CGIL, giornata dell’Antifascismo nel ricordo di Gramsci e Pertini. Turi ‘capitale’ della Cultura, il suo carcere ‘patrimonio monumentale e immateriale d’Italia’

La CGIL, l’Osservatorio Regionale sui Neofascismi e l’antifascismo di Puglia si sono incontrati a Turi il 15 di aprile per rendere omaggio, con qualche giorno d’anticipo, all’80° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo. A Turi perché qui due figure emblematiche della lotta per la libertà, Antonio Gramsci e Sandro Pertini, sono stati rinchiusi dal fascismo nello storico carcere. E nel nome dell’antifascismo e dei due grandi personaggi della storia del Novecento, il Sindaco Giuseppe De Tomaso ha ribadito un obiettivo importante della sua Amministrazione: candidare Turi quale “capitale della cultura nel nome di Gramsci e Pertini”, facendone un punto di riferimento nazionale dell’antifascismo. La segretaria generale della CGIL Puglia Gigia Bucci, d’altro canto, ha rinforzato l’idea del Primo cittadino avanzando la proposta di inserire il carcere di Turi nel “patrimonio monumentale e culturale d’Italia”.

Nella prima mattinata, una delegazione ha potuto varcare la soglia dell’Istituto Penitenziario per rendere omaggio al busto di Pertini e salire, accompagnati dalla direttrice Nicoletta Siliberti, a visitare la cella di Gramsci, tenendo fede, ha detto la segretaria Bucci, “all’invito di Calamandrei ad andare in pellegrinaggio sui luoghi dove è nata la Costituzione, nelle carceri dove furono imprigionati i partigiani”. E a Turi, in questo grande massiccio ottocentesco nato per essere il nuovo convento delle Clarisse e poi trasformato in carcere, furono reclusi due grandi uomini, due intellettuali antifascisti dai destini differenti ma accomunati dalla lotta per la libertà.
Nell’Auditorium di Largo Pozzi, poi, si è tenuto, davanti ad un numeroso pubblico, un dibattito dal titolo “Costituzione e Antifascismo. Dalla lotta alla Costituzione per un futuro di diritti”, confronto moderato da Stefano Milani, direttore del giornale online della CGIL ‘Collettiva.it’.

Nel primo intervento, Gigia Bucci ha sottolineato come l’antifascismo non va relegato nella storia ma deve essere attivo nel presente. La manifestazione di oggi, ha continuato, non è “uno stanco memoriale” ma l’impegno quotidiano della CGIL nella difesa della democraziaedella Costituzione, nella mobilitazione per un lavoro dignitoso, contro le derive autoritarie e a difesa dei diritti fondamentali come la salute e l’istruzione. La Costituzione si basa su un concetto di pace, ha detto, ma il nostro è un presente di guerra, di incertezza, “di una Destra che dalle istituzioni sta mettendo in discussione i fondamenti della nostra storia repubblicana”. La CGIL vuole essere soggetto attivo di una nuova resistenza a quella Destra che vuole manipolare la storia a suo piacimento, che non proclama mai di essere antifascista. “Ma la storia non si può cambiare”.

Il Sindaco De Tomaso, intervenendo, ha citato una celeberrima frase di Gramsci: “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Una citazione che mette in guardia sul presente: “La libertà non è mai stata così in pericolo come in questo momento”. Turi, ha aggiunto De Tomaso, vuole riconoscere la grandezza del pensiero di Gramsci con “un museo a lui che sia anche un centro studi sull’antifascismo”.

Lo storico Davide Conti ha definito la nostra Costituzione “un nuovo patto collettivo” tra le forze antifasciste, firmato dai Padri Costituenti dopo una guerra totale che ha coinvolto non solo gli eserciti ma anche i popoli. La Resistenza, ha detto Conti, è stato un movimento trasversale di uomini e donne di diverse estrazioni politiche e culturali, accomunati da un unico obiettivo: porre fine alla dittatura e cacciare l’invasore tedesco. La nostra Costituzione è antifascista e, in quanto tale, invisa alla Destra di governo che fa fatica ad accettarla. Essa è nata con un voto libero e universale ed ha come principi cardine la libertà, il lavoro e la sovranità del popolo.

