Pubblico Presentazione De Tomaso

Giuseppe De Tomaso: “Non è un destino essere marginali. Cambiare Turi è possibile”. Intervista al candidato sindaco per la lista ‘Turi volta pagina’

Avviso ai lettori: abbiamo chiesto anche alla Sindaca uscente di Turi e candidata per la lista ‘Resta, per Turi’, di rispondere alle nostre domande in vista delle elezioni comunali dell’8-9 giugno prossimi. Tina Resta, però, ha scelto di non rilasciare interviste al nostro giornale.

Turi volta pagina, non è solo il nome della lista e lo slogan scelti dal dott. Giuseppe De Tomaso ma è anche il mantra della coalizione che lo sostiene in questo progetto di cambiamento. Al candidato sindaco, per 13 anni direttore della ‘Gazzetta del Mezzogiorno’, profondo conoscitore della politica e della società a tutti i livelli abbiamo voluto porre alcune domande.

Dott. De Tomaso mi verrebbe da chiederle di presentarsi ai turesi, dai quali attende un voto l’8 e 9 giugno prossimi, perché qualcuno non la conosce abbastanza… «Sento di presentarmi come un turese DOC. Quando ho cominciato il mio lavoro e sono stato assunto alla ‘Gazzetta’ da Giuseppe Giacovazzo , molti miei colleghi che risiedevano nell’hinterland barese avevano scelto di vivere a Bari, io non ho fatto questa scelta perché sentivo forte il legame col mio territorio, per cui ho preferito affrontare i rischi legati agli orari di lavoro molto singolari pur di rimanere qui. Quindi da questo punto di vista, se qualcuno ha messo in giro la voce che io non fossi molto attaccato al paese non solo contesto la cosa ma la ribalto come completamente opposta alla realtà e lo può testimoniare chiunque. Tra l’altro dando un’occhiata alla collezione della ‘Gazzetta’, emerge che Turi non ha avuto spesso l’onore della cronaca sulle pagine nazionali o regionali, ma grazie ai ruoli via via assunti nel giornale, ho sempre cercato di dare a Turi un’attenzione particolare e qualcuno, sia pure in maniera scherzosa, me lo faceva notare. Per esempio, in occasione di Sant’Oronzo, la nostra festa aveva sempre il primato rispetto a quella di Lecce. Molta attenzione abbiamo dato alla questione della SS. 172 ed è una battaglia questa che devo assolutamente riprendere perché è una storia assurda quella della nostra statale. Il mio rapporto con Turi, anche fuori dal mio ruolo è stato sempre simbiotico in me c’è molta turesità nel bene e nel male. Come giornalista ho cercato sempre di attenermi innanzitutto al principio ‘salveminiano’: un giornale che è molto attento al territorio e sempre a sua difesa deve avere una prospettiva nazionale, europea, moderna. E questa capacità di mobilitazione ispirata a Gaetano Salvemini, autore che apprezzo molto, ho cercato di trasmetterla anche durante i miei 13 anni di direzione del giornale, dopo 10 anni da vicedirettore con responsabilità nella politica e nell’economia e da inviato con l’idea di  tornare a Turi perché questa è da sempre la mia casa.»
Quali sono le ragioni della sua discesa in campo? «Le ragioni della mia discesa in campo le ho illustrate su ‘Repubblica’, giornale con cui ho collaborato e che ha avuto la bontà di chiedere i motivi della mia scelta. In quell’articolo, rifacendomi alla migliore tradizione democratica, ho detto e lo ribadisco che chi ha avuto responsabilità in una realtà come quella di un giornale,  che ha illustrato, ha spiegato, ha rappresentato i problemi di un territorio, di una cittadinanza, di una regione su un palcoscenico mediatico importante come la ‘Gazzetta’, nel mio caso, secondo giornale del Sud, dopo deve avere anche, la voglia di scendere per strada, un concetto bello che riprendo da Benedetto Croce perché mi piace molto. Non stare alla finestra,ma misurarsi e scendere per strada. Dal punto di vista della convenienza mi sarebbe risultato più comodo continuare dove ero e dove stavo benissimo, cioè alla ‘Repubblica’ ma ho interrotto la collaborazione e intendo, se sarò eletto, dedicarmi tutta la giornata ai problemi del mio paese rinunciando completamente ad altro.»

