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Giornata Internazionale dell’8 Marzo. Giovanna Giannandrea, una ‘Storia di Donna’

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo 2024, presso la Sala Consigliare del Comune di Turi, a partire dalle ore 18:30, si è tenuto l’evento “Storia di donne: Incontro con Giovanna Giannandrea, amministratrice unica di Willy Green Technology”, introdotto dal professor Osvaldo Buonaccino d’Addiego, che ha visto la partecipazione di Imma Bianco assessore alle Politiche sociali del Comune di Turi. L’iniziativa ha celebrato la giornata istituita dalle Nazioni Unite per riflettere sulle disuguaglianze ancora esistenti e ricordare le conquiste ottenute dalle donne finora. Su questo tema è intervenuta Giovanna Giannandrea, amministratrice unica di Willy Green Technology, che ha condiviso la sua storia personale e professionale per supportare con l’esempio le sue concittadine e spronarle a perseguire i propri obiettivi e la propria indipendenza.

“Questa è la giornata dedicata all’emancipazione della donna, alle conquiste politiche e sociali grazie alle quali oggi possiamo votare, studiare, scegliere la vita che vogliamo, investire nella carriera, raggiungere l’indipendenza sociale”. – Ha esordito l’amministratrice di Willy Green Technology, raccontando poi degli esordi in ambito professionale: “In tenera età sono entrata nel mondo del lavoro e per 22 anni ho lavorato con orari massacranti e salari ridicoli, mi è stato chiaro fin da subito che i diritti delle donne bisognava conquistarseli con fatica e sudore. Esaurita questa esperienza, ho iniziato un percorso professionale di 12 anni in un’azienda alimentare in cui sono maturata e cresciuta. Tutto sembrava andar bene fino al 2014, anno in cui ho scoperto di dover affrontare una malattia rara, invalidante, che mi ha costretta in ospedale per un anno”.

Ha proseguito condividendo parte della sua esperienza di vita personale e professionale per dare coraggio a tutte le donne che ogni giorno si trovano ad affrontare le difficoltà: “Questo periodo devastante della mia vita mi ha consentito di riflettere a lungo, e quando tutto sembrava congiurare contro, gli eventi sono volti al meglio. Grazie anche alle tante persone che mi hanno supportata e hanno saputo vedere in me la forza, dandomi l’opportunità di iniziare un nuovo lavoro”. Di qui è iniziata la scalata verso il successo di Giannandrea, che sottolinea: “Da amministratrice delegata di Willy Green Technology mi sono adoperata affinché la presenza femminile in azienda fosse più ampia. Con orgoglio posso dire che su un organico di 28 unità a tempo indeterminato, 13 sono donne, tutte collocate in ruoli verticistici e questo grazie anche alla sensibilità del direttore generale Emanuele Ventura”.

Poi si è parlato dell’importanza delle radici turesi e del futuro della città: “Non dimentico che sono una cittadina turese, amo il paese – sottolinea Giannandrea – e dando seguito al desiderio di valorizzare al meglio il territorio, siamo riusciti insieme al dottor Emanuele Ventura a raggiungere l’obiettivo di avere una sede distaccata della società a Turi. Affinché possa essere un’opportunità per tutte e tutti i cittadini. Sono orgogliosa di annunciare a tutta la comunità che Willy Green Technology ha investito in questa direzione. Infatti, lo storico Palazzo Cozzolongo di via Maggiore Orlandi 10 qui a Turi sarà la nuova sede aziendale e non solo. Sono già iniziati i lavori di ristrutturazione del palazzo storico che sarà restituito alla città come luogo di cultura e socialità”.

Infine l’amministratrice dell’azienda verde turese conclude con l’invito e l’augurio a tutte le donne: “Ho lottato, ho subito, ho pianto, ma alla fine ho vinto perché testardamente ho fatto valere le mie idee. Con la mia esperienza invito tutte le donne qui presenti a non arrendersi, a credere nei propri sogni e a lottare affinché diventino realtà. Auguri a tutte noi”.

L’imprenditrice Giannandrea è stata ospitata come esempio pionieristico di coraggio e determinazione professionale che ha contribuito a costruire un presente più equo e paritario per le donne del territorio e che punta a realizzare obiettivi ancora più ambiziosi per il futuro dei cittadini pugliesi.

A conclusione, Emanuele Ventura, responsabile delle politiche aziendali di Willy Green Technology, con il suo intervento ha voluto rendere omaggio a tutte le donne che hanno sacrificato la vita per i diritti fondamentali, per il voto, per il diritto al lavoro, per la salvaguardia della dignità personale e a tutte le donne vittime di abusi da parte degli uomini: “La Willy Green Technology si sta muovendo sempre più in questa direzione per favorire l’occupazione femminile nei ruoli apicali. Oggi, ringraziamo di cuore tutte le donne che rappresentano il progresso e il futuro della società. La Willy Green Technology sarà sempre aperta a nuove proposte e iniziative che possano promuovere la cultura delle pari opportunità”.

A conclusione della serata, Auser, associazione di attività culturali e ricreative di Turi (organizzatrice dell’evento con l’UTLE, ndr), ha fatto dono all’ospite Giovanna Giannandrea della tessera onoraria per l’impegno profuso sul territorio.

