Figura femminile

29 maggio, Turi: inaugurazione di Palazzo Cozzolongo, sede dell’APS Cultura & Armonia

I promotori dell’iniziativa sono lieti di condividere un momento storico: l’inaugurazione di Palazzo Cozzolongo (via Maggiore Orlandi 10, Turi) come sede dell’Associazione Cultura & Armonia, che segna il ritorno del gioiello architettonico turese alla sua antica grandezza. “Cultura & Armonia – si legge nel comunicato stampa – è il risultato dell’impegno congiunto del visionario imprenditore e filantropo Emanuele Ventura, presidente onorario dell’associazione e di Giovanna Giannandrea, amministratrice unica di Willy Green Technology. Due figure di spicco, da anni impegnate nella promozione delle arti, della musica e della cultura, hanno unito le forze per creare un’organizzazione volta a valorizzare le eccellenze e le tradizioni della nostra regione”. “L’obiettivo di Cultura & Armonia – prosegue il comunicato – è ambizioso: permettere alle giovani menti pugliesi di formarsi e rimanere in Puglia, contribuendo così al suo progresso, al fine di lasciare alle generazioni future una regione ancora più ricca di opportunità e di bellezza”.

La scelta di Palazzo Cozzolongo come sede istituzionale dell’associazione non è casuale

“Lo storico edificio fu realizzato alla fine del 700 per volontà di due importanti personalità del territorio: Modesto e Domenico Cozzolongo. Modesto, canonico della Collegiata di Turi, è stato il primo insegnante della scuola pubblica turese. Suo fratello Domenico, proprietario terriero e viticultore, invece, è ricordato come pioniere nella produzione e commercializzazione oltre i confini regionali del vino primitivo. Il palazzo, ricco di affreschi e fregi, è stato restaurato e restituito alla comunità come spazio multifunzionale per ospitare un caffè letterario e aree dedicate alla formazione, alle arti, al teatro, alla musica e alla socialità. Inoltre, presso la sede di Cultura & Armonia ci si impegna a costruire una rete virtuosa di realtà associative che possano collaborare per sostenere la cultura locale”.

L’inaugurazione sarà celebrata mercoledì 29 maggio, a partire dalle 18:30, con una serie di performance che coinvolgeranno: la Banda Musicale Cittadina “Don Giovanni Cipriani” – Città di Turi dell’Associazione Musicale “Maria SS. Ausiliatrice”, il Conturcoro e la Conturband, la pianista Cinzia Maurantonio e il Gruppo Folkloristico Città di Palagianello. Gli spettacoli animeranno il centro cittadino turese e le aree circostanti Palazzo Cozzolongo: ovvero via Maggiore Orlandi 10, Piazza Silvio Orlandi e via Giuseppe Orlandi.

Il programma completo

Alle 18:00 si parte con la conferenza di presentazione dedicata alla stampa e alle istituzioni. Relatori: Emanuele Ventura, Presidente onorario di Cultura & Armonia, responsabile delle politiche aziendali Willy Green Technology; Giovanna Giannandrea, Amministratrice unica Willy Green Technology; Aldo Patruno, Direttore Generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura, Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia; Lucia Parchitelli, Presidente della VI Commissione Cultura della Regione Puglia; Egidio Patarino, Architetto; Rosanna Guglielmi, Restauratrice. Moderatore: il giornalista Livio Addabbo. Sindaci presenti: Ippolita Resta Sindaca di Turi; Domenico Lasigna Sindaco di Palagiano; Francesco Intini Sindaco di Noci; Giuseppe Gasparri Sindaco di Palagianello; Lorenzo Netti Sindaco di Sammichele di Bari. Alle 18:30, prendono il via le celebrazioni ufficiali che segnano l’inizio di un nuovo capitolo nella storia culturale della Puglia. In Piazza Silvio Orlandi si esibirà il Conturcoro, un coro di 12 elementi, formato da bambini dai 7 ai 14 anni, che canterà brani di successo della tradizione pop. Con la partecipazione dei figuranti del Gruppo Folkloristico Città di Palagianello. Alle 18:50, in via Giuseppe Orlandi, la Banda Musicale Cittadina “Don Giovanni Cipriani” – Città di Turi dell’Associazione Musicale “Maria SS. Ausiliatrice” eseguirà temi delle celebri colonne sonore composte da Ennio Morricone.  Alle 19:15, la Conturband invaderà le strade del centro con una performance dedicata al cinema e alle colonne sonore che partirà da via Giuseppe Orlandi e si concluderà in via Maggiore Orlandi. Alle 19:45, in via Maggiore Orlandi 10, si terrà il taglio del nastro alla presenza delle istituzioni e l’avvio delle visite a Palazzo Cozzolongo. Alle 20:00, la pianista Cinzia Maurantonio si esibirà in un repertorio classico nella sala del Caffè Letterario ‘Cecilia Mangini’ del Palazzo turese.

Ufficio stampa Cultura & Armonia – comunicazione@tekmore.it

Didascalie foto: 1) La facciata esterna di Palazzo Cozzolongo in via Maggiore Orlandi a Turi; 2) Particolare della volta del salone del palazzo, decorazione in stile eclettico – pompeiano (foto Fabio Zita)

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‘Ave Maria’, da preghiera a concerto. Il 21 maggio, a Turi, esibizione del soprano Angela Lomurno

Un canto dolcissimo dedicato alla Vergine, che attraversa secoli di storia della musica per raggiungere l’oratorio della chiesa di Maria Santissima Ausiliatrice, a Turi, dove il 21 maggio alle 20 il soprano Angela Lomurno terrà il concerto Ave Maria, accompagnato dal quintetto d’archi dell’Orchestra della Magna Grecia con arrangiamenti di Angelo Basile.