Quando ha presentato la sua lista il 4 maggio, lei, indicando la sua squadra ha detto che è cementata da un programma condiviso. Perché ha usato questo termine? È una giustificazione, è un mettere le mani avanti data l’eterogeneità della sua lista composta da persone che rinvengono da differenti esperienze politiche in altre amministrazioni? «No. È soprattutto un riferimento a un principio del primo don Luigi Sturzo. Quando questi assunse la carica di pro-sindaco di Caltagirone, la sua città. Rispetto agli scontri ideologici tra i partiti, che spesso producono paralisi per eccesso di passionalità oppose una novità che era, appunto, il programma. Nella lezione sturziana, il programma è l’uscita di sicurezza, anche perché amministrare non è la stessa cosa che legiferare. Io posso pensare, posso concedere che un sostrato d’ideologia ci possa essere in una legiferazione, in un’attività parlamentare, però quando si tratta di amministrare, l’unico cemento che può tenere insieme una coalizione fatta di sensibilità diverse è il programma. E Sturzo, in un periodo di accesa conflittualità ideologica, trovò nel programma la soluzione, soprattutto a livello locale.»
Quali sono le priorità del suo programma per un paese come Turi che langue ormai da tempo? «Da direttore di giornale mi capitava spesso di andare in giro e mi veniva spesso rivolta la domanda sull’ubicazione dell’area produttiva di Turi. Ero molto imbarazzato perché notavo che anche nel sud della Puglia, dove ci sono realtà più arretrate della nostra, vi erano aree produttive ben definite e questo, ripeto, mi metteva in profondo imbarazzo, perché Turi non aveva e non ha un’area di insediamenti produttivi. Un’anomalia, questa, un’arretratezza nostra, perciò ritengo che da questo punto di vista sia importante dare una scossa al paese e da qui una svolta. Tutto può contribuire a dare la sveglia a un paese addormentato, un paese in crisi profonda. Abbiamo avuto la possibilità di invertire la rotta grazie alla grande alluvione finanziaria e monetaria del PNRR che mai si è verificata in Italia, persino superiore al Piano Marshall, il che è tutto dire, ma non siamo stati capaci di sfruttarla in modo molto più incisivo. Quindi bisogna riprendere questo percorso, soprattutto bisogna partire dall’idea che il bilancio comunale deve essere quasi un optional, cioè il vero bilancio, la vera fonte di finanziamento per le opere pubbliche, per le iniziative di ogni tipo dovrà essere la straordinarietà, vale a dire: fondi comunitari, fondi nazionali, tutto quello che viene elargito, messo a disposizione delle amministrazioni locali che non grava, che non dipende dal bilancio e che deve rimanere solo un’uscita di sicurezza.»

Faccia un esempio concreto… «Sì, andiamo nel concreto. Noi ci troviamo ad affrontare l’aumento della TARI perché, purtroppo, per errori della Regione si è passati dal sistema di tariffe al sistema di prezzi e siccome il Consiglio di Stato ha detto che le imprese impegnate nello smaltimento dei rifiuti dovranno essere pagate secondo il valore di mercato e non secondo quello fissato dall’ARERA, cioè l’Agenzia di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, se un Comune ha un bilancio florido può intervenire e attenuare, persino annullare neutralizzare gli effetti di questo provvedimento ‘punitivo’ che rinviene dalla sentenza del Consiglio di Stato. Per raggiungere l’obiettivo di un bilancio florido è fondamentale avere a disposizione un abbondante parco-progetti che devono essere fatti indipendentemente dai finanziamenti. I progetti si preparano e si fanno protocollare per avere la precedenza. Questo è un metodo che ho potuto verificare e apprezzare dai migliori amministratori che la mia esperienza di giornalista mi ha consentito di conoscere.»

Per tornare alle cose da fare… «Un altro fattore fondamentale anche per la crescita economica di un territorio è la promozione culturale. L’esperienza dimostra che le zone, le aree, le Nazioni che hanno un alto tasso di scolarizzazione, di acculturazione, di diffusione della cultura sono primi nella ricchezza, nel benessere per un motivo molto semplice: la cultura attira gente e risorse e tutto viene poi a essere spalmato sulla cittadinanza. Nel campo dell’edilizia, poi, credo che la prima cosa sia la legalità, la trasparenza che poi è la premessa per tutti i settori. In particolare per l’edilizia dobbiamo anche qui cercare di recuperare, cioè costruire ma sul costruito innanzitutto, perché c’è un problema di degrado e di abbandono. Abbiamo le norme, abbiamo il ‘Piano Casa’ della Regione che è a mio avviso una grandissima occasione perché punta alla rivoluzione energetica e ambientale, e previene quelle che sono le direttive comunitarie e lo fa in modo più intelligente, più concreto, meno punitivo e nello stesso tempo da la possibilità di rimettere in sesto un patrimonio edilizio vetusto. Lo vedo fatto apposta, ad esempio, per il recupero, la riqualificazione del nostro rione Messina. Ed è l’occasione per rimettere in moto l’edilizia, l’unico settore che contiene tutti gli altri settori merceologici.»