Ufficio stampa Willy Green Technology (l.angelillo@tekmore.it)

Didascalie foto: 1) L’amministratrice unica Giovanna Giannandrea tra Antonio Conte, presidente AUSER Turi e Osvaldo Buonaccino d’Addiego, direttore UTLE Turi; 2) Al tavolo, da sinistra: Antonio Conte, l’assessore Imma Bianco, Giovanna Giannandrea, Osvaldo Buonaccino d’Addiego

PUTTI DORATI DEL CARRO (foto Fabio Zita)

Manutenzione, restauro e messa in sicurezza del Carro Trionfale. Stanziati 50 mila euro. Lavori affidati alla ‘Rossi Restauri Srl’

Con la determina N.547 del 28/12/2023 a firma del responsabile del procedimento arch. Flaviano Palazzo, pubblicata nell’Albo Pretorio del Comune il 29-12-2023, il Settore Lavori Pubblici del Comune di Turi, vista la conclamata necessità ed urgenza di procedere all’esecuzione di lavori di “manutenzione, restauro e messa in sicurezza del Carro Trionfale di Sant’Oronzo”, ha stanziato la necessaria cifra di euro € 50.000 a carico del Bilancio 2023, con “Visto di regolarità contabile attestante la copertura finanziaria” rilasciato a firma del responsabile del Servizio Finanziario del Comune di Turi, dott. Francesco Filippetti. Stanti le risicate tempistiche di avvio e conclusione dei necessari lavori di manutenzione, che mettano il Carro Trionfale a disposizione dello svolgimento della Festa Patronale 2024, per la gara d’appalto si è ricorso al ‘Mercato elettronico’ attraverso la ‘procedura di T.D. su piattaforma MEPA’, come previsto dalla legge per l’acquisto da parte delle P.A. di beni e servizi di importo pari o superiore a € 5.000. Importo contrattuale della determina che ha consentito di procedere in via autonoma all’affidamento dello stesso mediante Trattativa Diretta (T.D.), trattandosi di appalto d’importo inferiore ad euro € 150.000, fermo restando gli obblighi in materia di contenimento della spesa. Affidamento diretto, possibile anche senza consultazione di più operatori economici, assicurando che siano scelti soggetti in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali.

Così l’affidamento diretto è stato affidato, previa indagine di mercato, all’Operatore economico Rossi Restauri S.r.l., con sede a Turi, risultata essere in possesso di tutti i requisiti compresi, quelli di regolarità contributiva risultante dal DURC e delle competenze necessarie al fine di procedere all’esecuzione dei lavori “Manutenzione, restauro e messa in sicurezza del Carro Trionfale”. Il corrispettivo a base di gara è pari ad € 23.000 soggetto a ribasso, cui si aggiungono manodopera per € 15.000 e gli oneri della sicurezza per € 2.000 entrambi non soggetti a ribasso. A questi va aggiunta per legge l’IVA e una quota di € 1.200 per eventuali imprevisti. Dalle risultanze della procedura, nei termini previsti l’Operatore economico Rossi Restauri S.r.l., ha presentato un’offerta pari a € 20.000 cui si aggiungono manodopera per € 15.000 e oneri della sicurezza per € 2.000 entrambi non soggetti a ribasso. A questi va aggiunta per legge l’IVA pari a € 8.140 e una quota di € 1.200 per eventuali imprevisti. Il tutto per un totale di € 46.340. I lavori dovrebbero avere inizio a breve.

PietroPasciolla

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“Un’orchestra giovanile territoriale”. Dopo Turi, la Willy Green Technology avvia a Noci il secondo progetto di “Scuola di Musica ad indirizzo bandistico”

Lo scorso giovedì, presso il Chiostro delle Clarisse di Noci, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della “Scuola di Musica ad indirizzo bandistico gratuita”, che nasce dall’accordo di collaborazione tra la Banda cittadina “Santa Cecilia-G. Sgobba” e l’azienda Willy Green Technology. Contestualmente è stato firmato l’accordo di collaborazione tra le parti, con la partecipazione del Comune di Noci, dell’Associazione Musicale Culturale “G. Puccini” e degli Istituti Comprensivi “Gallo-Positano” e “Pascoli-Cappuccini”.

Il progetto – Il progetto, che potrà contare sul patrocino della Regione Puglia e del Comune di Noci, sarà interamente sostenuto dalla Willy Green Technology che, due anni fa, ha supportato un’analoga iniziativa a Turi. Anche in questo caso, la Scuola di Musica ad indirizzo bandistico avrà la durata di 5 anni e sarà fruibile gratuitamente da 25 alunni.

Gli obiettivi – «Oltre a voler contribuire al nobile intento di dare continuità all’opera di divulgazione del patrimonio culturale bandistico cittadino, la nostra presenza nel mondo musicale guarda a orizzonti ancora più ambiziosi». – spiega il dott. Emanuele Ventura, direttore della Willy Green Technology. «Da un lato si vuole offrire un’opportunità di crescita ai bambini, linfa vitale per il futuro. Dall’altro, unendo l’esperienza turese con quella nocese, si punta a costituire un’orchestra giovanile di fiati che abbia un vero impianto territoriale non più solo localistico. Perché preservare la tradizione bandistica, significa tutelare le nostre radici pugliesi e l’identità della comunità nel tempo». «La Willy Green Technology» prosegue il dott. Ventura «sta investendo per restituire ai giovani la fiducia nel futuro e in un mondo migliore attraverso il recupero della tradizione ma soprattutto del sentimento di condivisione. La prospettiva è ancora più ampia e ne sentirete parlare nelle prossime settimane».