Promosso dall’Associazione Chi è di scena?! con il patrocinio del Comune di Turi, l’evento rientra nell’ampia programmazione del Festival del Belcanto, perla del panorama lirico pugliese alla sua XIV edizione, portato avanti dal clarinettista e direttore d’orchestra Ferdinando Redavid. Un concerto immaginato come un dialogo sublime tra il soprano e gli strumenti – Francesco Sacco (primo violino), Emanuela Di Palma (secondo violino), Gregorio Giamba (viola) e Piero Dattoli (violoncello) -, che si pone come fine la valorizzazione dell’oratorio e la sua ristrutturazione, grazie anche agli sponsor che sostengono l’iniziativa, come la Willy Green Technology.

Non casuale la scelta della preghiera più famosa al mondo nel mese che la liturgia dedica tradizionalmente alla Madonna. In quel “Χαίρε, Μαρία” (Kàire, Maria) – in greco “Rallegrati, Maria” – riportato nel Vangelo di Luca, è racchiuso il senso di un’iconografia vastissima, dall’ “Annunciazione” più antica della storia dell’arte, databile al III secolo d.C., che si trova a Roma, nelle catacombe di Priscilla. Così anche la musica, attraverso linguaggi diversi, ha immortalato la visita dell’Angelo Gabriele a Maria. Interessante il repertorio di Angela Lomurno, diplomata al conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, una notevole esperienza concertistica in Italia e all’estero: si comincia con l’Ave Maria di Charles Gounod, composta nel 1859 sul tema del Preludio n. 1 in Do maggiore tratto dal I libro del Wohltemperirte Clavier (Clavicembalo ben temperato) di Johann Sebastian Bach. Si pensi che questa citazione ha contribuito, insieme alla straordinaria opera di Felix Mendelssohn Bartholdy, alla riscoperta, in tempi tutto sommato recenti, del compositore tedesco, a lungo dimenticato dopo la scomparsa nel 1750.

Appare curiosa l’origine dell’altrettanto nota Ave Maria di Franz Schubert: fu scritta nel 1825 come Ellens dritter Gesang, cioè “La terza canzone di Ellen”, parte di 7 lieder Op. 52 sul poema The lady of the Lake di Walter Scott, tradotto in tedesco da Adam Storck. Solo in seguito il lieder, dal grande potere evocativo, fu adattato al testo latino dell’Ave Maria e ancora oggi è eseguito in numerose celebrazioni, sebbene non sempre tollerato da alcuni puristi della liturgia.

In programma anche brani meno noti al grande pubblico, dall’essenza profondamente pugliese: ne sono esempi il Salve, Maria di Saverio Mercadante, compositore nativo di Altamura, o l’Ave Maria di Astor Piazzolla, re del tango argentino di origini tranesi, che, con sincera fede, ha dedicato alla Madre di Gesù una delle sue composizioni più belle.

Presentato da Rosita Rossi, il concerto, rientrante nel Piiil Cultura in Puglia – piano strategico regionale della cultura, sarà un’occasione per immergersi nella meraviglia senza tempo di un’invocazione tutta umana, che la musica e l’arte elevano fino al cielo stellato.

Sebastiano Coletta, Ufficio Stampa Festival del Belcanto (3336553236 – sebastiano.coletta@hotmail.it)

Serena Greco (3487649373 – grecoserenags@gmail.com)

Didascalie foto: 1) locandina del concerto; 2) Ferdinando Redavid, direttore; 3) Angela Lomurno, soprano

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Lettera di don Pasquale Pirulli: “Buona Pasqua di pace a tutti noi”

Con il pensiero rivolto alla città di Gerusalemme, che etimologicamente significa l’augurio “Jawhe ti dia pace!”, ai lettori de ‘il paese magazine’ e ilpaesemagazine.it indirizzo questa breve lettera, che vuol scandire due temi: la memoria e l’augurio. Per quanto attiene alla memoria ci soffermiamo agli avvenimenti storici della passione, della morte in croce e della risurrezione del profeta Gesù di Nazaret, che la Chiesa raccoglie e celebra come “Mistero Pasquale” nel triduo sacro. La drammatica vicenda del messia Gesù, che aveva iniziato la sua azione pubblica nella Galilea agli inizi dell’anno 27, si conclude il 14 di Nisan dell’anno 30, quando il procuratore della Giudea Ponzio Pilato (26 – 36   d.C.) è a Gerusalemme per assicurare l’ordine pubblico durante un tempo presago di tumulti rivoluzionari. Questo giorno è la vigilia (Parasceve: preparazione) della festa di  Peshah (Pasqua, cioè commemorazione del passaggio del Mar Rosso da parte degli Ebrei, guidati da Mosé).   Una accreditata cronologia propone la data del 7 aprile di quell’anno (il 14 di Nisan secondo il calendario ebraico) quando alle ore 15 Gesù muore in croce sull’altura del Golgota e viene seppellito a cura di Giuseppe d’Arimatea, membro del Sinedrio, che ne richiede il cadavere al procuratore venuto da Roma, in cui è imperatore Tiberio Cesare. L’8 aprile gli Ebrei celebrano la Pasqua e la tomba di Gesù è vigilata dalle guardie del Sinedrio. Alle prime ore dell’alba del 9 aprile 30 le donne fanno la scoperta della pietra del sepolcro ribaltata e ne informano Pietro e Giovanni che constatano l’assenza del corpo di Gesù. I vangeli raccontano diversi incontri del Risorto: Maria di Magdala al mattino nel giardino della tomba, alla quale affida il compito di informare gli altri discepoli; Cleopa e il suo amico nel tardo pomeriggio sulla strada che porta ad Emmaus; all’apostolo Pietro e poi nella serata a quelli che sono nella sala dove hanno consumato la cena pasquale, allo scettico apostolo Tommaso invitato a verificare la realtà del maestro risorto. Dopo alcuni giorni avviene il suggestivo incontro sulla riva del lago di Tiberiade, quando Gesù prepara per i suoi del pesce arrostito sulla pietra di Tanga e a Pietro affida la responsabilità della guida della comunità. Non possiamo tralasciare di ricordare l’incontro del Risorto con la sua mamma Maria, anche se i testi evangelici non ne danno testimonianza.

