico dolce, con un disciplinare a cui attenersi e la denominazione geografica del prodotto. E così la nostra faldacchea ha finalmente ottenuto il riconoscimento di ‘Marchio collettivo’ da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

«È davvero emozionante presentare questo marchio legato a un dolce a noi molto caro – ha affermato la sindaca di Turi, Ippolita RestaÈ un dolce che ha come protagonista le mani delle sapienti maestre dolciarie, un prodotto completamente artigianale. Oltre a tutelare e valorizzare un emblema del nostro territorio, abbiamo voluto dare alle nuove generazioni la possibilità di imparare la sapienza della manualità».

La conferenza stampa si è tenuta alla presenza del Sindaco del nostro Comune, del Presidente dell’Associazione “La Faldacchea di Turi” Stefano De Carolis, di Alessandro Delli Noci, Assessore regionale allo Sviluppo economico, dell’Assessore regionale al Turismo Gianfranco Lopane, che ha sottolineato l’importanza «di valorizzare le tipicità enogastronomiche delle destinazioni pugliesi. Il riconoscimento è un punto di partenza che ci permette, nella collaborazione tra enti, associazioni e operatori del territorio, di investire nel turismo esperienziale e di trasferire ai nostri giovani le competenze e la passione dell’artigianalità pugliese». Al termine della presentazione, le maestre dolciarie di Turi hanno dato vita ad uno show-cooking durante il quale è stato possibile assistere alla preparazione della prelibatezza turese.

Didascalie foto: 1) le dolciarie di Turi preparano la faldacchea durante lo ‘show-cooking’ in Fiera; 2) il packagin con il marchio comunale ‘Faldacchea di Turi’ realizzato da ‘Segni Grafici’; 3) foto di gruppo dei protagonisti in Fiera (da sinistra: Anna Maria e Stella Verna (Dolciaria Aurelia), l’assessore Lopane, Nunzia Di Brindisi (dolciaria), l’assessore Delli Noci, Luciana Cistulli (dolciaria), la sindaca Tina Resta, Marilena Catucci (dolciaria), Stefano De Carolis.

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La ‘Scuola di Musica’ della Banda di Turi riprende le attività nel solco di Don Giovanni Cipriani

Sessant’anni fa, nell’aprile 1963, don Giovanni Cipriani, da avvio al progetto educativo-musicale della Banda dell’Oratorio. Fu quella un’esperienza di ampio respiro, intuizione lungimirante di un curato di campagna testardo e determinato nel portare avanti la sua missione di sacerdote ed educatore, avendo quale punto di riferimento l’insegnamento di Don Giovanni Bosco.

E in coincidenza dell’importante anniversario, con determinazione e commozione gli eredi di quel sogno divenuto realtà – tutti ‘figli spirituali’ dell’indimenticato don Giovanni – hanno voluto riprendere il filo del discorso, scommettendo nuovamente sulla Musica quale veicolo aggregativo e formativo in un paese che in questi ultimi anni si è andato sempre più impoverendo di socialità positiva. Ad aprile prossimo, infatti, riprenderanno i corsi della ‘Scuola di Musica’ dell’Associazione musicale “Maria SS. Ausiliatrice” e della Banda cittadina “Don Ciovanni Cipriani”. Un nuovo speranzoso inizio, il tentativo di scongiurare un vuoto dannoso per Turi, maturato da un’idea progettuale del direttore artistico Valerio Savino poi sposata dagli altri membri dell’Associazione i quali, per l’esperienza maturata in tanti anni di attività bandistica, sanno benissimo che senza nuova linfa giovanile, senza un’attività costante di divulgazione musicale e strumentale la “Banda dell’Oratorio” è destinata a scomparire. E con essa la memoria vivente del suo Fondatore.

Il 14 marzo, in Municipio, i proponenti dell’Associazione “Maria SS. Ausiliatrice” e gli altri partner della ‘rinascita’ – Comune di Turi, Istituto Comprensivo “Resta-De Donato Giannini” di Turi e Azienda “Willy Green Technology srl” di Castellaneta Marina – hanno firmato un accordo di collaborazione quinquennale per rimettere in circolo la didattica musicale e con essa il ricordo dei maestri di musica che non ci sono più e dei momenti di sana aggregazione giovanile, riprendendo in mano il prezioso patrimonio di 25 strumenti musicali comunali acquistati tempo fa grazie al finanziamento del Progetto regionale “Bollenti spiriti-Bandapart”, per lungo tempo inutilizzato.

La Sindaca Tina Resta ha sottolineato «l’importanza della firma di questo protocollo d’intesa. Le crisi servono perché fanno ritornare più forti di prima se si ha il coraggio di superarle. Il presidente Vincenzo Perfido, il direttore Valerio Savino e i due straordinari imprenditori ci hanno creduto e si sono mossi seguendo le orme di Don Giovanni. Noi appoggiamo fermamente l’iniziativa perché la Banda va alimentata, va nutrita con linfa nuova. Noi abbiamo fatto ben poco, il merito va alla Dirigente dell’Istituto Comprensivo Patrizia Savino, all’Azienda ‘Willy Green Technology’ e alla lungimiranza di Valerio Savino, di Vincenzo Perfido e degli altri componenti della Banda.» Tina Resta ha anche annunciato che è stata inviata alla Prefettura la proposta d’intitolazione a Don Giovanni Cipriani del nuovo giardino realizzato all’incrocio tra via Ginestre e via Dell’Andro, nei pressi dell’Istituto ‘Pertini’.

