LUTE direttivo rid

La LUTE di Turi ‘inaugura’ l’anno accademico 2024-25 con 100 iscritti e 25 attività in corso

La convivialità, la voglia d’uscire di casa e dai social per conoscere, imparare, guardarsi negli occhi, abbracciarsi. Sono queste motivazioni di fondo ad aver spinto un centinaio di persone ‘di una certa età’ ad iscriversi e frequentare i corsi della Libera Università della Terza Età di Turi. Una creatura ‘sofferta’ la LUTE, nata tanti anni fa dalla ferrea volontà della prof.ssa Carmela Vittore, ma poi fatta naufragare, come ha lei stesso raccontato, da chi nel ‘palazzo’ non ne aveva compreso le potenzialità sociali. La volontà di riprendere il discorso, di superare i muri e le porte sbattute in faccia, ha tenuto in piedi la speranza che la nave, prima o poi, avrebbe ripreso la navigazione. Nel frattempo, però, la prof.ssa Vittore ha tenacemente provveduto a tenere accesa la fiammella, tessendo la tela dei rapporti – fondamentali in ogni progetto – e calamitando via via intorno a se un bel gruppo di persone, convinte anch’esse a farsi trovare pronti per cogliere quella ventata nuova necessaria a rendere nuovamente concreto il progetto. Dopo il cambio di amministrazione, gli ‘angeli custodi’ – così la Vittore definisce il Direttivo della LUTE – hanno spinto sull’acceleratore e messo a punto i permessi, l’organizzazione, il tesseramento, passaggi che hanno poi permesso di mettere in calendario tutte le attività ‘accademiche’.

La sera del 16 ottobre scorso furono presentati, simbolicamente, nella sala del Consiglio comunale lo staff dirigenziale, i corsi, i docenti; dopo tre mesi intensi, con 25 attività in itinere (corsi, laboratori, seminari, incontri tematici), l’8 febbraio al Chiostro delle Clarisse, l’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico 2024-25, alla presenza delle Autorità comunali, questa volta non più ostacolo ma partner. Il Sindaco Giuseppe De Tomaso e l’assessore alle Attività Culturali Teresa De Carolis, infatti, nei loro interventi hanno dato pieno e convinto sostegno all’iniziativa, arrivando a riconoscerne l’alto valore culturale e sociale. Tre mesi di attività, che la vice-presidente LUTE, prof.ssa Rosanna Palmisano, chiamando a soccorso poeti del calibro di Coelho e Gibran, ha definito “un sogno che si avvera”. Il sogno della prof.ssa Vittore che ha trovato anche il pieno sostegno della Regione Puglia e della presidente nazionale FEDERUNI, prof.ssa Fonte Maria Fralonardo, la quale scherzosamente ha detto: “…una lezione al giorno toglie il medico di torno”, ribadendo così l’aspetto fondamentale dello stare insieme, del condividere, del tenersi sempre in attività per uscire da quell’isolamento sociale che spesso ci avvolge e ci distacca dal mondo. Anche il prof. Francesco Bellino, già docente di Bioetica all’Università di Bari, nel suo intervento, ha sottolineato la necessità per tutti della socialità – l’uomo non è stato creato per vivere da solo – aggiungendo l’elogio dell’impegno sociale, quello disinteressato, volontario, senza fini personali che è di gran valore soprattutto in questa era di frenetica esaltazione dell’individualismo e dell’edonismo che trova nei social terreno fertile. “L’ente pubblico – ha detto il prof. Bellino, citando un autore napoletano del Settecento – dovrebbe sentire come dovere etico premiare chi s’impegna pubblicamente, chi si dedica agli altri”, additandolo in questo modo a tutta la comunità quale esempio virtuoso.

La serata d’inaugurazione ha visto, tra un discorso e l’altro, intermezzi molto apprezzati dal numeroso pubblico, testimonianza diretta dei primi risultati ottenuti dai vari corsi. Il coro LUTE, in primo luogo, che sotto la direzione dei maestri Pasquale Di Pinto e Francesco Scarola (con il prof. Giuseppe Lonuzzo, oboe) ha dato prova di aver già raggiunto, in così poco tempo, un buon livello di esecuzione; poi i recitanti del Corso ‘Dialetto Turese’ tenuto dal prof. Raffaele Valentini, i quali con maestria hanno recitato brani dialettali, tra cui quello ispirato al celebre detto “Quànne iàcchie u mòneche a càste…”, che ha divertito tutti. Il corsista Raffaele Lefemine, nel presentare il lavoro, ha ringraziato il prof. Valentini per l’attività di ricerca sul dialetto turese che ha fatto, e sta facendo, “per far riscoprire alla nostra comunità modi di dire e di parlare, aneddoti e tutto quanto riguarda la nostra lingua madre”.

