Affrontare il tema dell’istruzione in carcere non è sicuramente impresa semplice. Pensando ad un aggettivo che possa descrivere questa realtà, me ne viene in mente soprattutto uno, probabilmente banale ma sicuramente azzeccato: complesso. Il mondo della scuola in carcere è effettivamente così. Complesso. Più complesso dei mondi delle scuole “altre” perché segnato da una peculiarità imprescindibile: la condizione di detenzione degli studenti, con tutto quello che essa comporta. Un presupposto di base che complica tutto il sistema: ambiente, attori coinvolti, regole, setting educativo, relazioni umane, didattica… Il tempo di cui si fa esperienza a scuola incrocia il tempo della pena. Da un lato lo reinterroga in modo esigente, dall’altro lo “svela” nella sua durezza. Interrogarsi sul senso ed i significati, aprire la lettura della realtà nei suoi problemi presenti e nelle sue direzioni storiche, riflettere sulle responsabilità e le dimensioni morali che richiamano, può riaprire il confronto con il reato e con la pena, con le vittime e con la convivenza. Il tempo della pena fa i conti con un tempo perduto o distorto. Questo “dà pena” ma, insieme, può permettere una diversa lettura di ciò che nel tempo può essere recuperato, colto, rigenerato.
Si può passare da un tempo di pena chiuso e vuoto a un tempo nel quale può valere la pena? Forse, per qualcuno certamente, il percorso penale potrebbe sviluppare – anche grazie alla scuola – queste direzioni se aprisse a condizioni diverse di “prova di sé”, e di partecipazione a momenti e impegni formativi e riparativi diversificati. Al momento presente in carcere, vivendo la scuola, se ne può cogliere la importanza, la necessità, e prepararne le condizioni. La scuola, luogo di maggiore respiro del pensiero e di relazioni più aperte ed umane, è anche luogo nel quale la sofferenza può emergere con più evidenza, trovando sue parole e immagini, trovando modo di prendere figura e rappresentazione nelle figure e nelle rappresentazioni della cultura, della scienza, dell’arte.
In questa ottica e per la prima volta dalla sua consolidata presenza appunto temporale all’interno dell’Istituto di pena, l’II.SS. Pertini Anelli Pinto grazie alla fattiva collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria ha programmato e realizzato l’elezione delle rappresentanze studentesche, entro i tempi previsti per tutte le Istituzioni scolastiche nazionali ovvero 30 ottobre. Gli Organi collegiali sono organismi di governo e di gestione delle attività scolastiche a livello territoriale e di singolo istituto. Sono composti da rappresentanti delle varie componenti interessate.
Il processo educativo nella scuola si costruisce in primo luogo nella comunicazione tra docente e studente, anche se ristretto, e si arricchisce in virtù dello scambio con l’intera comunità che attorno alla scuola vive e lavora. In questo senso la partecipazione al progetto scolastico da parte dei rappresentanti degli studenti è un contributo fondamentale. Gli Organi collegiali della scuola prevedono sempre la rappresentanza e sono tra gli strumenti che possono garantire sia il libero confronto fra tutte le componenti scolastiche sia il raccordo tra scuola e territorio, in un contatto significativo con le dinamiche sociali. Per molti degli alunni ristretti la costituzione del seggio, le operazioni elettorali, l’insediamento delle componenti all’interno dei Consigli di classe ha rappresentato in modo autentico un primo esercizio di democrazia diretta e partecipata, che è stato investito di un’aura quasi religiosa. Ha valso più che una teorica lezione di Educazione Civica!
Giovanni (nome di fantasia), alla sottoscrizione della nomina in qualità di rappresentante, si chiede come sarebbe la sua vita se qualcuno un po’ di tempo fa lo avesse ascoltato e messo in condizione di “contare”.
La scuola è sempre una possibilità dove progressivamente portare e sostenere maturazioni ed evidenze di necessarie fratture, di profondi riconoscimenti, di confessioni. Apprendere dalla frattura e dalla colpa del passato, vuol dire imparare a lasciare, a fare scelte; e a concentrarsi, a cambiare e intensificare sguardi, azioni, impegni. Il momento offerto dalla scuola è prezioso, non è da “perdere”!
Valentini Anna Rita, Docente Italiano e Storia sez. carc. II.SS. Pertini Anelli Pinto