panorama Turi con carcere

Il valore della Scuola in carcere: imparare dentro. Elezione delle rappresentanze studentesche IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ della Casa di Reclusione di Turi

Affrontare il tema dell’istruzione in carcere non è sicuramente impresa semplice. Pensando ad un aggettivo che possa descrivere questa realtà, me ne viene in mente soprattutto uno, probabilmente banale ma sicuramente azzeccato: complesso. Il mondo della scuola in carcere è effettivamente così. Complesso. Più complesso dei mondi delle scuole “altre” perché segnato da una peculiarità imprescindibile: la condizione di detenzione degli studenti, con tutto quello che essa comporta. Un presupposto di base che complica tutto il sistema: ambiente, attori coinvolti, regole, setting educativo, relazioni umane, didattica… Il tempo di cui si fa esperienza a scuola incrocia il tempo della pena. Da un lato lo reinterroga in modo esigente, dall’altro lo “svela” nella sua durezza. Interrogarsi sul senso ed i significati, aprire la lettura della realtà nei suoi problemi presenti e nelle sue direzioni storiche, riflettere sulle responsabilità e le dimensioni morali che richiamano, può riaprire il confronto con il reato e con la pena, con le vittime e con la convivenza. Il tempo della pena fa i conti con un tempo perduto o distorto. Questo “dà pena” ma, insieme, può permettere una diversa lettura di ciò che nel tempo può essere recuperato, colto, rigenerato.

Si può passare da un tempo di pena chiuso e vuoto a un tempo nel quale può valere la pena? Forse, per qualcuno certamente, il percorso penale potrebbe sviluppare – anche grazie alla scuola – queste direzioni se aprisse a condizioni diverse di “prova di sé”, e di partecipazione a momenti e impegni formativi e riparativi diversificati. Al momento presente in carcere, vivendo la scuola, se ne può cogliere la importanza, la necessità, e prepararne le condizioni. La scuola, luogo di maggiore respiro del pensiero e di relazioni più aperte ed umane, è anche luogo nel quale la sofferenza può emergere con più evidenza, trovando sue parole e immagini, trovando modo di prendere figura e rappresentazione nelle figure e nelle rappresentazioni della cultura, della scienza, dell’arte.

In questa ottica e per la prima volta dalla sua consolidata presenza appunto temporale all’interno dell’Istituto di pena, l’II.SS. Pertini Anelli Pinto grazie alla fattiva collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria ha programmato e realizzato l’elezione delle rappresentanze studentesche, entro i tempi previsti per tutte le Istituzioni scolastiche nazionali ovvero 30 ottobre. Gli Organi collegiali sono organismi di governo e di gestione delle attività scolastiche a livello territoriale e di singolo istituto. Sono composti da rappresentanti delle varie componenti interessate.

Il processo educativo nella scuola si costruisce in primo luogo nella comunicazione tra docente e studente, anche se ristretto, e si arricchisce in virtù dello scambio con l’intera comunità che attorno alla scuola vive e lavora. In questo senso la partecipazione al progetto scolastico da parte dei rappresentanti degli studenti è un contributo fondamentale. Gli Organi collegiali della scuola prevedono sempre la rappresentanza e sono tra gli strumenti che possono garantire sia il libero confronto fra tutte le componenti scolastiche sia il raccordo tra scuola e territorio, in un contatto significativo con le dinamiche sociali. Per molti degli alunni ristretti la costituzione del seggio, le operazioni elettorali, l’insediamento delle componenti all’interno dei Consigli di classe ha rappresentato in modo autentico un primo esercizio di democrazia diretta e partecipata, che è stato investito di un’aura quasi religiosa. Ha valso più che una teorica lezione di Educazione Civica!

Giovanni (nome di fantasia), alla sottoscrizione della nomina in qualità di rappresentante, si chiede come sarebbe la sua vita se qualcuno un po’ di tempo fa lo avesse ascoltato e messo in condizione di “contare”.

La scuola è sempre una possibilità dove progressivamente portare e sostenere maturazioni ed evidenze di necessarie fratture, di profondi riconoscimenti, di confessioni. Apprendere dalla frattura e dalla colpa del passato, vuol dire imparare a lasciare, a fare scelte; e a concentrarsi, a cambiare e intensificare sguardi, azioni, impegni. Il momento offerto dalla scuola è prezioso, non è da “perdere”!

Valentini Anna Rita, Docente Italiano e Storia sez. carc. II.SS. Pertini Anelli Pinto

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Pagine di Natale. Due turesi a Matera

Tantissima gente nella sala dello splendido Palazzo Viceconte a Matera. Una serata divisa in due parti, come due facce dello stesso Natale. Protagonista la raffinata Orchestra d’archi “Solisti Lucani” diretta dal Maestro Michele Cellaro. La serata è cominciata con un racconto di Raffaele Valentini tratto dal romanzo “La prigione sotto la neve”, commentato con musiche originali composte dal Maestro Cellaro, e recitato dal giovanissimo Kevin Angus Ramaglia.