L’augurio pasquale è dato dal saluto che il Risorto rivolge a coloro che incontra: “Pace a voi!”. Certifica la sua identità conservando nel suo corpo luminoso i segni della passione: i fori dei chiodi e la ferita inferta al   suo costato dalla lancia del legionario, cui la tradizione dà il nome di Longino. A facilitare l’incontro e il riconoscimento da parte dei suoi (Maria di Magdala, apostoli) Gesù li chiama per nome e ripete il gesto dello spezzare il pane. Per tutti c’è la promessa della sua presenza nella storia dell’annuncio di un vangelo di verità, di amore e di vita. Buona Pasqua di pace a tutti noi e che la celebrazione della Risurrezione ci sostenga nella testimonianza coerente della nostra fede e ci faccia costruttori di pace in un mondo, ancora dilaniato da tante guerre.

Sac. PASQUALE PIRULLI

*Cogliamo l’occasione della bella lettera di don Pasquale, che facciamo nostra, per inviare a tutti i lettori gli auguri di Buona Pasqua. La Redazione de ‘il paese magazine’ e de ‘ilpaesemagazine.it’

Didascalia: la foto a corredo della lettera è il particolare di una tela del XVII secolo della Chiesa di San Domenico degli Scolopi a Turi. Rappresenta il “Compianto su Cristo morto” con tutti i personaggi del Calvario e in più il ritratto del notar Santo Cavallo. La tela è anche chiamata “La Pietà”, ma impropriamente. La Pietà, infatti, è riferita alla disperazione intima, solitaria, inconsolabile della Vergine Maria che tiene sulle ginocchia per l’ultima volta il Figlio martoriato dalla croce.

Per un approfondimento su questa bella tela seicentesca si rinvia alla lettura di: “Compianto su Cristo Morto. Il ritratto di Santo Cavallo” di Giovanni Lerede, in ‘il paese’ 253/aprile 2017: “A proposito del Compianto sul Cristo morto” di Giovanni Boraccesi, in ‘il paese’ 254/maggio 2017.

Orchestra Filarmonica Pugliese-OFP

La ‘Messa di Requiem’ di Mozart apre il Festival del Belcanto di Turi (XIV edizione). Esecuzione sublime in una Chiesa Madre gremita

Col cammino di “conversione” Quaresimale quasi ultimato e con la Domenica delle Palme alle porte, diventano ancor più impellenti e necessarie le pratiche della penitenza e dell’elemosina, propedeutiche alla preghiera e alla profonda meditazione e riflessione spirituale, in vista della “Settimana Santa”. Preghiera e riflessione che, di sicuro, hanno trovato giovamento nella serata di domenica 17 marzo dalla sublime esecuzione della celeberrima “Messa di Requiem in Re minore K 626, per Soli, Coro e Orchestra” del genio austriaco Wolfgang Amadeus Mozart. Evento realizzato nella suggestiva cornice tardo barocca della Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta in Turi, degna scenografia sapientemente illuminata con un gioco di tonalità in grado di sottolineare i vari passaggi e momenti di cui si compone una ‘Missa brevis et solemnis’. La serata, che ha aperto ufficialmente e in largo anticipo rispetto ai soliti eventi estivi, la XIV edizione del Festival del Belcanto, è stata organizzata dalla longeva APS “Chi è di Scena?!” con il patrocinio del Comune di Turi ed il sostegno economico della “Willy Green Technology Srl”. La “Prima” a Turi di un concerto di Musica Sacra, rientrante nel Piano Strategico della Cultura della Regione Puglia “PiiilCulturainPuglia –2017-2026” è andata ben oltre le più rosee aspettative degli organizzatori e dell’Arciprete don Luciano Rotolo con la Chiesa gremita all’inverosimile. Tra gli spettatori, il Vescovo di Conversano-Monopoli mons. Giuseppe Favale e il Sindaco di Turi Tina Resta.

L’opera – la più enigmatica del genio austriaco rimasta incompiuta per la sopraggiunta morte avvenuta il 5 dicembre 1791- è divenuta leggendaria a causa di numerose storie e leggende, alimentatesi in epoca romantica, che le hanno conferito un’aurea di struggente spiritualità, tanto da essere considerata da molti “come la più perfetta opera mai composta nella storia della musica”. L’esecuzione, non semplice, della stessa è stata affidata all’Orchestra Filarmonica Pugliese-OFP diretta con “phatos” e trasporto dal M° Ferdinando Redavid, direttore artistico del “Festival del Belcanto”, con l’eccellente prova della Corale Jubilate di Conversano diretta dal M° Donato Totaro e dei Soli: Valentina De Pasquale soprano, Margherita Rotondi nel ruolo di contralto, Giuseppe Cacciapaglia tenore e Lorenzo Salvatori basso.