Antonella Morga ha spiegato che l’Osservatorio regionale sui Neofascismi, di cui è la responsabile, è nato perché “abbiamo avvertito la pressione montante dei neofascismi”. Da qui l’idea di creare una rete che ha messo insieme CGIL ANPI ARCI e altri soggetti. Una sorta di organismo di controllo sui movimenti neofascisti, per far conoscere alle giovani generazioni il pericolo di un ritorno a quel passato. Parlando con una certa emozione della visita alla cella di Gramsci, ha detto che “i luoghi parlano il linguaggio della memoria di fatti, di lotte, di resistenze che non vanno dimenticati”. Figure resistenti come Gramsci e Pertini, i partigiani e le partigiane sono stati costruttori di pace, molto attuali nello scenario di guerra che stiamo vivendo. “Il nostro obiettivo – ha detto la Morga – è ricordare che le libertà conquistate non sono eterne, vanno difese senza mai arrendersi agli autocrati manipolatori della storia e delle coscienze”. Ricordando, in chiusura, una frase detta da Pertini durante la visita a Turi nel 1980: “Il fascismo non è un’opinione ma un crimine”.
Pasquale Martino, responsabile dell’ANPI Puglia, ha rivolto un pensiero a Gramsci: “Visitare la sua cella è sempre un’emozione profonda. Essa è un luogo della memoria così scarno che riporta ogni volta all’inferno patito da Gramsci in un’Italia precipitata nel tunnel del fascismo trionfante. In questa situazione Gramsci, peraltro malato, fragile, in dissenso non solo con il regime ma anche con il suo partito, nell’isolamento totale pensa, elabora, scrive sull’Italia del suo tempo con grande lucidità e lungimiranza”. Poi un preoccupato avvertimento: le forze democratiche, allora come oggi, sembrano in ritirata. Serve, invece, un nuovo percorso costituente, una nuova unità delle forze politiche e culturali antifasciste tenendo come punto di riferimento imprescindibile la nostra Costituzione. Facendo riferimento ai referendum del prossimo giugno, relativi al mondo del lavoro, li ha definiti “una barriera” alle leggi palesemente anticostituzionali del Governo Meloni.
Vittorio Ventura, coordinatore della ‘Rete della conoscenza’, ha parlato, invece, dell’importanza dei luoghi di formazione, cioè le scuole, le università, dove “i neofascisti sono bravi a camuffarsi, impegnati come sono a infilarsi nei luoghi dove i giovani si formano”. Lasciare loro il campo libero – ha detto – è rischioso, l’antifascismo deve essere attivo, presente a cominciare proprio dalle scuole e dalle università. “Gramsci è l’autore italiano più tradotto nel mondo, il suo pensiero va però riletto alla luce dell’oggi anche per permettere all’antifascismo di fare autocritica sulle proprie debolezze, come scriveva lo stesso Gramsci”. Bisogna chiedersi, ha detto Ventura, perché le giovani generazioni sono attratte dalla Destra. Tanti giovani abbandonano il Sud, ed è a queste generazioni che si deve parlare per poter aspirare ad un “antifascismo eterno”.

Tania Scacchetti, segretaria generale SPI-CGIL, infine, ha ammonito sulle derive del momento. “La nostra è una democrazia ancora fragile – ha detto – bisogna lavorare sulla memoria, c’è troppa indifferenza su ciò che sta accadendo… La gente comune vede la lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo come storia lontana e non fondante del presente”. Se Gramsci, Pertini, i partigiani sono stati antifascisti da morti, come essere oggi “antifascisti da vivi”, si è domandata? Si è antifascisti oggi se si è capaci di dare sostanza reale, concreta ai principi della Costituzione. Per raggiungere tale obiettivo bisogna riappropriarsi della politica, anche se dalla politica ci sentiamo traditi essendo venuto meno quel patto di costruzione sociale, di riequilibrio delle ricchezze che è la base per immaginare un futuro migliore per tutti. “Le celebrazioni, in tempi come questi – ha concluso la Segretaria nazionale SPI – devono contribuire a recuperare la partigianeria, la presa di posizione, per combattere l’indifferenza a cui sembriamo essere stati condannati”.

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti” (Gramsci,1917).

Giovanni Lerede

Foto tratte dalla pagina facebook della CGIL Puglia

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