Sandro Zerbola, ergastolano del carcere di Turi fino agli anni ’70, ogni tanto torna a rivelarsi tra noi con tutta la sua struggente umanità, grazie ai pentagrammi di Michele e alle pagine di Raffaele. Parole e musica graditissimi al pubblico presente, insieme ai Maestri lucani che hanno saputo interpretare con maestrìa il “diario” di Sandro, accomunato nella sua solitudine ad Antonio Gramsci, detenuto dello stesso carcere in altri tempi.

Nella seconda parte della serata, invece, ampio spazio alla musica pura con musiche di van Westerhout, E.H. Jones, Pierpont, Astor Piazzola e l’immancabile Joseph Strauss con la sua ‘Feuerfest’. Una festa di suoni e di applausi. Con tanta sentita partecipazione come capita solo in certi momenti speciali.  

Michele Cellaro, Maestro eccellente, ha animato tutta la serata con la sua direzione professionale, apparentemente informale, cercando di coinvolgere persone di ogni età, facendole persino partecipare ai ritmi in certi intermezzi battendo mani e piedi. La musica è linguaggio magico, capace di esaltare le emozioni sopite che spesso giacciono dormienti in ognuno di noi. La musica è liberazione. La musica dei “Solisti Lucani” ha reso entusiasmante il 23 dicembre a sera a Palazzo Viceconte, una vigilia di festa vissuta insieme con i sorrisi, perché è davvero tanto bello ritrovarsi. Perché è un beneficio straordinario portare a casa tanta serenità.

Didascalie foto: in alto Michele Cellaro e Raffaele Valentini; al centro i ‘Solisti Lucani’ diretti dal M° Cellaro; in basso, l’ingresso del Palazzo Viceconte (già Palazzo Venusio) a Matera.

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IISS ‘Pertini Anelli Pinto’, educhiamoci all’empatia, alla comprensione e al supporto

La quotidianità ci ha tristemente abituati a ricevere notizie relative a violenze gratuite che si perpetuano in ambiti che dovrebbero invece garantire accoglienza, amore incondizionato, sostegno reciproco e sicurezza. Donne uccise da colui che prometteva di amarle e rispettarle, ragazzi e ragazze bullizzati dai coetanei, genitori che abbandonano i figli e figli che ammazzano i genitori spesso per dissidi economici. Cosa sta succedendo? Perché assistiamo a questa deriva della società? Si punta il dito contro la famiglia, colpevole di aver sostituito la figura dei genitori autoritari che educavano anche con l’uso delle punizioni corporali, con quella dei genitori-amici, sempre pronti a giustificare i comportamenti dei figli senza far affrontare loro le conseguenze delle proprie azioni. In subordine si accusa la scuola perché ritenuta incapace di individuare campanelli d’allarme e di educare al rispetto. Non ultimi, nel mirino ci sono anche i social media che, garantendo in alcuni casi l’anonimato e in altri semplicemente la distanza fisica che non permette di percepire le reazioni dell’altro attraverso l’osservazione, stanno contribuendo a formare generazioni di ragazzi-monade che si concentrano su se stessi e sulla propria interiorità, sulle proprie reazioni e sentimenti, senza mai chiedersi cosa provi l’altro.

A ciascuno la responsabilità di riflettere su questi spunti e capire cosa non stia funzionando nel processo educativo e di crescita.

L’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ ha scelto di spendersi e impegnarsi per educare i propri studenti all’empatia, alla capacità di immedesimarsi nell’altro e nel diverso per comprenderlo, accoglierlo ed imparare a sostenerlo. Lo ha fatto anche aderendo a due progetti promossi dall’Associazione Ardita all’interno del Parco Commerciale di Casamassima ed intitolati “Message for you” e “Pagina per pagina: leggere per includere – non uno di meno”. Il primo progetto ha previsto la realizzazione condivisa di un’opera grafica. 16 classi dell’istituto hanno realizzato metà disegno su un cartellone e poi lo hanno consegnato ad una coop o ad una organizzazione impegnata nell’inclusione di ragazzi diversamente abili oppure hanno ricevuto da loro un disegno già iniziato da completare. Tre i temi proposti: guerra, amore e amicizia. In entrambe le situazioni è stato necessario da parte degli studenti un momento di confronto sulle tematiche, sulla corretta modalità di rappresentarle di modo che il senso potesse essere compreso e portato a termine dagli altri senza che vi fosse la possibilità di parlarsi. Le opere, una volta ultimate, sono state esposte all’interno della galleria del parco commerciale. Il secondo progetto ha impegnato i ragazzi nella lettura di una serie di testi che proponevano spunti di riflessione sulla diversità, sul valore dell’errore e sull’accettazione di se stessi e degli altri. Alla lettura sono seguiti una serie di talk show e incontri con i diversi autori proprio per sviscerare a fondo gli argomenti affrontati e comprenderne davvero il senso. Anche in questo caso gli studenti hanno prodotto delle opere che avevano lo scopo di rappresentare la loro idea di inclusione sociale nel mondo attuale.