Con certezza, oggi gli studiosi attestano che il “Reqiuem” venne commissionato a Mozart, per la somma di cinquanta ducati, dal conte Franz von Walsegg di Stuppach, musicista dilettante, desideroso di commemorare la giovane moglie Anna Edlen von Flammberg, con l’intento di eseguirla nella propria cappella privata spacciandola per una propria composizione. Ma la morte del compositore e la necessità di sostentamento per la famiglia spinsero la moglie di Mozart, Costance, ad affidare l’ultimazione della stessa a Franz Xaver Süßmayr, allievo del compositore. L’opera prima di essere consegnata al committente, venne eseguita a sua insaputa il 2 gennaio 1793 a Vienna durante un concerto realizzato in favore della vedova e dei figli di Mozart. La commissione del componimento giungeva in un periodo in cui Mozart manifestava un desiderio impellente di esprimere in musica i risultati della propria ricerca e meditazione spirituale sul tema della morte e della trascendenza divina con cui l’essere umano vorrebbe interloquire. Pochi mesi prima della morte, nell’estate del 1791, Mozart si era dedicato alla stesura del mottetto “Ave Verum Corpus K 618 in Re maggiore”, composizione di una grande espressività, la cui estrema linearità l’ha resa il più alto gioiello basato su quel tipo di testo sacro.

La struttura della “Messa da Requiem” di Mozart si basa sul modello della Missa brevis et solemnis in voga in quel periodo in Austria specie a Salisburgo, composta di VIII parti. Dalla stesura della partitura è evidente la ricerca dell’essenziale semplicità specie nelle parti per Soli, mantenendosi comunque saldamente ancorato alla tradizione polifonica e contrappuntistica di ispirazione barocca riscontrabile nei passaggi corali più enigmatici. Nella ricerca di un nuovo stile di musica sacra, Mozart richiama Georg Friedrich Händel sia nell’Introitus, dove il Requiem aeternam fin dalle prime battute assume un aspetto intenso e solenne che diviene ancor più incisivo con l’entrata del Coro, sia col “Rex tremendae” all’interno della Sequentia, con il sapiente utilizzo degli archi e della potenza vocale del coro.

Di altissima difficoltà per il Coro è l’impostazione della precisione ritmica e dell’intonazione nel Kyrie, in cui i quaranta componenti della Corale Jubilate di Conversano si sono molto ben disimpegnati esaltando la drammaticità dell’implorazione a Dio. Sempre al Coro viene demandato il compito all’interno del Confutatis, brano in cui si preannuncia la giustizia divina che condannerà i maledetti alle fiamme e salverà i beati, di trasmettere l’immagine vivida delle fiamme guizzanti, dei condannati e dei beati, mediante l’interazione vocale della parte maschile con quella femminile, avvalorata dal contrappunto degli strumenti.

La Sequentia, composta da sei movimenti, contiene i tre movimenti che più d’ogni altro una volta ascoltati pervadono l’Io interiore portando ad una seria analisi e riflessione interiore. Nell’ordine abbiamo il breve ed impetuoso “Dies irae – il giorno dell’ira”, in cui il mondo sarà distrutto dal fuoco, la cui potenza drammatica è accentuata dal “tremolo” dell’orchestra. Segue, il miglior brano per Soli dell’intera composizione, quel “Tuba mirum” introdotto da un basso, che richiama la tromba del giudizio. Giudizio in cui, il racconto dei morti risvegliati nel giorno del Giudizio dal suono delle trombe, vede il sapiente utilizzo delle quattro voci soliste alternate, nell’ordine, dall’evocativo basso Lorenzo Salvatori, seguito limpidamente dal chiaro tenore lirico Giuseppe Cacciapaglia e dall’espressiva mezzosoprano nel ruolo di contralto Margherita Rotondi, per chiudere con la calda voce del soprano Valentina De Pasquale. Voci soliste che si uniscono solo nella parte finale del movimento.

Chiude la Sequentia, il brano più celebre dell’intera opera da sempre considerato un banco di prova importante per direttori d’orchestra. Infatti, nel sesto movimento “Lacrimosa” le otto battute scritte da Mozart si interrompono bruscamente al culmine di un crescendo di grandissima espressività. Nella seconda parte, con una scrittura corale di ampio respiro, attraverso l’utilizzo di un breve fraseggio di note ascendenti e discendenti assegnate ai violini, si crea un effetto di pianto a stento trattenuto. La composizione nel suo complesso, comunica un grandioso senso d’inquietudine di fronte alla morte che l’autore tenta di superare con una meditazione rassegnata. Il musicista ci ha lasciato un testamento musicale intimo e pregnante di un significato che va necessariamente accolto nella sua interezza e che sprigiona un fascino particolare e autentico.

Sempre per il Festival del Belcanto, il concerto della “Messa di Requiem in Re minore K 626, per Soli, Coro e Orchestra” è stato replicato nella serata del 18 marzo alle ore 20;00 presso la Cattedrale di Molfetta. Concerto quest’ultimo dedicato dalla OFP alla violinista Francesca Carabellese, componente di lunga data dell’Orchestra Filarmonica Pugliese-OFP, venuta prematuramente a mancare all’affetto dei suoi cari e dei suoi colleghi, a causa di una grave malattia. Ai suoi familiari, amici e colleghi va il cordoglio della redazione de ‘il paese’.