Valerio Savino, direttore artistico dell’Associazione “Maria SS. Ausiliatrice” e direttore della ‘Scuola di Musica’, con molta commozione ha evidenziato la felice coincidenza tra il 60° anniversario della nascita della Banda dell’Oratorio e la ripresa dei corsi musicali, che intendono dare «una possibilità ai nostri giovani come noi l’abbiamo avuta da Don Giovanni. Ho girato per due anni sul territorio di Turi e non ho trovato nessuno sponsor disponibile ad investire su una risorsa come la Banda. Poi ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada due persone straordinarie come Emanuele Ventura e Giovanna Giannandrea ed è stato un segno. Loro hanno accolto in pieno l’idea e sponsorizzato in toto tutta l’operazione mettendo a disposizione 70 mila euro. (Da sottolineare questa grave e inspiegabile insensibilità dimostrata dall’imprenditoria locale verso un’istituzione educativa storica come la Banda). Il progetto si rivolge agli alunni della Scuola Elementare e della Scuola Media e accoglierà 25 ragazzi. I corsi di musica saranno: clarinetto, flauto, sassofono, corno, eufonio, basso e percussioni. Le lezioni per il primo anno si terranno nella giornata del sabato quando le attività scolastiche sono sospese. Negli anni successivi le giornate di lezione aumenteranno e nel giro di un anno si andrà formando una piccola orchestra. E’ linfa nuova, come ha sottolineato Tina Resta, per un ricambio generazionale che possa spingere i giovani verso un genere ancora apprezzato dal pubblico. La Banda è un’iniziativa altamente socializzante, ci sono scambi di ogni genere e il nostro progetto va nella direzione della condivisione nello spirito dell’Oratorio.»

Ai ringraziamenti verso tutti gli attori dell’iniziativa del presidente dell’Associazione Vincenzo Perfido,ha fatto seguito l’intervento dell’amministratoreunico della ‘Willy Green Technology’ di Castellaneta Marina, la turese Giovanna Giannandrea: «La nostra azienda punta molto sul futuro dei  giovani e sulla spinta propulsiva che le nuove generazioni sono in grado di apportare. La nostra società ha nel suo nome e nei fatti la parola green sia a riguardo dell’attività industriale – impiantistica industriale, energia solare, fotovoltaico ecc.sia per interpretare insieme ai giovani un percorso di costruizione di una società più a misura d’uomo.»

Infine, l’intervento di Emanuele Ventura, responsabile delle politiche aziendali: «Noi puntiamo molto sui giovani e sul futuro e quindi lì dove vediamo la serietà e concretezza del progetto noi interveniamo al di là della spesa necessaria. Abbiamo detto sì all’invito della Banda per un semplice motivo: esso s’innesca in un progetto sociale più ampio di crescita perché la linfa vera dei nostri paesi sono i ragazzi e noi su loro dobbiamo puntare per una fiducia nel futuro. I giovani hanno bisogno del nostro aiuto. Questa attività educativa è fondamentale e noi siamo lieti di sponsorizzarla. Appoggeremo anche un’altra iniziativa a giugno e annuncio ufficialmente che la borsa di studio per ragazzi meritevoli istituita dalla ‘Willy Green Technology’  ad agosto prossimo coinvolgerà i ragazzi di Turi.»

Giovanni Lerede

Didascalie foto: 1) I protagonisti del progetto presenti alla firma del protocollo, da sinistra: Vincenzo Perfido, Tina Resta, Giovanna Giannandrea, Emanuele Ventura, Valerio Savino (foto G. Lerede). 2) Don Giovanni Cipriani attorniato dai ragazzi della sua Banda (foto Fabio Zita, 2008)

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Ai cittadini, ai Sindaci dei comuni italiani, all’ANCI. Botti e fuochi artificiali: è ora di smettere

Sui banchi di certi negozi sono disponibili botti e fuochi artificiali in abbondanza; produzioni prevalentemente estere, commercializzazione italiana; nomi fantasiosi  e “accattivanti”: fontana gigante, fontana…Vesuvio (!) , prato fiorito (!), fontana Michelangelo, petardo caramello… Costi da trenta euro in giù.