In entrambi i concorsi le classi IIB e IVC si sono classificate al primo posto. La IIB guidata dalla prof.ssa Annarita Valentini ha realizzato, in collaborazione con la “Casa di Da”, un cartellone intitolato ‘Promemoria’, ispirato all’opera “Promemoria” di Gianni Rodari, e dedicato al conflitto israeliano – palestinese. La IVC ha prodotto un video ispirato al testo “L’arte di sbagliare alla grande” di Enrico Galiano. Il video basato sul concetto che “Sbagliare è smagliare” ha sottolineato l’importanza dell’errore che accompagna il quotidiano di ognuno e lo pone a confronto con le proprie fragilità, “smagliando” la presupposta perfezione e facendo maturare un atteggiamento maggiormente accogliente ed inclusivo. A guidare gli studenti in questa riflessione è stata la prof.ssa Alida Sara Grilli. Al secondo posto le classi IVD e IVE dell’istituto. La prima, con il supporto della docente Rosa Fiore ha realizzato un video ed un’opera pittorica sull’inclusione mentre IVE insieme alle docenti Longo Chiara e Alida Sara Grilli, come spiegato da quest’ultima, “ha realizzato un video che raccoglie in un testo poetico ‘Le tessere di un puzzle’ accompagnato da immagini.  Ogni individuo è di per sé imperfetto, proprio come una tessera di un puzzle, ma trova il senso e il significato della sua esistenza nel completamento con l’altro. In un puzzle ogni tessera infatti è l’opposto dell’altra e ha il vuoto esattamente dove l’altra è piena.  Morale: siamo diversi, sbagliati da soli ma compatibili”.

L’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ pone da sempre grandissima attenzione a questi temi e sostiene la crescita personale di ogni studente rispettandone le peculiarità ed insegnandogli a diventare un adulto attento, accogliente e partecipe.

Maria Rosaria Torchetti, responsabile comunicazione IISS Pertini Anelli Pinto

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L’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ di Turi-Castellana promuove percorsi di Intercultura

L’Istituto Pertini Anelli Pinto, da sempre aperto ad una visione interculturale della scuola, anche quest’anno ha colto l’opportunità di presentare ai ragazzi la onlus AFS INTERCULTURA che con le sue borse di studio all’estero da tempo promuove valori come l’apertura alle diverse culture e il dialogo tra i popoli.

I due incontri, organizzati come ogni anno dalla prof.ssa Loredana Salvatore, hanno avuto luogo in due giornate, il 21 ottobre la prof.ssa Nadine Nicolai, volontaria per Intercultura, ha incontrato a Castellana gli studenti dell’Anelli e del Pinto mentre il 28 il Presidente del centro Intercultura di Putignano sig. Francesco Palmisano ha incontrato gli studenti del Pertini a Turi. I due ospiti hanno illustrato la storia di questo ente da sempre impegnato nell’attribuzione di borse di studio all’estero per gli studenti desiderosi di mettersi alla prova in realtà completamente diverse dalle proprie. Scopo principale della promozione di questi programmi è proprio quello di far apprezzare ai nostri giovani tutto ciò che ci accomuna ma anche, cosa ben più importante, ciò che ci differenzia da altre culture poiché il multiculturalismo e la sua piena accettazione e valorizzazione concorrono a formare individui più tolleranti e pronti a svolgere un ruolo attivo nella società. Le esperienze all’estero, in contesti considerevolmente diversi da quelli di provenienza e senza l’opportunità di contare sulle abituali figure di riferimento, sono delle sfide che comportano la maturazione di un notevole spirito di adattamento ed una incredibile crescita personale che costituirà un valore aggiunto determinante quando gli studenti faranno scelte relative al mondo lavorativo.

Dapprima coinvolti dalle testimonianze di una borsista eccellente come Samantha Cristoforetti, successivamente gli studenti hanno potuto visionare foto e video relativi a studenti stranieri ospitati dal Pertini e di una studentessa che ha trascorso un semestre all’estero. La parte finale dell’incontro ha visto il sig. Palmisano illustrare tutte le possibilità in merito alla scelta delle destinazioni insieme alle modalità per concorrere all’assegnazione delle borse di studio che hanno come termine ultimo la data del 10 novembre.

Equipe chirugica del dott. De Carolis

Una eccellenza di casa nostra e del nostro Sud. L’Ortopedia di Monopoli al primo posto in Italia

L’Ortopedia pugliese è in ottime mani, e in particolar modo l’Ortopedia dell’Ospedale San Giacomo di Monopoli. Il reparto, guidato dall’elevata efficienza professionale del dott. Oronzo De Carolis, è al primo posto in Italia per il trattamento delle fratture di femore entro due giorni dal ricovero, con una percentuale del 99,45% di interventi eseguiti entro le 48 ore. Il grande risultato emerge dai dati definitivi del PNE- Piano Nazionale Esiti del 2023 – relativi all’attività svolta nell’anno 2022 da oltre 690 Ortopedie, pubblicati da AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), analizzando le sedidelle ortopedie italiane ad alto volume, che trattano almeno 150 fratture di femore all’anno.

Il Dott. Oronzo De Carolis, turese, Direttore UOC di Ortopedia e Traumatologia del PO San Giacomo di Monopoli ringrazia tutto il personale dell’ospedale con una lettera che qui riportiamo integralmente: “Gentili colleghi/e e collaboratori/trici, è con grande orgoglio che vi scrivo. Il PNE 2023 proclama ufficialmente ciò che tutti i giorni è sotto i miei occhi: la vostra professionalità e la vostra efficienza.  Non è il caso ad averci portato sul podio della classifica delle Ortopedie italiane per la tempestività degli interventi eseguiti sulle fratture di collo femore: è il nostro lavoro, quello che abbiamo costruito insieme, a portare i suoi frutti. La fatica ti restituisce sempre qualcosa. E i team, organizzati e competenti, moltiplicano il risultato. Fiero del lavoro di tutti voi. Ma fiero di onorare il patto più nobile che abbiamo sposato: il paziente. E in questo caso, il paziente fragile e, assai spesso, anziano. Sulla nostra coscienza, abbiamo tante donne e uomini tornati a muoversi, a cui abbiamo restituito indipendenza e dignità. Sono loro la nostra missione. Sono loro la nostra deontologia. E crederci, significa salire sul podio delle eccellenze.  Certo di una crescita professionale continua, ringrazio tutti con immensa stima.