E l’agricoltura? «L’elemento cerasicolo è sicuramente preponderante nel bilancio familiare turese e anche qui credo che Turi possa essere assolutamente capofila non solo della promozione di un marchio ‘Puglia’ che finora non c’è stato. Ci si deve anche far carico di un pressing presso il Parlamento, presso il Governo per ottenere la possibilità di pubblicizzare e promuovere il nostro prodotto sui grandi network internazionali, soprattutto asiatici così come si sta facendo per i meleti del Veneto. Non ho mai visto la ciliegia turese o pugliese fare lo stesso, ma è l’unico mezzo e si può fare a costo zero per le nostre famiglie di coltivatori e si può fare se si riesce ad ottenere una sorta di franchigia fiscale, per poter pubblicizzare il nostro tesoro agricolo soprattutto all’estero, in Cina e India in particolare, che sono le potenze emergenti.»

Finora è prevalsa l’idea che il buon amministratore è quello che risponde alle esigenze del singolo cittadino laddove si presentino. Non si rischia in tal modo di sacrificare il bene di tutta la comunità per l’interesse individuale o di una categoria? «Credo sia ancora attuale il pensiero di Salvemini che afferma la dannosità del favore personale perché se poi l’interesse generale decade, se la ricchezza complessiva diminuisce, si riduce anche la ricchezza e la solidità individuale, ed è quello che sta accadendo, ma il danno è collettivo e riguarda chiunque. È necessario cambiare questo modo di fare politica, della pacca sulla spalla o del favore. E’ impossibile davvero fare buona amministrazione se non si mette in primo piano il bene comune, se non si mette in primo piano la trasparenza. Bene comune, trasparenza non sono solo parole ma strutture portanti perché favoriscono la fiducia reciproca ed un’economia senza fiducia reciproca non corre. La trasparenza rende più veloci tutte le pratiche burocratiche, che se non sono veloci nascondono vischiosità, opacità, alle volte anche delle prepotenze e delle estorsioni. Queste non possono essere ammesse, devono essere combattute. Gli uffici comunali devono essere delle case di vetro e questo nuovo corso produrrà anche un maggior tasso di fiducia dei cittadini nei confronti dell’amministrazione.»

Che tipo di squadra è la sua? «Se vinceremo, sarà impossibile non mettere insieme competenza e consenso. E aggiungo, anche coloro che non dovessero essere eletti in caso di nostra vittoria, sicuramente avranno un ruolo nella definizione di progetti, nella realizzazione di idee e iniziative perché ritengo che un’esperienza di questo tipo in cui tutti ci stanno mettendo entusiasmo, e devo dire che negli ultimi giorni abbiamo avuto molte richieste di adesione a cui abbiamo dovuto dire di no perché la lista era completa, tutti anche questi ultimi avranno un ruolo, nessuno sarà dimenticato. Tengo molto alla questione della partecipazione perché è fondamentale. Come ho detto nell’articolo di congedo da ‘Repubblica’ ho notato che la partecipazione sociale in Italia funziona, mentre non funziona la partecipazione politica perché il cittadino non si sente coinvolto. La partecipazione sociale funziona perché da la possibilità di vedere i risultati di quello che si fa, mentre la partecipazione politica, dopo il momento elettorale, subisce la dimenticanza per cinque anni. Per questo è fondamentale che ci sia un canale continuo, mai interrotto fra le esigenze vere della popolazione e la possibilità degli eletti di intervenire. In questo senso, il pre-Consiglio, a mio avviso, dovrebbe trasformarsi in una sorta di assemblea popolare, di partecipazione popolare, in cui sentire dalla viva voce dei cittadini cosa ne pensano. Queste assemblee, in un comune grande come il nostro, possono essere realizzate attraverso l’utilizzo della rete, per esempio. Per noi questo deve rappresentare un modello di lavoro.»
Con quali idee, parole, cercherà di attrarre a se e alla sua lista i cittadini che non votano, gli indecisi? «C’è un sentimento di sfiducia verso le amministrazioni a tutti i livelli che a mio avviso in alcuni casi è motivato in altri no. Quello che posso dire e che non ci si deve abbandonare a una posizione fatalistica. Per esempio, anche in Puglia ci sono dei casi in cui si è dimostrato che è possibile cambiare direzione anche in pochissimo tempo. Monte Sant’Angelo, paese del Gargano ha avuto grandi problemi di tipo morale perché è stato sciolto per mafia. Adesso ha avuto il riconoscimento di ‘capitale della cultura’ perché la nuova amministrazione, nata dopo quella incriminata, ha messo insieme le intelligenze migliori del paese ed è riuscita ad ottenere un riconoscimento straordinario. Inconcepibile prima e l’ha fatto mettendo in atto provvedimenti davvero di rottura con il sistema del passato, dimostrando cosi che oltre la realizzazione di opere si era anche cambiato l’approccio amministrativo. Questo per dire che persino nei paesi con problemi molto più gravi dei nostri è stato possibile invertire la rotta,a maggior ragione bisogna farlo per Turi che  può e deve essere svegliata. Per quanto riguarda gli indecisi, sono cittadini che hanno una sfiducia nei confronti della politica, dell’amministrazione in particolare –tutta l’Italia ha questi problemi –ritengo che ci siano le condizioni per convincerli del contrario. Questo fatalismo può essere abbattuto, bloccato, interrotto.»