Pietro Pasciolla

Didascalie foto New Art: 1) La Chiesa Madre di Turi durante l’esecuzione del Requiem; 2) il M° Ferdinando Redavid mentre dirige con trasporto emotivo; 3) la Corale Jubilate di Conversano; 4) i Soli: Giuseppe Cacciapaglia e Lorenzo Salvatori (in alto); Valentina De Pasquale e Margherita Rotondi (in basso)

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Giornata Internazionale dell’8 Marzo. Giovanna Giannandrea, una ‘Storia di Donna’

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo 2024, presso la Sala Consigliare del Comune di Turi, a partire dalle ore 18:30, si è tenuto l’evento “Storia di donne: Incontro con Giovanna Giannandrea, amministratrice unica di Willy Green Technology”, introdotto dal professor Osvaldo Buonaccino d’Addiego, che ha visto la partecipazione di Imma Bianco assessore alle Politiche sociali del Comune di Turi. L’iniziativa ha celebrato la giornata istituita dalle Nazioni Unite per riflettere sulle disuguaglianze ancora esistenti e ricordare le conquiste ottenute dalle donne finora. Su questo tema è intervenuta Giovanna Giannandrea, amministratrice unica di Willy Green Technology, che ha condiviso la sua storia personale e professionale per supportare con l’esempio le sue concittadine e spronarle a perseguire i propri obiettivi e la propria indipendenza.

“Questa è la giornata dedicata all’emancipazione della donna, alle conquiste politiche e sociali grazie alle quali oggi possiamo votare, studiare, scegliere la vita che vogliamo, investire nella carriera, raggiungere l’indipendenza sociale”. – Ha esordito l’amministratrice di Willy Green Technology, raccontando poi degli esordi in ambito professionale: “In tenera età sono entrata nel mondo del lavoro e per 22 anni ho lavorato con orari massacranti e salari ridicoli, mi è stato chiaro fin da subito che i diritti delle donne bisognava conquistarseli con fatica e sudore. Esaurita questa esperienza, ho iniziato un percorso professionale di 12 anni in un’azienda alimentare in cui sono maturata e cresciuta. Tutto sembrava andar bene fino al 2014, anno in cui ho scoperto di dover affrontare una malattia rara, invalidante, che mi ha costretta in ospedale per un anno”.

Ha proseguito condividendo parte della sua esperienza di vita personale e professionale per dare coraggio a tutte le donne che ogni giorno si trovano ad affrontare le difficoltà: “Questo periodo devastante della mia vita mi ha consentito di riflettere a lungo, e quando tutto sembrava congiurare contro, gli eventi sono volti al meglio. Grazie anche alle tante persone che mi hanno supportata e hanno saputo vedere in me la forza, dandomi l’opportunità di iniziare un nuovo lavoro”. Di qui è iniziata la scalata verso il successo di Giannandrea, che sottolinea: “Da amministratrice delegata di Willy Green Technology mi sono adoperata affinché la presenza femminile in azienda fosse più ampia. Con orgoglio posso dire che su un organico di 28 unità a tempo indeterminato, 13 sono donne, tutte collocate in ruoli verticistici e questo grazie anche alla sensibilità del direttore generale Emanuele Ventura”.

Poi si è parlato dell’importanza delle radici turesi e del futuro della città: “Non dimentico che sono una cittadina turese, amo il paese – sottolinea Giannandrea – e dando seguito al desiderio di valorizzare al meglio il territorio, siamo riusciti insieme al dottor Emanuele Ventura a raggiungere l’obiettivo di avere una sede distaccata della società a Turi. Affinché possa essere un’opportunità per tutte e tutti i cittadini. Sono orgogliosa di annunciare a tutta la comunità che Willy Green Technology ha investito in questa direzione. Infatti, lo storico Palazzo Cozzolongo di via Maggiore Orlandi 10 qui a Turi sarà la nuova sede aziendale e non solo. Sono già iniziati i lavori di ristrutturazione del palazzo storico che sarà restituito alla città come luogo di cultura e socialità”.

Infine l’amministratrice dell’azienda verde turese conclude con l’invito e l’augurio a tutte le donne: “Ho lottato, ho subito, ho pianto, ma alla fine ho vinto perché testardamente ho fatto valere le mie idee. Con la mia esperienza invito tutte le donne qui presenti a non arrendersi, a credere nei propri sogni e a lottare affinché diventino realtà. Auguri a tutte noi”.

L’imprenditrice Giannandrea è stata ospitata come esempio pionieristico di coraggio e determinazione professionale che ha contribuito a costruire un presente più equo e paritario per le donne del territorio e che punta a realizzare obiettivi ancora più ambiziosi per il futuro dei cittadini pugliesi.

A conclusione, Emanuele Ventura, responsabile delle politiche aziendali di Willy Green Technology, con il suo intervento ha voluto rendere omaggio a tutte le donne che hanno sacrificato la vita per i diritti fondamentali, per il voto, per il diritto al lavoro, per la salvaguardia della dignità personale e a tutte le donne vittime di abusi da parte degli uomini: “La Willy Green Technology si sta muovendo sempre più in questa direzione per favorire l’occupazione femminile nei ruoli apicali. Oggi, ringraziamo di cuore tutte le donne che rappresentano il progresso e il futuro della società. La Willy Green Technology sarà sempre aperta a nuove proposte e iniziative che possano promuovere la cultura delle pari opportunità”.

A conclusione della serata, Auser, associazione di attività culturali e ricreative di Turi (organizzatrice dell’evento con l’UTLE, ndr), ha fatto dono all’ospite Giovanna Giannandrea della tessera onoraria per l’impegno profuso sul territorio.