Didascalie foto: 1) il dott. Oronzo De Carolis (al centro) con la sua equipe chirurgica; 2) l’ingresso dell’Ospedale San Giacomo di Monopoli.

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Gli argenti del monastero di Santa Chiara in Turi illustrati da Giovanni Boraccesi

Nella serata di venerdì 13 ottobre, in una gremitissima chiesa di Santa Chiara in Turi, si è inaugurato il Ciclo di incontri promosso in occasione del 400° Anniversario della Fondazione del Complesso Monastico delle Clarisse dall’Arciconfraternita del Purgatorio, dall’Associazione “Il Viandante” e dal Centro Studi di Storia e Cultura “Matteo Pugliese”, con il patrocinio gratuito del Comune di Turi. Primo incontro che ha visto in apertura i saluti istituzionali affidati a Michele Troiano Commissario Vescovile dell’Arciconfraternita del Purgatorio e allo scrivente (associato a “Il Viandante”e portavoce del presidente Massimiliano Cacciapaglia). Il presidente del Centro Studi di Storia e Cultura Vitangelo Scisci, poi, ha introdotto i lavori e illustrato la storia del Complesso monastico turese dalle origini ad oggi, facendo riferimento allo studio di Don Pasquale Pirulli pubblicato in varie puntate sui quaderni “Sulletracce”.

L’interessantissimo tema della prima serata è stato: “Nella terra dei Moles. Gli argenti del monastero di Santa Chiara”, in merito al quale è stato chiamato a relazionare con grande dovizia di particolari Giovanni Boraccesi uno dei massimi esperti di argenteria sacra, autore di numerose pubblicazioni scientifiche sull’argomento, nonché restauratore, storico dell’arte e responsabile del Museo didattico di Arte e Storia Sacra – MuDiAS di Rutigliano.

La serata si è rivelata un “unicum” per la nostra Comunità cittadina per quanto concerne l’ambito dell’arte orafa napoletana e delle sue importanti maestranze. Per Boraccesi è stato, invece, un graditissimo ritorno a Santa Chiara a distanza di oltre trent’anni da ché nel 1993 ebbe per la prima volta la possibilità di analizzare l’intero patrimonio delle Clarisse fin lì giuntoci, pubblicando sulla rivista territoriale “Quaderni di Periferia” del 1994 la sua indagine conoscitiva.

In questi ultimi trent’anni, fortunatamente, l’arte orafa e degli argenti si è scrollata di dosso l’etichetta di “arte minore” – come del resto anche la scultura lignea – rispetto all’architettura, alla pittura e alla scultura marmorea su cui ci si focalizzava maggiormente in passato, trascurando l’analisi delle arti minori che di piccolo in realtà, avevano solamente la dimensione dei vari manufatti realizzati. Perché in realtà se si vanno ad analizzare singolarmente gli argenti ci si rende conto di quali capolavori si ha dinanzi. La complessa e scaltrita arte dell’argentiere molto spesso si avvaleva di bozzetti preparatori realizzati da architetti e pittori di fama, che venivano poi traslati sul metallo prezioso che prendeva vita attraverso le varie raffigurazioni ivi cesellate o sbalzate. I manufatti potevano andare da sculture a oggetti e suppellettili liturgiche, di cui una costituenda chiesa si doveva per forza di cose dotare per poter celebrare le funzioni liturgiche. Purtroppo di quello che doveva essere un immenso patrimonio, ci è giunta solamente una parte e pochissimi pezzi di età medievale, sacrificati, ci dicono i documenti, nei territori del Regno di Napoli intorno al 1794 allorquando Ferdinando IV di Borbone Re di Napoli, per far fronte alla crisi economico-finanziaria che si ebbe nel Regno sul finire del ‘700, per poter remunerare il proprio esercito in vista di un imminente avanzamento delle truppe francesi di Napoleone da nord, richiedeva a tutte le chiese del regno la consegna alla “Zecca” dello Stato napoletano, di tutti gli argenti inutilizzati e inservibili, per fonderli e tramutarli in moneta sonante corrente. Per quanto riguarda Turi e il Monastero in oggetto, non sono emersi al momento documenti attestanti la consegna di oggetti da parte delle Clarisse al Regno, ma attraverso un inventario del’800 è stato possibile riscontrare già negli anni ‘90 del secolo scorso la mancanza di diversi oggetti, ascrivibile per lo più al periodo post-unitario in cui la Chiesa divenne preda di spogliazioni da parte della politica anticlericale locale.