E gli elettori già orientati? «Anche questa è una sfida che raccogliamo. Noi saremo gli amministratori di tutti con un’impostazione votata all’interesse generale e non particolare. In questo modo anche in una realtà come Turi che non brilla per dinamismo economico, dobbiamo poter cambiare il corso della storia, perché non è un destino essere marginali. Cambiare è possibile.»

Lia Daddato

Le foto sono di Cinzia Rossi

Centro-vaccinazioni-covid-bis

Contagi, vaccini e controlli. Il punto con il sindaco Tina Resta

Sindaco, qual è la situazione del Covid-19 a Turi ad oggi (19 gennaio)?

“Proprio ieri (18 gennaio, ndr) abbiamo avuto comunicazione dalla Prefettura di 16 nuovi contagi, altri si sono negativizzati, per un totale di 61 contagiati in corso. Il fenomeno di adesso è il risultato delle feste di fine anno appena trascorse, in quanto si stanno allargando i contagi nei nuclei familiari, questo perché in molti hanno deciso, nonostante i divieti, di pranzare insieme. Tra gli ultimi contagiati ci sono anche 5 minori”.

Per i vaccini come ci si sta organizzando?

“Ho inviato alla ASL una nota, alla luce del fatto che tra questi 61 contagiati ci sono operatori sanitari, residenti a Turi, che lavorano in strutture che non sono sul territorio di Turi. Ho sollecitato l’ASL su ciò che avrebbe già dovuto fare, l’apertura di un presidio territoriale vaccinale dove i vaccini vengono somministrati secondo le priorità previste dalla Regione. Nessuno deve pensare, come si sta facendo sui social, che ci siano corsie preferenziali per vaccinarsi. Le linee regionali prevedono come primo step gli operatori sanitari e gli operatori socio-sanitari, cioè anche chi lavora nell’ambito ospedaliero per altre mansioni: il portinaio, la ditta di pulizia, cioè chi ha contatto con ambienti dove la possibilità di contagio è molto alta rispetto ad una abitazione privata. Non sono quindi solo i medici, gli infermieri e gli OSS. Questo deve essere chiaro”.

Chi è stato già vaccinato?

“A Turi sono stati già vaccinati i medici curanti, i farmacisti, poi ci saranno gli ultraottantenni, le persone con fragilità, le forze dell’ordine, gli operatori scolastici, tutto un susseguirsi fino ad arrivare all’intera collettività. È chiaro che oggi c’è una preoccupazione per le dosi vaccinali disponibili ma questo è un problema di molte regioni. Speriamo che si tenga in considerazione almeno il completamento dell’intervento vaccinale sui soggetti che hanno usufruito della prima dose. Non ci sono corsie preferenziali.

Per i tamponi si era pensato all’apertura di un drive-through anche a Turi…

“Io ho mandato alla direzione generale dell’ASL una richiesta per l’apertura di drive-through per effettuare i tamponi in loco ma dopo una prima disponibilità non ci hanno fatto sapere più niente nonostante ci avessero confermato l’utilizzo del palazzetto dello sport, poi è arrivato il ‘fermi tutti’ non per problemi organizzativi nostri ma loro, noi eravamo prontissimi”.

Per il presidio vaccinale invece cosa ci può dire?