La nostra proposta è semplice, divieto di fabbricazione, di commercializzazione di uso: come si è fatto per l’amianto nella UE e in altri paesi occidentali; ovviamente si tratta di merci diverse tra loro ma che sono ugualmente merci nocive e mortifere. Come per l’amianto, anche la storia dei fuochi artificiali è costellata di stragi (diverse perché immediate e non differite dopo lunga latenza); inevitabile non ricordare la strage di Modugno (2015, dieci morti), quella di Messina (2019, 5 morti) e lo stillicidio continuo di  eventi luttuosi che hanno riguardato singoli operai spesso anche molto giovani. Il “comparto fuochi artificiali”, se consideriamo il ristretto numero di lavoratori addetti, è certamente il comparto con la più alta incidenza di morti al mondo. Infatti risulta che i nuovi materiali e le nuove tecnologie abbiano modificato i rischi (meno inquinanti “tradizionali” ma più rischi di esplosione a causa della diffusione dell’uso di nano particelle); in breve: i fuochi artificiali costituiscono la punta dell’iceberg di quella lunga serie di merci nocive e mortifere che occorre bandire per il bene del pianeta e dell’umanità. Nella punta dell’iceberg, oltre l’amianto, ovviamente vi sono le armi la cui produzione sta oggi crescendo vertiginosamente non solo al “servizio” degli eventi bellici ma anche per sostenere la repressione in paesi i cui governi disconoscono il valore della democrazia; sono di coproduzione franco-toscana le pallottole che colpiscono oggi le donne e gli uomini che manifestano in Iran; sono italiane alcune grandi fabbriche che forniscono armi da guerra ai tanti regimi dittatoriali e guerrafondai del mondo.

Bandire i fuochi oggi è anche un messaggio simbolico a favore della pace immediata che vorremmo sul fronte russo-ucraino.

In vista delle prossime festività dunque facciamo, anzi reiteriamo (assieme a numerosi cittadini ed associazioni ecologiste ed animaliste) una proposta semplice ai Sindaci (nella loro veste di autorità sanitarie locali): adottare drastiche misure di contrasto nei confronti della commercializzazione e dell’uso di fuochi artificiali e botti. Fuochi che sono retaggio di “culture” e usanze di altri tempi (festa, farina e forca), esibizione gradita ai monarchi per ipnotizzare la plebe, e alla criminalità organizzata in occasioni di battesimi e compleanni (per carità: non che chiunque li usi sia un “affiliato” , ci mancherebbe…). Anche la Chiesa li vede ormai con scetticismo (pur con un atteggiamento a volte …pilatesco): merce nociva e mortifera che ormai ci costringe ad ogni Capodanno alla conta di feriti e a volte di morti, a causa del loro uso. Per non tacere gli eventi gravi ma spesso non censiti (reazioni allergiche o crisi asmatiche; ma gli inquinanti diffusi sono nocivi anche per l’apparato cardiovascolare perché dai polmoni “entrano in circolo”). Ancora: per non tacere dell’impatto negativo sulla salute psicofisica degli animali. Nella impossibilità di far giungere il nostro messaggio a tutti i singoli Sindaci italiani quest’anno ci rivolgiamo all’ANCI con l’invito a dare indicazioni ai singoli comuni per una omogenea, drastica, definitiva azione di contrasto. Il “chiacchiericcio” inconcludente sui temi del cosiddetto ‘green deal’, della sostenibilità sociale, della lotta agli sprechi approda alla “indifferenza” delle istituzioni e dei decisori politici rispetto a una pratica assurda che inquina, spreca e distrugge.

Invitiamo ogni cittadino che condivida questo appello a fare pressing sul Sindaco del proprio Comune.

Al governo la responsabilità di decidere misure più ampie che risolvano il problema alla fonte: vietando la produzione.

Auguriamo gioia, serenità, solidarietà, inclusione e fratellanza, sentimenti perseguibili con altri mezzi, ben diversi dai petardi, anche consultando le associazioni di volontariato e le associazioni ecologiste.  

VITO TOTIRE

per la campagna mondiale “bando dei fuochi pirotecnici” 

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Lilli Susca (PD): “Lavoratori stagionali come Gramsci. Tina Resta rifiuta 4,8 milioni del PNRR”

La consigliera di minoranza, nonché segretario cittadino del PD, Lilli Susca scrive un post su facebook per stigmatizzare l’atteggiamento di totale chiusura ‘ideologica’ dell’Amministrazione di Tina Resta sulla questione dell’accoglienza dei lavoratori stagionali, così come già avvenuto per il ‘Progetto Gramsci’.

“Oggi 9 dicembre – scrive la consigliera Susca – tre giorni prima della scadenza per la presentazione di un’idea progettuale, la sindaca Resta rivela ai componenti del tavolo tecnico che la sua maggioranza è contraria: in questi due giorni si è confrontata con i consiglieri di maggioranza e loro hanno risposto compatti che quel finanziamento di 4 milioni 800 mila euro non lo vogliono. Il 29 marzo scorso fu firmato un documento che vedeva Turi fra i comuni destinatari di un finanziamento complessivo di 200 milioni di euro per combattere il fenomeno del caporalato e degli insediamenti abusivi. Lo sanno dal 29 marzo e la sindaca consulta la sua maggioranza solo adesso?”.