Consistente è stato il lavoro preparatorio della conferenza, lavoro che ha portato il sottoscritto e Fabio Zita, guidati dall’esperto Boraccesi, ad individuare ciascun pezzo già analizzato nella ricognizione degli anni ‘90 per fotografarlo minuziosamente in tutte le sue componenti particolari, visibili e meno visibili, aggiornando l’intero archivio fotografico (ormai datato) di quegli anni. La documentazione, poi, è stata oggetto di studio da parte di Boraccesi che in conclusione ha passato in rassegna tutti i pezzi fotografati – otto candelieri, tre croci, un calice, una pisside, due ostensori, due stauroteche, una navicella, una palmatoria, due corone, un fermaglio, la porticella del tabernacolo con chiave – caccia di eventuali elementi sfuggiti alla macchina fotografica, permettendogli di venire a relazionare con cognizione di causa ad una sinora ignara comunità turese. Lo scopo di queste manifestazioni, infatti, è stato sin da subito quello di riaccendere nella nostra comunità la fiammella della riscoperta del proprio patrimonio culturale. Si spera, dunque, – e la nutrita partecipazione ci dà fiducia per il futuro – che l’occasione del “sonante Anniversario” spinga i turesi a riappropriarsi di una considerevole e prestigiosa parte della loro storia, con l’auspicio che lo facciano anche le Istituzioni civili e religiose locali, cooperando all’unisono, sondando tutti i canali istituzionali atti alla captazione di risorse finanziarie in grado di predisporre piani concreti di recupero e restauro oltre che di valorizzazione di tal imprescindibile patrimonio storico culturale della nostra cittadina lasciatoci in consegna dalle Clarisse.

Le “Signore Monache di Turi”, con le cospicue loro rendite fondiarie, acquistavano presso le insigni botteghe napoletane, autentici capolavori di argenteria sacra, i cui pezzi più pregiati spesso corrispondono a particolari donazioni al Monastero da parte delle Badesse provenienti dalla famiglia baronale e dalla piccola aristocrazia turese, dando lustro e prestigio sia all’investitura ricevuta, sia alle famiglie di provenienza la cui visibilità e importanza aumentava all’interno della Comunità.

Pietro Pasciolla

Didascalie foto di Fabio Zita: 1) Navicella della Badessa Moles; 2) Giovanni Boraccesi (seduto) e Vitangelo Scisci; 3) Calice (particolare dell’immagine a sbalzo di Santa Chiara); 4) Il pubblico presente alla conferenza.

IMU

Contenziosi tributari delle Aree edificabili: il Comune di Turi e il Comitato raggiungono l’accordo per la risoluzione definitiva 

Il Comitato cittadino ‘Aree Edificabili – Turi’ annuncia in un comunicato: “Finalmente risolta, in maniera definitiva e positiva, la problematica inerente il valore di mercato delle aree edificabili. L’attuale Amministrazione ha voluto porre la parola fine ad un problema che per anni ha vessato molte famiglie turesi: la determinazione del valore di mercato delle aree edificabili.

La determinazione del valore venale delle aree edificabili assume rilevanza ai fini della tassazione (IMU e TASI) delle aree edificabili. Infatti la quantificazione dell’IMU e della TASI avviene applicando le aliquote, stabilite di anno in anno dal Consiglio Comunale, al valore di mercato determinato per le stesse aree edificabili dal Consiglio Comunale (o dalla Giunta Municipale appositamente delegata). Questo stabiliva e stabilisce la norma ancora in vigore.

Orbene la norma è chiara, purtroppo, ciò che ha fatto nascere la problematica era la giusta determinazione del valore di mercato delle aree edificabili. La problematica nacque nel 2014 con la precedente Amministrazione che, con la compartecipazione di Politecnico, tecnici e società varie determinò, per le aree edificabili, dei valori venali fuori mercato e non esistenti in realtà per gli anni dal 2011 al 2019. Erano valori così assurdi che sviluppavano tasse (IMU e TASI) così alti da superare in pochi anni il valore del bene da tassare. In parole povere, le tasse in pochi anni si mangiavano il bene il cui valore, a seguito della crisi finanziaria e della cementificazione selvaggia turese, aveva subito una notevole svalutazione con conseguente stallo dell’edilizia locale.

Ignoriamo il motivo di tale scelta scellerata, scelta determinata non guardando alla reale situazione del mercato immobiliare turese, come per legge doveva avvenire, bensì determinata dalla folle bramosia di “fare cassa” a man bassa a tutti i costi. Nonostante come Comitato abbiamo sempre chiesto negli anni l’applicazione della norma con logica, coscienza ed equità, la precedente Amministrazione non ha mai voluto ascoltarci, non ha mai voluto mettere in atto gli istituti, già vigenti allora, per evitare o almeno ridurre il contenzioso (accertamento con adesione e reclamo mediazione). La circostanza che ancora oggi, a distanza di anni ci fa ancora male, sono le Loro risatine sotto i baffi quando si evidenziava l’assurdità dei valori venali da Loro determinati. Per dimostrare la bontà delle nostre tesi, si chiedeva Loro di indicarci transazioni e permute di aree edificabili avvenute con valori simili a quelli da loro determinati. La Loro risatina diventava più evidente quando, esasperati e disperati, dicevamo che eravamo pronti a vendere le nostre aree edificabili anche ad un terzo del valore da Loro determinato. Tale assurdo comportamento di chiusura totale, ha provocato negli anni un notevole contenzioso che ha arrecato danni non solo ai contribuenti (batticuore e spese legali), ma anche alle entrate del Comune per mancati introiti e per spese legali. Come dice Papa Francesco la guerra non ha vincitori, ma produce solo macerie per entrambi i contendenti. Questo, purtroppo, è avvenuto. L’attuale Amministrazione ha impiegato del tempo per capire la situazione ed approfondire la problematica, comunque, alla fine ha avuto il coraggio di affrontarla; si è impegnata per trovarne la soluzione, dando ai Funzionari Responsabili degli indirizzi da seguire. Meglio tardi che mai.