“È naturale che ogni paese deve avere il suo presidio. Il 4 gennaio ho mandato una richiesta chiedendo con sollecitudine l’apertura a Turi di un Centro territoriale SISP per la campagna di somministrazione dei vaccini secondo le disposizioni di legge (aperto il 12 gennaio presso la sede ASL in via Pietro de Donato Gannini, ndr). Secondo i contagi avuti nella RSSA invece di creare allarmismi e di chiedere tamponi per le scuole come hanno fatto altri miei colleghi sindaci, avevo chiesto, in una nota precedente, un presidio sanitario per la rete delle scuole, perché se un alunno risulta positivo non si sa più che fare, che procedure mettere in atto, questo succedeva soprattutto all’inizio dell’anno scolastico ora meno. Ecco perché ho ritenuto che le scuole avessero bisogno di una guida sanitaria a supporto delle famiglie, che, di fronte al contagio, non sanno da dove cominciare”.

I turesi come rispondono alle varie sollecitazioni in questa situazione di preoccupazione generale?

“C’è incertezza, la situazione è ancora piena d’incognite, problemi. È un faticoso tira e molla, ma dobbiamo andare avanti. Faccio degli esempi concreti. Ho avuto segnalazione di molti casi di turesi che aspettavano di essere chiamati per il tampone di controllo ma non è successo, per l’eccessivo lavoro delle strutture e degli operatori, e non potevano tornare al lavoro in quanto il datore di lavoro chiedeva loro una certificazione di negatività al controllo. Di riflesso succede che per dribblare una procedura regolare alcune volte non si fanno le cose come si dovrebbero fare perché c’è il timore di perderci economicamente. Infatti, abbiamo fermato molte persone positive o in isolamento fiduciario che se ne andavano in giro tranquillamente. Quando sui social si dice che l’Amministrazione sta ferma bisogna provare a vivere questa pandemia non solo guardando al lockdown totale di marzo-aprile scorso quando tutti stavamo chiusi in casa ma in tutti i controlli che è necessario fare ora. Infatti, io ho più paura adesso che in quei mesi di chiusura totale. Basta vedere questi giorni: siamo ‘arancioni’ ma tutto è aperto e la gente per mille motivi si muove”.

SantOronzo-a-Mamma-Rosa-2020

RSSA ‘Mamma Rosa’, dai bollettini situazione monitorata e sotto controllo

Il 18 dicembre scorso, la RSSA ‘Mamma Rosa’, comunica al Sindaco Tina Resta, in maniera ufficiale, la positività al SARS-COV-2 di 37 dei 59 ospiti residenti in struttura, nonché di 8 operatori più 1 caso dubbio al momento. Dal 18 dicembre, la struttura, ogni giorno, con puntuale regolarità, nella persona del dott. Vittorio Pugliese, coordinatore sanitario, provvede al controllo e monitoraggio clinico della popolazione anziana, rilevando i parametri essenziali: temperatura e saturazione, riservandosi comunicazione telefonica ai parenti, laddove sia necessario.

Al 22 dicembre, si legge in una nota inviata dal direttore dott. Pierangelo Pugliese al Sindaco, “La popolazione dei Dipendenti e dei Volontari che operano all’interno della RSSA’Mamma Rosa’ è complessivamente composta da numero 49 unità (46 dipendenti e 3 volontari religiosi). I risultati ottenuti con i tamponi evidenziano quanto appresso: n. 29 NEGATIVI, n. 17 POSITIVIe n. 3 DUBBI”.

Ad oggi, 24 dicembre, l’ultimo bollettino medico conferma una situazione stazionaria e nella norma per quanto riguarda le rilevazioni della saturazione di ossigeno. Non ci sono, cioè, situazioni di criticità tali da richiedere interventi clinici. Noi aggiungiamo, grazie alla professionalità, alla dedizione e alla cura che sia la dirigenza sia gli operatori dedicano ed hanno sempre dedicato agli ospiti residenti. Grazie a loro e al sacrificio di ognuno di essi ‘Mamma Rosa’ sta assicurando, anche in questo momento di difficoltà, la serenità agli anziani e ai loro parenti.

Da questo link potete visionare tutti i bollettini emanati finora dalla struttura, che la dirigenza di ‘Mamma Rosa’ provvede a girare ai parenti e alle autorità locali competenti. Abbiamo scelto di pubblicarli perché riteniamo di rendere, così, un servizio utile e di informazione corretta a favore di un’eccellenza del nostro territorio che sta a cuore a tutti i turesi come la memoria dei suoi fondatori: Matteo Pugliese e Remo Lefemine.