“Fin dall’inizio – continua la Susca – la sindaca si dichiara intenzionata ad accogliere il finanziamento e, di conseguenza, si dice favorevole all’istituzione di un tavolo tecnico per arrivare pronti alla consegna prevista per questo dicembre. Un tavolo tecnico che avrebbe dovuto dare voce a tutti i soggetti coinvolti. Questo è ciò che sembra, ciò che vuole far credere. Invece, cosa succede? Che il tavolo tecnico in realtà è un tavolo politico a cui sono invitati solo i consiglieri. Totalmente ignorati i produttori agricoli, commercianti e forze dell’ordine, associazioni di volontariato e cooperative che si erano occupate di accoglienza in passato. Succede anche che lo stesso tavolo ‘politico’ viene da subito svuotato di contenuto e di funzionalità. Primo perché viene convocato solo quattro volte e poi perché non viene chiesta alcuna reale collaborazione. È semplicemente uno sparuto pubblico davanti al quale recitare l’ennesima farsa. Farsa questa che vede come protagonista indiscussa la sindaca che, imperterrita, continua a sostenere che il finanziamento deve essere accolto, come co-protagonista l’ingegner Di Bonaventura, che durante l’incontro del 22 novembre, illustrava la sua idea progettuale, peraltro assolutamente condivisibile, come comparse i consiglieri di maggioranza presenti che non battevano ciglio lasciando credere che fossero disposti ad accettare la deriva inclusiva della sindaca. Ma la farsa ad un certo punto deve rivelare la verità. E la verità è che da sempre, fin da quel 29 marzo, era chiaro che questa Amministrazione avrebbe rifiutato il finanziamento. Ma la sindaca, come da copione già recitato in precedenza – vedi progetto Gramsci – proprio non ce la fa a non recitare il ruolo della progressista, forse perché essere assimilata alla sua maggioranza evidentemente reazionaria non le piace, non la fa star bene. E così recita, finge, prende per i fondelli, fino alla fine, fino a farmi sbottare e abbandonare il tavolo sbattendo la porta. 

Alla sindaca e a tutta la sua maggioranza manca il coraggio delle proprie idee. Avrebbero dovuto dirlo subito, evitando anche di costituire il tavolo tecnico”. 

La consigliera Susca termina il suo post chiedendosi: “E adesso che anche questo finanziamento è andato perso mi chiedo: come pensano di affrontare le prossime stagioni cerasicole? Se non vogliono accettare il sostegno delle istituzioni rifiutando un finanziamento così cospicuo, come affronteranno il problema? Dove alloggeranno i lavoratori stagionali? In villa? Nei giardini privati? Oppure pensano di avere la bacchetta magica con cui far scomparire il problema? Staremo a vedere”.

Le foto: in alto l’accampamento dei lavoratori stranieri stagionali 2022 presso il campo sportivo; in basso, la consigliera comunale di Minoranza Lilli Susca

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Comitato Aree Edificabili contro il Comune: “Gli stolti e gli ostinati fanno ricchi gli avvocati”

Affollata Assemblea nella Sala Conferenze della Biblioteca Comunale l’11 novembre. I turesi titolari di aree edificabili non mollano e continuano ad auspicare una presa di coscienza o, almeno, buon senso da parte di tutti i protagonisti (Amministratori e Responsabili degli Uffici) affinché, si chiuda in maniera dignitosa per tutti questa incresciosa situazione. Situazione che sta facendo perdere tempo a tutti e, soprattutto, ingenti risorse economiche alle casse del bilancio comunale e di riflesso anche alle tasche dei cittadini turesi. Si parla di circa 200mila Euro fra incarichi legali, consulenze, ecc. ecc. e non si sa quanto potrà essere il conto finale, senza tener conto anche delle peripezie e del batticuore a danno dei contribuenti incolpevoli.

I cittadini interessati a questa problematica sono qualche centinaio ma, “sottotraccia” ci sono tutti quelli che avendo la qualifica di Coltivatori Diretti o Imprenditori Agricoli a titolo principale o Società Agricole non sembrano siano intaccati dai valori stratosferici decisi dal Comune in quanto godono dell’esenzione totale dal pagamento dell’IMU e della TASI. Ma è una soddisfazione “a tempo”, nel senso che avrà una sua fine prima o poi. Infatti, quando venderanno (se il mercato si risvegliasse) dovranno pagare il plus valore (aumento di valore) in termini di tasse allo Stato. Quelli, invece, che per “successione” o “donazione” dei terreni ai propri cari (figli, nipoti, parenti, etc. etc.) avranno la tegola non solo del plus valore da pagare ma faranno subire ai propri “cari” (che non hanno la qualifica di Coltivatori Diretti, etc. etc.) la beffa anche del pagamento di IMU e TASI su tali valori “stratosferici”.

Oltre a questi aspetti, nel corso dell’Assemblea ci sono stati vari interventi che hanno posto in evidenza importanti novità giurisprudenziali emesse sia dalla Commissione Tributaria Regionale che dalla Suprema Corte di Cassazione che fanno ben sperare i contribuenti turesi.