Il tutto è avvenuto e si è svolto operando sempre nell’alveo della legalità e rispettando la normativa vigente. La problematica sopra evidenziata riguarda gli anni dal 2012 al 2020. Per caprie come si sono svolti le operazioni di deflazione del contenzioso tributario, occorre distinguere tre periodi. Il primo dal 2020 in poi, periodo per il quale non erano ancora stati determinati i valori venali delle aree edificabili, l’attuale Amministrazione ha abbandonato la valutazione irreale e scellerata avvenuta per gli anni precedenti con la passata Amministrazione. Sono stati ridefiniti e determinati valori venali delle aree edificabili, utilizzando come unici parametri quelli dei valori reali del mercato immobiliare locale, della logica, del buon senso e dell’equità. Sono stati determinati valori di gran lunga inferiori di circa il 55% – 60% rispetto a quelli determinati negli anni precedenti dalla passata Amministrazione. In questo modo si è cercato di porre fine a futuri contenziosi per gli anni a venire. Il secondo dal 2017 al 2019, periodo per cui, pur essendo stati già determinati dalla precedente Amministrazione valori irreali e fuori mercato, ancora non esistevano contenziosi già in atto. Per detto periodo, l’attuale Amministrazione ha messo in atto gli istituti di deflazione del contenzioso tributario (accertamento con adesione e reclamo mediazione), con notevole riduzione dei valori venali delle aree edificabili a suo tempo determinati dalla precedente Amministrazione. Per gli anni 2017 e 2018 i valori sono stati ridotti, in sede di accordo, anche qui di circa il 55% – 60%. 

Per il 2019 sono stati ridotti di circa il 65% -70%. Con ciò si è cercato di eliminare del tutto l’insorgere di eventuali futuri contenziosi. Il terzo periodo dal 2012 al 2016, periodo per cui già esistevano contenziosi tributari pendenti. Per questo periodo, l’attuale Amministrazione ha usato gli istituti della definizione agevolata e della conciliazione extragiudiziale agevolata, che hanno contribuito a ridurre, in quantità notevole, il valore venale delle aree edificabili a suo tempo deliberati dalla precedente Amministrazione. La riduzione mediamente è stata del 55% – 58%, in alcuni casi anche un po’ di più. Questi due istituti sono stati messi in atto dall’attuale Amministrazione adottando, prima il Regolamento per la definizione agevolata e la conciliazione agevolata dei contenziosi tributari pendenti (approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 8 del 27/03/2023) e poi attivando la procedura della conciliazione agevolata delle liti tributarie (Deliberazione di Giunta Municipale n. 147 del 27 settembre 2023). 

Con l’adozione di questi ultimi atti si è cercato di risolvere definitivamente lo spinoso problema dei contenziosi riguardanti le aree edificabili. Per mancanza di spazio non riportiamo le tabelle con i valori determinati a suo tempo dalla precedente Amministrazione e quelli rettificati e ridotti dall’attuale Amministrazione a seguito di quanto sopra riportato. Ci riserviamo di farlo in una prossima occasione.

Si poteva fare di più? I valori come sopra rideterminati sono lontani da quelli sostenuti dal Comitato? – Brevemente alla prima domanda: Forse sì e, soprattutto per alcune zone i valori sono ancora un poco alti ma, in ogni caso, occorreva chiudere la partita e finirla con il batticuore dei contenziosi, in considerazione che la giustizia tributaria è instabile nelle sue sentenze e va a giorni alterni (ciò che è giusto oggi, può non esserlo domani, ciò che è giusto per un giudice può non esserlo per un altro giudice). In ogni caso, quando si tratta occorre mediare e questo è stato fatto. Non dimentichiamo che qualsiasi accordo è sempre meglio dell’incerto contenzioso. Alla fine della giostra chi non ritiene essere d’accordo è libero di continuare con i ricorsi e le cause. Alla seconda domanda: I valori rideterminati, dal 2019 in poi, non sono lontani da quelli sostenuti dal Comitato (siamo nell’ordine di centesimi o di qualche Euro). Solo per qualche zona del PUG, purtroppo, i valori si discostano in maniera maggiore.

Un doveroso ringraziamento va da parte del Comitato Aree Edificabili a tutti coloro che si sono adoperati per risolvere positivamente tale annosa problematica: all’attuale Sindaco, alla Giunta, al Consiglio Comunale, agli attuali Funzionari Comunali del Settore Tributi (Dott. Filippetti) e dell’Ufficio Tecnico (Arch. Del Rosso) e all’Avvocato Leogrande che ci ha sostenuto e difeso. Infine un sentito ringraziamento va anche a tutti i cittadini che ci sono stati vicini, che ci hanno incoraggiati, ritenendo le nostre tesi giuste, logiche e degne di essere sostenute.Grazie a Tutti.

IL COMITATO AREE EDIFICABILI – TURI