Oggi, con una nota al Sindaco (consultabile qui), il coordinatore sanitario dott. Vittorio Pugliese ha comunicato che “Tutti i dipendenti risultati POSITIVI, al tampone eseguito il 22/12/2020, saranno sottoposti a tampone molecolare di controllo direttamente a cura della ASL. Per quanto riguarda gli Ospiti, tutti, indipendentemente dall’esito del tampone eseguito in data 17/12/2020, saranno sottoposti a tampone molecolare di controllo il prossimo 30 dicembre, direttamente in struttura”.

Aggiorneremo la situazione sul sito o sulla pagina fb man mano che la RSSA ‘Mamma rosa’ ci fornirà i bollettini.

Melissa-manifesto

Una ‘piega’ per Melissa

Melissa è una bambina di appena sette mesi, di Monopoli, è affetta da SMA di tipo 1, acronimo di Atrofia Muscolare Spinale prossimale, una grave quanto rara malattia infantile che colpisce le cellule nervose del midollo spinale, quelle cioè da cui partono i segnali diretti verso tutti i muscoli; sindrome neurodegenerativa che impedisce di camminare, sedersi, deglutire, respirare, controllare il collo e la testa. Grazie alla Ricerca la SMA 1 non è più mortale, ma per essa è assolutamente necessario un farmaco specifico, gratuito in Italia solo per i bambini fino al sesto mese di vita. Per questo motivo i genitori di Melissa fanno appello alla solidarietà delle persone di cuore perché solo con lo sforzo generoso di tanti si può riuscire a raggiungere l’incredibile cifra di 2 milioni e 100 mila euro necessaria per la cura molto costosa, ma in grado di dare più di una speranza.

A Turi per questa gara di solidarietà si sono mobilitati alcuni giovani imprenditori.

Anna Sabino, hair stylist for ‘Àgape’ ha messo a disposizione il suo salone da poco rinnovato ed insieme a Daniela Gonnella, hair stylist for ‘Art Studio’, Daniela Palmisano Hair stylist per ‘Fascino’ e Davide Sabino stylist for ‘STE.DE.PA’ hanno organizzato per domenica 6 dicembre una giornata di lavoro tutta dedicata a Melissa: piega&tshirt 25 euro previa prenotazione. Chi vuole può, comunque, dare un contributo libero sempre presso ‘Àgape domenica 6 dicembre’.

Un gesto generoso e grande per il piccolo cuore di Melissa.

Tina-Resta-festeggiamernti-corteo

Crisi politica al Comune: Tina Resta chiama tutti alla responsabilità

Tina Resta, all’indomani della clamorosa revoca delle deleghe ad assessori e consiglieri, dice la sua con la solita franchezza che i turesi hanno imparato ad apprezzare durante il difficile periodo del lockdown. «Ritengo che ogni cosa vada discussa ‘vis a vis’. La lettera dei quattro (il Sindaco si riferisce alla lettera firmata a luglio da Fabio Topputi, Teresa De Carolis, Teresita De Florio e Onofrio Resta, ndr) è stata solo un pretesto per mostrare i muscoli elettorali. Bene, invece, io credo che correttezza voleva che tutto dovesse essere discusso e se non si era d’accordo bastava togliere la fiducia al Sindaco

La situazione appare molto complicata a causa dei rapporti conflittuali tra i firmatari della lettera e il Sindaco: «È un logorio continuo – conferma Tina Resta – mai io non ho cambiali da pagare a nessuno, chiedo il rispetto dei ruoli.» Il Sindaco appare determinata a smascherare i giochi di palazzo che a poco più di un anno vorrebbero ribaltare il tavolo, facendo arrivare di nuovo il commissario non certo per il bene del paese. «Ho bisogno di capire chiaramente chi è con me e chi è contro di me. Per questo sono disposta ad avviare un dialogo a 360°, chiamando anche i consiglieri di Minoranza ad un comune senso di responsabilità senza inciuci o strategie

Il Sindaco richiama la sua Maggioranza, prima di tutto: «Se non ho una squadra che si coniuga al ‘noi’ non posso andare avanti. Ognuno si assuma le proprie responsabilità di fronte all’elettorato. Devo capire fino in fondo il senso di lealtà del mio gruppo