Ma è dalla Riforma del Diritto Tributario (legge n. 130/2022) che viene la speranza più concreta per tutti o, almeno, si spera che possa far breccia sul Sindaco, Assessori e Responsabili di Settore del nostro Comune che, in maniera ostinata, continuano nel Contenzioso Tributario che, sembra avvantaggiare solo una parte che impingua il suo conto in ogni caso (vittoria o sconfitta che sia).

Viene in mente un vecchio proverbio: “Gli stolti e gli ostinati fanno ricchi gli avvocati”, specialmente come nel caso in questione dove riesce a far appellare al Comune le sconfitte guadagnandosi due volte il compenso sicuro per una stessa causa, in pratica guadagna il doppio se perde, tanto è sicura che riuscirà a convincere il Comune ad appellarla in secondo grado.

In breve, senza usare termini tecnici, la nuova legge innanzi citata assume grande importanza e rilevanza sul processo tributario in quanto è già in vigore da settembre di quest’anno.

Prima di questa legge il Comune non era obbligato a rispondere alle richieste dei contribuenti sia per l’accertamento con adesione (prima fase) che per il reclamo mediazione (seconda fase) che è la fase successiva all’accertamento con adesione e, per tutto questo non poteva essere sanzionato.

La nuova legge di riforma del processo tributario n. 130/2022, in vigore da settembre 2022, ha cambiato le cose favorevolmente per i contribuenti. Ha previsto, nel caso iI Comune non risponda alla seconda fase (reclamo mediazione) o lo respinga senza giustificarne i motivi, in caso di soccombenza del Comune nel successivo ricorso, alla condanna, per intero, alle spese di giudizio.

La cosa che maggiormente potrebbe far smuovere le acque è che per dette spese di giudizio il Comune dovrà farsi rimborsare per intero dal Funzionario Comunale che ha immotivatamente rigettato il reclamo o non risposto alla proposta di mediazione (reclamo mediazione).

Questa previsione comporta da un lato un obbligo di risposta espressa al reclamo e, dall’altro, può indirettamente comportare una maggiore attenzione ed una maggiore propensione a voler vagliare con attenzione le perizie giurate e le ragioni esposte dai contribuenti nel reclamo mediazione e prima nell’accertamento con adesione, il tutto al fine di evitare a priori qualsiasi addebito di responsabilità per il funzionario comunale. Questo dovrebbe, finalmente, far decollare la fase 2

deflattiva del contenzioso attraverso la definizione di accordi (sempre rispettando le norme e la logica) tra il Comune ed i contribuenti, fase che fino ad ora non è mai iniziata.

La precitata legge ha previsto anche che la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado (ex Commissione Tributaria Provinciale), può formulare alle parti una proposta conciliativa, avuto riguardo all’oggetto del giudizio e all’esistenza di questioni di facile e pronta soluzione, come si ritiene siano i casi delle aree edificabili di Turi.

Con la legge di riforma sopra citata è stato previsto anche che qualora il Giudice abbia formulato una proposta conciliativa, non accettata dalle parti (Comune o Contribuente) senza giustificato motivo, resteranno a carico del soccombente le spese del giudizio, maggiorate del 50%.

Altro elemento introdotto dalla nuova legge di riforma del processo tributario è l’onere della prova.

In sede processuale sarà onere dell’ufficio (Comune) provare, laddove contestata dal ricorrente, la fondatezza e la corretta qualificazione e quantificazione degli elementi contestati nell’avviso di accertamento e che hanno portato allo sviluppo della pretesa tributaria.

Tale assunto risulta rafforzato ed espressamente previsto con la nuova legge (onere probatorio della spiegazione della pretesa tributaria).

Il Giudice avrà il potere di annullare gli atti di accertamento privi di ragioni oggettive e quelli non provati in giudizio.

In pratica viene previsto che il Comune deve provare in giudizio (onere della prova) quanto preteso con l’avviso di accertamento impugnato dal contribuente specialmente, se quest’ultimo (come nel caso di Turi) ne ha contestato il contenuto ed ha fornito una serie di fatti oggettivi e documentati attraverso il deposito di una perizia tecnica giurata ed ha formulato anche una proposta di conciliazione con il reclamo mediazione.

Non sappiamo come il Comune potrà farlo (infatti fino ad ora, benché richiesto varie volte dai contribuenti il Comune non lo ha mai fatto) in quanto, come noto, nelle Relazioni del Politecnico non sono allegate schede di calcolo, manca tutta la parte applicativa riguardante lo svolgimento pratico delle operazioni numeriche eseguite e l’indicazione numerica dei valori e dei parametri utilizzati per addivenire al valore finale individuato per le aree edificabili. Cose tutte che i componenti del Comitato hanno da sempre raccomandato di far inserire nelle perizie tecniche giurate.

Non resta che aspettare un segnale concreto da parte del Sindaco e auspicare l’utilizzo degli strumenti deflattivi del Contenzioso Tributario per porre fine a questo capitolo che si sta trascinando da quasi dieci anni con notevole danno solo ed esclusivo per il bilancio dei turesi e per la dignità delle persone.