Ufficio stampa Willy Green Technology (l.angelillo@tekmore.it)

Didascalie foto: 1) L’amministratrice unica Giovanna Giannandrea tra Antonio Conte, presidente AUSER Turi e Osvaldo Buonaccino d’Addiego, direttore UTLE Turi; 2) Al tavolo, da sinistra: Antonio Conte, l’assessore Imma Bianco, Giovanna Giannandrea, Osvaldo Buonaccino d’Addiego

PUTTI DORATI DEL CARRO (foto Fabio Zita)

Manutenzione, restauro e messa in sicurezza del Carro Trionfale. Stanziati 50 mila euro. Lavori affidati alla ‘Rossi Restauri Srl’

Con la determina N.547 del 28/12/2023 a firma del responsabile del procedimento arch. Flaviano Palazzo, pubblicata nell’Albo Pretorio del Comune il 29-12-2023, il Settore Lavori Pubblici del Comune di Turi, vista la conclamata necessità ed urgenza di procedere all’esecuzione di lavori di “manutenzione, restauro e messa in sicurezza del Carro Trionfale di Sant’Oronzo”, ha stanziato la necessaria cifra di euro € 50.000 a carico del Bilancio 2023, con “Visto di regolarità contabile attestante la copertura finanziaria” rilasciato a firma del responsabile del Servizio Finanziario del Comune di Turi, dott. Francesco Filippetti. Stanti le risicate tempistiche di avvio e conclusione dei necessari lavori di manutenzione, che mettano il Carro Trionfale a disposizione dello svolgimento della Festa Patronale 2024, per la gara d’appalto si è ricorso al ‘Mercato elettronico’ attraverso la ‘procedura di T.D. su piattaforma MEPA’, come previsto dalla legge per l’acquisto da parte delle P.A. di beni e servizi di importo pari o superiore a € 5.000. Importo contrattuale della determina che ha consentito di procedere in via autonoma all’affidamento dello stesso mediante Trattativa Diretta (T.D.), trattandosi di appalto d’importo inferiore ad euro € 150.000, fermo restando gli obblighi in materia di contenimento della spesa. Affidamento diretto, possibile anche senza consultazione di più operatori economici, assicurando che siano scelti soggetti in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali.

Così l’affidamento diretto è stato affidato, previa indagine di mercato, all’Operatore economico Rossi Restauri S.r.l., con sede a Turi, risultata essere in possesso di tutti i requisiti compresi, quelli di regolarità contributiva risultante dal DURC e delle competenze necessarie al fine di procedere all’esecuzione dei lavori “Manutenzione, restauro e messa in sicurezza del Carro Trionfale”. Il corrispettivo a base di gara è pari ad € 23.000 soggetto a ribasso, cui si aggiungono manodopera per € 15.000 e gli oneri della sicurezza per € 2.000 entrambi non soggetti a ribasso. A questi va aggiunta per legge l’IVA e una quota di € 1.200 per eventuali imprevisti. Dalle risultanze della procedura, nei termini previsti l’Operatore economico Rossi Restauri S.r.l., ha presentato un’offerta pari a € 20.000 cui si aggiungono manodopera per € 15.000 e oneri della sicurezza per € 2.000 entrambi non soggetti a ribasso. A questi va aggiunta per legge l’IVA pari a € 8.140 e una quota di € 1.200 per eventuali imprevisti. Il tutto per un totale di € 46.340. I lavori dovrebbero avere inizio a breve.

PietroPasciolla

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“Un’orchestra giovanile territoriale”. Dopo Turi, la Willy Green Technology avvia a Noci il secondo progetto di “Scuola di Musica ad indirizzo bandistico”

Lo scorso giovedì, presso il Chiostro delle Clarisse di Noci, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della “Scuola di Musica ad indirizzo bandistico gratuita”, che nasce dall’accordo di collaborazione tra la Banda cittadina “Santa Cecilia-G. Sgobba” e l’azienda Willy Green Technology. Contestualmente è stato firmato l’accordo di collaborazione tra le parti, con la partecipazione del Comune di Noci, dell’Associazione Musicale Culturale “G. Puccini” e degli Istituti Comprensivi “Gallo-Positano” e “Pascoli-Cappuccini”.

Il progetto – Il progetto, che potrà contare sul patrocino della Regione Puglia e del Comune di Noci, sarà interamente sostenuto dalla Willy Green Technology che, due anni fa, ha supportato un’analoga iniziativa a Turi. Anche in questo caso, la Scuola di Musica ad indirizzo bandistico avrà la durata di 5 anni e sarà fruibile gratuitamente da 25 alunni.

Gli obiettivi – «Oltre a voler contribuire al nobile intento di dare continuità all’opera di divulgazione del patrimonio culturale bandistico cittadino, la nostra presenza nel mondo musicale guarda a orizzonti ancora più ambiziosi». – spiega il dott. Emanuele Ventura, direttore della Willy Green Technology. «Da un lato si vuole offrire un’opportunità di crescita ai bambini, linfa vitale per il futuro. Dall’altro, unendo l’esperienza turese con quella nocese, si punta a costituire un’orchestra giovanile di fiati che abbia un vero impianto territoriale non più solo localistico. Perché preservare la tradizione bandistica, significa tutelare le nostre radici pugliesi e l’identità della comunità nel tempo». «La Willy Green Technology» prosegue il dott. Ventura «sta investendo per restituire ai giovani la fiducia nel futuro e in un mondo migliore attraverso il recupero della tradizione ma soprattutto del sentimento di condivisione. La prospettiva è ancora più ampia e ne sentirete parlare nelle prossime settimane».

panorama Turi con carcere

Il valore della Scuola in carcere: imparare dentro. Elezione delle rappresentanze studentesche IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ della Casa di Reclusione di Turi

Affrontare il tema dell’istruzione in carcere non è sicuramente impresa semplice. Pensando ad un aggettivo che possa descrivere questa realtà, me ne viene in mente soprattutto uno, probabilmente banale ma sicuramente azzeccato: complesso. Il mondo della scuola in carcere è effettivamente così. Complesso. Più complesso dei mondi delle scuole “altre” perché segnato da una peculiarità imprescindibile: la condizione di detenzione degli studenti, con tutto quello che essa comporta. Un presupposto di base che complica tutto il sistema: ambiente, attori coinvolti, regole, setting educativo, relazioni umane, didattica… Il tempo di cui si fa esperienza a scuola incrocia il tempo della pena. Da un lato lo reinterroga in modo esigente, dall’altro lo “svela” nella sua durezza. Interrogarsi sul senso ed i significati, aprire la lettura della realtà nei suoi problemi presenti e nelle sue direzioni storiche, riflettere sulle responsabilità e le dimensioni morali che richiamano, può riaprire il confronto con il reato e con la pena, con le vittime e con la convivenza. Il tempo della pena fa i conti con un tempo perduto o distorto. Questo “dà pena” ma, insieme, può permettere una diversa lettura di ciò che nel tempo può essere recuperato, colto, rigenerato.