Com’è ormai abitudine, Tina Resta ci ha confermato che, dopo il giro di colloqui politici, intende mandare un video messaggio ai turesi perché, ribadisce, «non ho niente da nascondere, ma alla luce degli ultimi avvenimenti ed in un contesto generale così difficile, scelgo la trasparenza e per questo intendo capire chi ha voglia di rimboccarsi le maniche e chi no. Chiedo un maggiore impegno perché i progetti in cantiere sono tanti e sarebbe un danno alla comunità bloccarli

Alcolici-e-giovani

Il Sindaco vieta gli alcolici in bottiglia

Ho scritto una lettera al Prefetto, al Questore e al Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri con cui, pur apprezzando l’impegno profuso dai Carabinieri, denuncio alcuni episodi tra cui quello più grave dell’altra sera e in più chiedo un presidio e un intervento più particolare su questi gruppi che si sono segnalati per turbativa dell’ordine pubblico, nonché un supporto d’indagini per capire di più”.

Così ci ha riferito il Sindaco Tina Resta che, all’indomani del gravissimo episodio avvenuto nella villa comunale la sera del 19 agosto, ha convocato il Comandante della Polizia Locale Raffaele Campanella e il Comandante della Stazione dei Carabinieri Giovanni Sacchetti per un confronto sul da farsi. Nella mattinata del 21 la dott.ssa Resta ha firmato un’ordinanza – n. 60/2020, pubblicata sul sito web del Comune di Turi (scaricabile qui) – resasi necessaria e non più procrastinabile, a seguito di reiterati episodi, alcuni dei quali risalenti addirittura a luglio, segnalati dai cittadini alle forze dell’ordine, che riferivano di bottiglie di vetro vuote usate minacciosamente negli alterchi tra ragazzi extraeuropei.

Il provvedimento intende salvaguardare le ragioni d’interesse pubblico “garantendo e conciliando, da un canto, la tutela dell’integrità fisica della popolazione e, dall’altro, i diritti economici degli esercenti pubblici che in ogni caso sono debitamente salvaguardati”.

In concreto, il Sindaco vieta a tutte le attività commerciali compresi i cosiddetti ‘H24’ (distributori self service) su tutto il territorio comunale di somministrare e/o vendere bevande e alimenti in contenitori di vetro e lattine che devono essere sostituiti da carta o plastica, dalle ore 19.00 alle ore 6.00 del mattino successivo a partire dal 22 agosto fino al 6 settembre prossimo. È fatto inoltre divieto a chiunque sul territorio comunale di consumare o detenere bevande alcoliche e superalcoliche in contenitori di vetro o lattine in qualsiasi ora sempre dal 22 agosto al 6 settembre. Le sanzioni previste vanno dai 25 a 500 euro.

La dott.ssa Tina Resta afferma che “il provvedimento è sicuramente restrittivo ma necessario e sarà monitorato. Qualora questo divieto non dovesse bastare, sarò ancora più restrittiva con quelli che vanno ad erogare alcool. Mi affido quindi alla responsabilità collettiva e chiedo molta attenzione agli esercenti perché non consentirò che si continui a vendere alcool anche ai minori come succede purtroppo in questi ultimi tempi ”.

Concerto-jazz-The-Rickety-one-Nighters

Rissa in villa a suon di jazz

Ieri sera, intorno alle 22, molta gente regolarmente contingentata occupava le sedie poste in piazza Sandro Pertini per l’esibizione del gruppo jazz ‘The Rickety one Nighters’. I più passeggiavano in villa come ogni sera estiva. Nel bel mezzo del concerto organizzato dal Comitato Festa Patronale, l’attenzione di tutti è stata deviata verso la villa comunale da dove proveniva un vociare concitato. In pochi attimi il trambusto si è trasformato in rissa. Un gruppo di una decina di ragazzi extracomunitari si è azzuffato pericolosamente e in pieno passeggio per motivi non noti. Una rissa in piena regola probabilmente resa ancora più carica dall’alcool che i ragazzi avevano già consumato, vista la presenza di numerose bottiglie vuote lasciate nei pressi.

Panico, paura tra i presenti ed un fuggi fuggi generalizzato soprattutto quando, nonostante l’intervento dei Carabinieri e di alcune persone che hanno cercato di placare gli animi, gli autori della zuffa si sono svincolati, rincorsi, spostando la rissa dall’altra parte della villa, vicino la ‘montagnola’, sempre in pieno passeggio, non curanti dei militari intervenuti, seminando paura tra le famiglie con bambini presenti a quell’ora. Uno dei litiganti ha avuto la peggio ed è stato necessario l’intervento del 118 con successivo trasferimento in ospedale. Anche il 112 è intervenuto ma nel frattempo il resto della combriccola si è dileguato.