Comitato Aree Edificabili di Turi

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Comitato Aree Edificabili: il Comune di Turi continua ad oltranza il contenzioso con i cittadini. Anche per 25,98 Euro!

Cosa è successo – Innanzitutto si vuole precisare che la materia del contendere non riguarda la volontà di pagare o non pagare il tributo IMU e TASI inerente le aree edificabili. Da sempre abbiamo affermato e sostenuto che i tributi vanno pagati, ma vanno pagati in modo equo e giusto. Noi riteniamo, ed in questo siamo confortati da quanto stabilito dalla normativa in materia, che i tributi IMU e TASI, riguardanti le aree edificabili, vanno pagati in base al valore di mercato delle stesse. La materia del contendere, quindi, è tutta nella giusta individuazione della base imponibile sulla quale i tributi di cui innanzi devono essere calcolati. Abbiamo da sempre sostenuto che l’individuazione della base imponibile individuata dal Comune era errata in quanto non rispecchiava il valore di mercato delle aree edificabili del nostro mercato locale.

Le errate individuazioni fatte dal Comune, prive di documentazione probante e per giunta non giurate, facevano scaturire valori irreali, per cui i contribuenti sono stati costretti a dotarsi, a proprie spese, di perizie tecniche giurate che illustrassero ed individuassero, in modo oggettivo e documentato, i giusti parametri per poter addivenire ad un giusto valore di mercato delle aree edificabili e conseguentemente ad una giusta ed equa tassazione. In parole povere, non è possibile tassare un suolo su un valore di 100 quando sul mercato, nella migliore delle ipotesi, ne vale 25. Per giunta negli ultimi anni a Turi i suoli sono fuori mercato per mancanza di domanda e per l’abnorme offerta. Sono cose note a Tutti.

Il Comune (anche se ripetutamente richiesto) non ha mai voluto fornire alcuna spiegazione in merito alla mancanza dei calcoli, della citazione delle fonti e dei valori usati per individuare i valori riportati nelle sue relazioni. Per il Comune, i contribuenti dovevano accettare i valori senza chiedere spiegazioni e chiarimenti, alla guisa di un dogma (credere ciecamente ed accettare senza chiedere spiegazioni come una verità soprannaturale e divina). Non ha voluto neanche rispondere alle note con cui i Tecnici del Comitato Aree Edificabili hanno posto alla Loro attenzione ed a quella dei Responsabili Comunali i macroscopici errori contenuti nelle perizie di individuazione dei valori venali delle aree edificabili poste a base della richiesta tributaria ai fini IMU e TASI. Errori dimostrati con dati di fatto oggettivi e riscontrabili e che hanno falsato il valore individuato dal Comune. Senza scomodare quanto prescrive la legge 241/1990, per un senso di rispetto ed educazione dovuto ai cittadini, ci aspettavamo una risposta, sempre promessa, e mai arrivata. Orbene cosa pensare? Due sono le risposte logiche da dare a questa domanda: la prima è che non avevano argomenti validi con cui rispondere ed in questo caso risulterebbero rafforzate le Nostre giuste rimostranze; la seconda riguarda un comportamento omissivo, spocchioso ed irriverente nei confronti dei cittadini che hanno richiesto spiegazioni che gli erano dovute. Ci auguriamo e vogliamo sperare che la risposta non sia quest’ultima ipotesi.

Come si sono comportati gli Amministratori ed i Dirigenti Comunali – Gli Amministratori ed i Responsabili Comunali, ogni qualvolta sono stati chiamati ad esprimere un loro giudizio e ad assumere decisioni in merito al valore venale delle aree edificabili, pur riconoscendo la fondatezza delle nostre tesi, non hanno mai voluto assumere una precisa posizione conseguenziale e mai fornito alcun riscontro a tutta la documentazione tecnica da Noi sottoposta alla Loro attenzione. Sono stati sempre sfuggenti come anguille ed irragionevolmente paurosi. Non hanno mai risposto con nota scritta. Quando Li si metteva alle strette, l’unica Loro risposta di fronte ai documenti, relazioni, sentenze a suffragio della nostra tesi è stata quella di essere pavidi e, pur condividendo le nostre ragioni, hanno sostenuto che si sarebbero sentiti sicuri ed agito di conseguenza solo quando ci fossero state delle sentenze favorevoli ai contribuenti, che entrando nel merito della valutazione, avessero confermato i valori venali delle aree edificabili sostenuti e rilevabili dalle perizie giurate dei contribuenti. Orbene di sentenze favorevoli ai contribuenti ce ne sono state (per la verità anche di sfavorevoli), ma fino ad ora tutte riguardavano motivi giuridici e non di merito (valutazione del valore venale delle aree edificabili in base a perizie giurate dei contribuenti).