Si può passare da un tempo di pena chiuso e vuoto a un tempo nel quale può valere la pena? Forse, per qualcuno certamente, il percorso penale potrebbe sviluppare – anche grazie alla scuola – queste direzioni se aprisse a condizioni diverse di “prova di sé”, e di partecipazione a momenti e impegni formativi e riparativi diversificati. Al momento presente in carcere, vivendo la scuola, se ne può cogliere la importanza, la necessità, e prepararne le condizioni. La scuola, luogo di maggiore respiro del pensiero e di relazioni più aperte ed umane, è anche luogo nel quale la sofferenza può emergere con più evidenza, trovando sue parole e immagini, trovando modo di prendere figura e rappresentazione nelle figure e nelle rappresentazioni della cultura, della scienza, dell’arte.

In questa ottica e per la prima volta dalla sua consolidata presenza appunto temporale all’interno dell’Istituto di pena, l’II.SS. Pertini Anelli Pinto grazie alla fattiva collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria ha programmato e realizzato l’elezione delle rappresentanze studentesche, entro i tempi previsti per tutte le Istituzioni scolastiche nazionali ovvero 30 ottobre. Gli Organi collegiali sono organismi di governo e di gestione delle attività scolastiche a livello territoriale e di singolo istituto. Sono composti da rappresentanti delle varie componenti interessate.

Il processo educativo nella scuola si costruisce in primo luogo nella comunicazione tra docente e studente, anche se ristretto, e si arricchisce in virtù dello scambio con l’intera comunità che attorno alla scuola vive e lavora. In questo senso la partecipazione al progetto scolastico da parte dei rappresentanti degli studenti è un contributo fondamentale. Gli Organi collegiali della scuola prevedono sempre la rappresentanza e sono tra gli strumenti che possono garantire sia il libero confronto fra tutte le componenti scolastiche sia il raccordo tra scuola e territorio, in un contatto significativo con le dinamiche sociali. Per molti degli alunni ristretti la costituzione del seggio, le operazioni elettorali, l’insediamento delle componenti all’interno dei Consigli di classe ha rappresentato in modo autentico un primo esercizio di democrazia diretta e partecipata, che è stato investito di un’aura quasi religiosa. Ha valso più che una teorica lezione di Educazione Civica!

Giovanni (nome di fantasia), alla sottoscrizione della nomina in qualità di rappresentante, si chiede come sarebbe la sua vita se qualcuno un po’ di tempo fa lo avesse ascoltato e messo in condizione di “contare”.

La scuola è sempre una possibilità dove progressivamente portare e sostenere maturazioni ed evidenze di necessarie fratture, di profondi riconoscimenti, di confessioni. Apprendere dalla frattura e dalla colpa del passato, vuol dire imparare a lasciare, a fare scelte; e a concentrarsi, a cambiare e intensificare sguardi, azioni, impegni. Il momento offerto dalla scuola è prezioso, non è da “perdere”!

Valentini Anna Rita, Docente Italiano e Storia sez. carc. II.SS. Pertini Anelli Pinto

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Pagine di Natale. Due turesi a Matera

Tantissima gente nella sala dello splendido Palazzo Viceconte a Matera. Una serata divisa in due parti, come due facce dello stesso Natale. Protagonista la raffinata Orchestra d’archi “Solisti Lucani” diretta dal Maestro Michele Cellaro. La serata è cominciata con un racconto di Raffaele Valentini tratto dal romanzo “La prigione sotto la neve”, commentato con musiche originali composte dal Maestro Cellaro, e recitato dal giovanissimo Kevin Angus Ramaglia.

Sandro Zerbola, ergastolano del carcere di Turi fino agli anni ’70, ogni tanto torna a rivelarsi tra noi con tutta la sua struggente umanità, grazie ai pentagrammi di Michele e alle pagine di Raffaele. Parole e musica graditissimi al pubblico presente, insieme ai Maestri lucani che hanno saputo interpretare con maestrìa il “diario” di Sandro, accomunato nella sua solitudine ad Antonio Gramsci, detenuto dello stesso carcere in altri tempi.

Nella seconda parte della serata, invece, ampio spazio alla musica pura con musiche di van Westerhout, E.H. Jones, Pierpont, Astor Piazzola e l’immancabile Joseph Strauss con la sua ‘Feuerfest’. Una festa di suoni e di applausi. Con tanta sentita partecipazione come capita solo in certi momenti speciali.  

Michele Cellaro, Maestro eccellente, ha animato tutta la serata con la sua direzione professionale, apparentemente informale, cercando di coinvolgere persone di ogni età, facendole persino partecipare ai ritmi in certi intermezzi battendo mani e piedi. La musica è linguaggio magico, capace di esaltare le emozioni sopite che spesso giacciono dormienti in ognuno di noi. La musica è liberazione. La musica dei “Solisti Lucani” ha reso entusiasmante il 23 dicembre a sera a Palazzo Viceconte, una vigilia di festa vissuta insieme con i sorrisi, perché è davvero tanto bello ritrovarsi. Perché è un beneficio straordinario portare a casa tanta serenità.