Nei commenti duri dei presenti in villa, la preoccupazione perché riferiscono che non è la prima volta che il giardino pubblico è teatro di queste scorribande in quanto dopo una certa ora sembra diventare terra di nessuno, il tutto complicato dall’uso indisturbato di bevande alcoliche, facilitato dalla presenza in zona di macchinette self service.

Non è certo il clima di una tranquilla serata estiva quello che ieri sera si respirava a Turi, altro che vivibilità. Sembra, come si è detto, che questo sia soltanto uno dei tanti episodi che si sono verificati negli ultimi tempi. La punta di un iceberg che va pian piano affiorando. Da ieri sera è vietato girarsi dall’altra parte, le Autorità civili e militari devono sentirsi chiamate ad un’attenzione e responsabilità maggiore.

mercato Turi foto Francesco Mazzone 2007

Covid-19: fiera vietata, nuovi obblighi e lavori nelle aule scolastiche

La secolare fiera di Sant’Oronzo del 24 agosto quest’anno non si farà. Lo stabilisce un’ordinanza del 13 agosto firmata in via precauzionale dalla sindaca Tina Resta.

La sofferta decisione è in linea con le prescrizioni e i divieti imposti dall’emergenza sanitaria ancora in corso, che proprio in questi giorni di viaggi e vacanze, di discoteche e spiagge affollate registra in Puglia come nel resto d’Italia e del mondo un preoccupante aumento di contagi. 

Il mancato svolgimento dell’evento fieristico si porta dietro anche l’annullamento dei cosiddetti  ‘Mercatini di Sant’Oronzo’ previsti per i giorni 25, 26,27 e 28 agosto proprio in concomitanza con la festa patronale. Quindi, niente bancarelle, niente processioni, niente occasioni di raduno per evitare pericolosi avvicinamenti tra le persone.

Dalla Regione, intanto, giunge una nuova ordinanza del presidente Emiliano che dal 13 agosto obbliga all’uso delle mascherine anche all’aperto quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza di un metro tra le persone.

Infine, la giunta municipale il 14 agosto ha deliberato di spendere il contributo di 70 mila euro giunto dal Ministero della Pubblica Istruzione per la messa in sicurezza delle aule in vista della riapertura delle scuole il 24 settembre. Il progetto definitivo-esecutivo di ‘adeguamento e adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche’ è stato predisposto dal geom. Gianvito Colucci; responsabile del procedimento (RUP) è stato nominato l’arch. Flaviano Palazzo.

vita-notturna-salento

Covid-19: nuova ordinanza del governatore Emiliano per i pugliesi vacanzieri

C’è preoccupazione in giro per l’aumento dei contagi di Covid-19. L’estate, il caldo, la voglia di evadere ha abbassato la consapevolezza del pericolo mai scomparso del tutto facendo aumentare il numero dei contagiati. Questo era prevedibile e preventivato dagli esperti.

Vista la situazione di pericolo il governatore della Puglia Michele Emiliano, saggiamente, l’11 agosto ha emanato un’ordinanza (la n. 335) con la quale prescrive ‘Misure urgenti per la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19’.

Il Governatore, “considerato che i dati contenuti nell’ultimo rapporto di monitoraggio… confermano la ripresa della circolazione virale, conseguente all’allentamento delle misure di restrizione della mobilità e all’incremento del rientro di pugliesi dall’estero” ha ordinato che, a decorrere dal 12 agosto 2020 “fermi restando i divieti e le limitazioni d’ingresso in Italia stabiliti all’articolo 4 del dpcm del 7 agosto 2020… tutti i cittadini pugliesi che abbiano soggiornato o transitato, per vacanza o vacanza-studio, in Spagna, Malta e Grecia, e che rientrino in Puglia presso la propria abitazione o dimora, con mezzi di trasporto pubblici o privati, hanno l’obbligo:

– di segnalare il loro arrivo e rendere le informazioni richieste, utilizzando l’apposito modulo di auto-segnalazione disponibile sul sito istituzionale della Regione Puglia;

– di comunicare tale circostanza al proprio medico…;

– di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario… per 14 giorni;

– di osservare il divieto di spostamenti e viaggi;

– di rimanere raggiungibili per ogni attività di sorveglianza;

– in caso di comparsa di sintomi, di avvertire immediatamente il medico…”.

Inutile aggiungere che la mancata osservanza degli obblighi comporterà immediate e pesanti sanzioni.