Quali decisioni hanno preso la Giustizia Tributaria ed il Comune di Turi – Ultimamente ci sono state alcune sentenze nelle quali, finalmente, la Commissione Tributaria Provinciale è entrata nel merito, ritenendo validi i valori delle aree edificabili indicati nelle perizie giurate dei contribuenti e quindi è stato finalmente accolta la Nostra tesi di valutazione dei valori venali delle aree edificabili. Pensavamo che finalmente, secondo quanto sopra asserito dagli Amministratori e dai Responsabili Comunali, non ci sarebbero stati più ostacoli alla soluzione del contenzioso riguardante le aree edificabili (contenzioso che riguarda gli anni fino al 2019). Purtroppo si è dovuto constatare l’amara verità del detto “Predicare bene e razzolare male”: tutti conosciamo il significato di questa espressione. Lo si attribuisce all’atteggiamento di una persona che sembra giusta e onesta nel parlare, ma si comporta in modo ben diverso, mostrando un’evidente dissonanza “fra il dire e il fare”. È la sensazione che abbiamo avuto quando abbiamo appreso la notizia che il Comune di Turi ha appellato alla Commissione Tributaria Regionale tutte le sentenze favorevoli ai contribuenti emanate dalla Commissione Tributaria Provinciale inerente i valori venali delle aree edificabili e fra queste anche quelle sopra accennate riguardanti il merito (cioè quelle sentenze in cui era stato ritenuto valido il valore delle perizie giurate dei contribuenti). La notizia ci appare inverosimile e ci rattrista in quanto sinceramente (in buona fede) avevamo creduto alle affermazioni fatte dai personaggi (Amministratori e Responsabili Comunali) che assumono decisioni a volte incomprensibili ed ingiuste che, purtroppo, impattano pesantemente sui cittadini, facendo perdere a questi ultimi la fiducia nelle istituzioni sia a livello politico che burocratico. La cosa che più deprime e nello stesso tempo fa sorridere amaramente è la circostanza che, per una delle sentenze appellate alla Commissione Tributaria Regionale, l’entità della somma in questione è di 25,98 Euro. Si di venticinque euro e novantotto centesimi per cui riteniamo di esimerci dai commenti…

Sembra di capire che il contenzioso ad oltranza e con ogni mezzo (quasi un accanimento terapeutico) sia la via scelta e perseguita senza riflettere e rispondere ad alcune considerazioni logiche. Si stanno perseguendo gli interessi della collettività? Il rischio a cui La si sta sottoponendo vale la spesa in caso di soccombenza? Perché ci si ostina in modo irragionevole a ricorrere a trattamenti vessatori o sproporzionati, cioè a trattamenti che non possono determinare nell’immediatezza alcun reale beneficio per il Comune, né per i contribuenti ed i cui effetti collaterali in futuro potrebbero superare di gran lunga i non sicuri benefici ipotizzati? Perché non usare ragionevolmente, sempre nell’alveo della legalità, tutti gli istituti previsti per legge per deflazionare il contenzioso, soprattutto adesso che la prova della validità delle perizie giurate dei contribuenti è stata fornita dalla Commissione Tributaria Provinciale, come da Loro auspicato e richiesto?

Una Pubblica Amministrazione a volte ottusa che non dà risposte e sta in silenzio – Sono anni e mesi che attendiamo. Innumerevoli sono state le loro promesse di esaminare e risolvere la questione. Il comportamento che hanno messo in atto di rifiuto dell’accertamento con adesione, del reclamo mediazione e di ogni altra proposta che gli è stata fatta, non depone certamente a creare un clima di fiducia e tranquillità, specie alla luce della nuova normativa in materia di processo tributario (legge n. 130/2022) che valorizza e rafforza ulteriormente detti istituti deflattivi del contenzioso. A questo punto sorge spontanea una domanda: Cui prodest? A chi giova tutto questo? Si pongano questa domanda e cerchino di rispondere con tutta coscienza e sincerità. Chi trova giovamento dal proseguire ad oltranza il contenzioso in ogni caso (sia in caso di vittoria o di sconfitta con contestuale appello alla Commissione Tributaria Regionale)? Chi ci guadagna senza rischiare nulla in ogni caso in quanto è cautelato da atti pubblici di affidamento dell’incarico e quindi le sue parcelle sono di sicura liquidità e consistenza? Cerchino di riflettere Tutti senza farsi prendere da stupidi sensi di rivalsa o di ripicca nei confronti della parte avversa e senza farsi convincere da chi ha tutto l’interesse economico a proseguire ad oltranza ed in ogni caso il contenzioso in quanto ha certezza di incassare in ogni caso. Forse sarebbe saggio e razionale considerare di prendere in esame gli istituti deflattivi del contenzioso e cercare di metterli in atto seriamente e con coscienza una volta per tutte. Siamo sicuri che sarebbe un bene per Tutti (Comune e Contribuenti). Il primo avrebbe subito a disposizione somme eque, certe e liquide, i secondi avrebbero finalmente giustizia e tranquillità e tornerebbero ad avere fiducia nelle Istituzioni (Amministratori e Dirigenti comunali).