Didascalie foto: in alto Michele Cellaro e Raffaele Valentini; al centro i ‘Solisti Lucani’ diretti dal M° Cellaro; in basso, l’ingresso del Palazzo Viceconte (già Palazzo Venusio) a Matera.

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IISS ‘Pertini Anelli Pinto’, educhiamoci all’empatia, alla comprensione e al supporto

La quotidianità ci ha tristemente abituati a ricevere notizie relative a violenze gratuite che si perpetuano in ambiti che dovrebbero invece garantire accoglienza, amore incondizionato, sostegno reciproco e sicurezza. Donne uccise da colui che prometteva di amarle e rispettarle, ragazzi e ragazze bullizzati dai coetanei, genitori che abbandonano i figli e figli che ammazzano i genitori spesso per dissidi economici. Cosa sta succedendo? Perché assistiamo a questa deriva della società? Si punta il dito contro la famiglia, colpevole di aver sostituito la figura dei genitori autoritari che educavano anche con l’uso delle punizioni corporali, con quella dei genitori-amici, sempre pronti a giustificare i comportamenti dei figli senza far affrontare loro le conseguenze delle proprie azioni. In subordine si accusa la scuola perché ritenuta incapace di individuare campanelli d’allarme e di educare al rispetto. Non ultimi, nel mirino ci sono anche i social media che, garantendo in alcuni casi l’anonimato e in altri semplicemente la distanza fisica che non permette di percepire le reazioni dell’altro attraverso l’osservazione, stanno contribuendo a formare generazioni di ragazzi-monade che si concentrano su se stessi e sulla propria interiorità, sulle proprie reazioni e sentimenti, senza mai chiedersi cosa provi l’altro.

A ciascuno la responsabilità di riflettere su questi spunti e capire cosa non stia funzionando nel processo educativo e di crescita.

L’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ ha scelto di spendersi e impegnarsi per educare i propri studenti all’empatia, alla capacità di immedesimarsi nell’altro e nel diverso per comprenderlo, accoglierlo ed imparare a sostenerlo. Lo ha fatto anche aderendo a due progetti promossi dall’Associazione Ardita all’interno del Parco Commerciale di Casamassima ed intitolati “Message for you” e “Pagina per pagina: leggere per includere – non uno di meno”. Il primo progetto ha previsto la realizzazione condivisa di un’opera grafica. 16 classi dell’istituto hanno realizzato metà disegno su un cartellone e poi lo hanno consegnato ad una coop o ad una organizzazione impegnata nell’inclusione di ragazzi diversamente abili oppure hanno ricevuto da loro un disegno già iniziato da completare. Tre i temi proposti: guerra, amore e amicizia. In entrambe le situazioni è stato necessario da parte degli studenti un momento di confronto sulle tematiche, sulla corretta modalità di rappresentarle di modo che il senso potesse essere compreso e portato a termine dagli altri senza che vi fosse la possibilità di parlarsi. Le opere, una volta ultimate, sono state esposte all’interno della galleria del parco commerciale. Il secondo progetto ha impegnato i ragazzi nella lettura di una serie di testi che proponevano spunti di riflessione sulla diversità, sul valore dell’errore e sull’accettazione di se stessi e degli altri. Alla lettura sono seguiti una serie di talk show e incontri con i diversi autori proprio per sviscerare a fondo gli argomenti affrontati e comprenderne davvero il senso. Anche in questo caso gli studenti hanno prodotto delle opere che avevano lo scopo di rappresentare la loro idea di inclusione sociale nel mondo attuale.

In entrambi i concorsi le classi IIB e IVC si sono classificate al primo posto. La IIB guidata dalla prof.ssa Annarita Valentini ha realizzato, in collaborazione con la “Casa di Da”, un cartellone intitolato ‘Promemoria’, ispirato all’opera “Promemoria” di Gianni Rodari, e dedicato al conflitto israeliano – palestinese. La IVC ha prodotto un video ispirato al testo “L’arte di sbagliare alla grande” di Enrico Galiano. Il video basato sul concetto che “Sbagliare è smagliare” ha sottolineato l’importanza dell’errore che accompagna il quotidiano di ognuno e lo pone a confronto con le proprie fragilità, “smagliando” la presupposta perfezione e facendo maturare un atteggiamento maggiormente accogliente ed inclusivo. A guidare gli studenti in questa riflessione è stata la prof.ssa Alida Sara Grilli. Al secondo posto le classi IVD e IVE dell’istituto. La prima, con il supporto della docente Rosa Fiore ha realizzato un video ed un’opera pittorica sull’inclusione mentre IVE insieme alle docenti Longo Chiara e Alida Sara Grilli, come spiegato da quest’ultima, “ha realizzato un video che raccoglie in un testo poetico ‘Le tessere di un puzzle’ accompagnato da immagini.  Ogni individuo è di per sé imperfetto, proprio come una tessera di un puzzle, ma trova il senso e il significato della sua esistenza nel completamento con l’altro. In un puzzle ogni tessera infatti è l’opposto dell’altra e ha il vuoto esattamente dove l’altra è piena.  Morale: siamo diversi, sbagliati da soli ma compatibili”.

L’IISS ‘Pertini Anelli Pinto’ pone da sempre grandissima attenzione a questi temi e sostiene la crescita personale di ogni studente rispettandone le peculiarità ed insegnandogli a diventare un adulto attento, accogliente e partecipe.

Maria Rosaria Torchetti, responsabile comunicazione IISS Pertini Anelli Pinto