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO AREE EDIFICABILI DI TURI

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Turi ha un nuovo Diacono: Giuseppe Nitti della parrocchia San Giovanni Battista

La Chiesa di Turi è in festa. Ieri 29 settembre, festa degli Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, nella Cattedrale di Conversano, per l’imposizione delle mani di S.E. Mons. Giuseppe Favale, è stato ordinato Diacono della Chiesa di Dio il nostro concittadino Giuseppe Nitti della Parrocchia San Giovanni Battista. Hanno presieduto insieme al Vescovo i parroci di Turi ed in modo particolare don Nicola d’Onghia che ha rivestito Giuseppe della dalmatica (abito liturgico Diaconale): attraverso l’imposizione delle mani del Vescovo lo Spirito Santo discende su di lui, diventando così un ministro ordinato. La parola Diacono deriva dal greco “diaconìa” che significa servizio. 

In Cattedrale sono accorsi anche numerosi fedeli e amici di Turi. Al diacono Giuseppe e alla sua famiglia gli auguri per l’ordine ricevuto.

Damiano Pascalicchio

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Turi, un paese per la ricerca AIRC

Al via la 2° edizione di FOLLOW THE PINK, l’Ottobre Turese tutto dedicato alla salute della donna. All’informazione e alla prevenzione oncologica, e alla raccolta fondi da destinare ad Airc, Fondazione per la Ricerca sul Cancro. Sotto la guida dell’Amministrazione Comunale, e nello specifico dell’Assessore Imma Bianco, si è composto un calendario ricco di eventi ed iniziative GRATUITE dedicate alla Comunità turese. È sceso in campo il mondo dello sport, delle arti, della sanità, della cultura, del volontariato, dei commercianti, tutti uniti e motivati da un unico grande obiettivo: proteggere la salute delle donne. Questo mese è per voi!

Leggete con attenzione il programma e diventate, come noi, ambasciatori di una nuova cultura della solidarietà e della partecipazione sociale. Vi aspettiamo in tanti, a partire da Sabato p. v., per assistere all’accensione della facciata del Municipio. Rigorosamente rosa. Brindando alla salute di tutti noi.

Angelo-Palmisano

Angelo Palmisano passa a ‘Fratelli d’Italia”. Lilli Susca e Paolo Tundo lasciano ‘Patto per Turi’ di cui Palmisano è capogruppo

Da confusione nasce confusione. Oltre la terremotata Maggioranza intorno a Tina Resta, anche l’Opposizione fa la sua bella parte. Angelo Palmisano, capogruppo consiliare di Minoranza per “Patto per Turi”, si è schierato apertamente con “Fratelli d’Italia” nella campagna elettorale appena conclusa. Una dichiarazione di appartenenza sorprendente, un cambiamento di intenti improvviso, ma ognuno è libero di danzare come vuole nella politica di oggi. Le prime famose domande sorgono comunque sempre spontanee: dove si collocherà Palmisano, da ora in poi, in Consiglio Comunale? siederà di qua o di là? Lo diciamo perchè FdI è anche forza al governo della nostra città? Che senso avrebbe rimanere contemporaneamente anche all’Opposizione? Passerà in Maggioranza tanto per aumentare il disordine e il disastro?

Tutto questo bel macello viene fuori ufficialmente nella seduta del Consiglio Comunale del 28 settembre scorso. Alla luce della nuova situazione, Lilli Susca e Paolo Tundo, consiglieri di Minoranza, decidono di non condividere più le sorti di “Patto per Turi” il cui capogruppo Palmisano, nonché persona voluta tre anni fa dal ‘Patto’ come candidato-Sindaco, ha fatto altre scelte, ha messo in essere altri progetti, nettamente in contrasto con il programma politico rappresentato (solo sulla carta) nelle scorse amministrative. Susca e Tundo lasciano così il ‘Patto’ per chiarezza politica e passano ovviamente al ‘Gruppo Misto’: “Mi aspettavo – ribadisce Lilli Susca – che da parte del capogruppo Palmisano ci fosse stata una riflessione opportuna, la volontà leale di fare chiarezza. Ma così non è stato e quindi di conseguenza tocca a me e a Paolo Tundo rimettere in ordine la faccenda, differenziarci dal coordinatore Palmisano e passare al Gruppo Misto”.

Poi, come se questo non bastasse, fanno già pensare seriamente le prime sollecitazioni di Palmisano alla Maggioranza a cui chiede di fare chiarezza a sua volta (stiamo freschi!!). Così come lasciano il tempo che trovano le dichiarazioni di Topputi, sostenitore del Partito Democratico nella campagna elettorale appena conclusa, ma membro attivo contemporaneamente pure di Maggioranza consiliare. La sua idea di assoluzione per sé sta nel fatto che alle Amministrative le liste ‘civiche – da lui definite vagamente, come se ‘civiche’ fosse sinonimo di passepartout – possano includere Destra e Sinistra a discrezione dei partecipanti. Un po’ come quando si giocava a pallone per strada dove l’importante era fare numero. Ma questa è una idea assolutamente irricevibile in politica, una idea di assoluto interesse e convenienza; ragione dello stesso marasma che sta alla base del nostro teatrino comunale quotidiano.