Così la serata del sabato è scivolata via in tranquillità e compagnia, tra una riflessione e una risata, tra una musica e l’altra, dimostrando ancora una volta che lo stare insieme senza altri fini se non quello della socialità e dell’arricchimento culturale è la medicina che guarisce ogni male, ogni solitudine, ogni incomprensione.

Testo e foto di Giovanni Lerede

Didascalie foto: 1) Il Direttivo LUTE con la prof.ssa Fralonardo; 2) Il Coro LUTE diretto dal prof. Pasquale Di Pinto; 3) Alcuni corsisiti del ‘Dialetto Turese’.

Raffaele Valentini e le voci recitanti

‘Maleparole’ di Raffaele Valentini, la poetica della lingua turese

A vent’anni dall’uscita di ‘Parole a memoria’ e a sei dalla ‘Grammatica turese’, il prof. Raffaele Valentini, ex-docente di lingue, studioso di lungo corso, scrittore, giornalista, nonché direttore del nostro giornale ‘il paese’ torna a parlare della lingua turese, della lingua dialettale, con un terzo volume dal titolo ‘Maleparole’. Una trilogia di fondamentale importanza, edita da ‘il paese’, in quanto mette nero su bianco, ancorando al tangibile una cultura fino a qualche anno fa prettamente orale, cioè trasmessa a memoria di padre in figlio senza punti di riferimento letterari, decodificati e proprio per questo a rischio estinzione.

Un pericolo, in parte scongiurato – tanto, però, è andato purtroppo perduto per sempre – da lavori di ricerca come quelli messi in atto in un lungo arco di tempo dal prof. Valentini poi sfociati nei tre libri e in articoli pubblicati su ‘il paese’, giornale fin dalla nascita, nel lontano 1988, attento alla cultura in genere e a quella popolare in particolare.

Nella bella serata di presentazione di ‘Maleparole’, il 19 agosto scorso, organizzata dalla Pro Loco, dal Comitato Feste Patronali e da ‘il paese’, di fronte ad un attento e numeroso pubblico – segno evidente dell’attenzione verso i temi della cultura locale ed anche di stima per l’Autore che a questi temi ha dedicato tutta la sua vita – si è parlato molto dell’importanza delle culture e delle innumerevoli lingue dialettali della nostra cara Italia.

L’atmosfera di amicizia e gioia al Chiostro dei Francescani, una volta luogo di meditazione dei Frati Riformati, ha coinvolto tutti mescolando: dibattito – gli interventi di Lia Daddato (vicedirettore de ‘il paese’), Annalisa Rossi (Soprintendente agli Archivi e alle Biblioteche della Lombardia), Raffaele Valentini, il sindaco Giuseppe De Tomaso, musica ruspante (Oronzo Di Pinto con un pezzetto della nostra Banda musicale cittadina ‘Don Giovanni Cipriani’) e belle letture dialettali teatrate.

Raffaele Valentini ha introdotto brevemente la serata, poi ha passato la parola al Sindaco, il quale ha elogiato il lavoro di ricerca portato avanti dallo studioso turese, definendo il suo ‘Maleparole’ «un lavoro non solo eccellente ma anche divertente». De Tomaso ha poi citato Gramsci, per sottolineare l’importanza dei linguaggi locali nella formazione intellettuale, riferendo di una lettera dalla prigionia con cui raccomandava alla sorella Teresina di lasciare parlare in sardo i suoi bambini per non commettere l’errore di mettere “una camicia di forza” alla loro fantasia invece si “sviluppino spontaneamente nell’ambiente naturale in cui sono nati…”.

Lia Daddato ha sottolineato l’importanza del progetto editoriale de ‘il paese’: «Sono quasi 40 anni che condividiamo con Raffaele la passione per la ricerca e l’attenzione per questo nostro paese, una passione che ci accomuna dagli anni ’80 del secolo scorso, a partire dall’esperienza dell’Arci, una bella esperienza, madre di tante amicizie e tanti progetti, tra cui appunto la nostra rivista ‘il paese’, che ormai vanta più di 320 numeri e tante parole, articoli, ricerche, approfondimenti”. La lingua, il dialetto, i modi di dire, ha continuato la Vicedirettrice de ‘il paese’ “hanno sempre avuto un posto di rilievo nel nostro giornale: ‘Maleparole’ è il 3° libro di Raffaele edito da ‘il paese’ e dedicato al dialetto, ma ricordiamo ‘Parole a memoria’ edito nel 2004 e la ‘Grammatica turese’ del 2018” ed anche le prime tre lettere del ‘Dizionario turese’ pubblicate sui quaderni ‘Sulletracce’ del Centro Studi».

La dott.ssa Daddato ha spiegato i motivi di tutta quest’attenzione al dialetto: «Non solo perché il nostro Direttore ne è un cultore ostinato e appassionato, ma perché crediamo che il dialetto, la lingua della nostra comunità, sia l’espressione più autentica della nostra cultura popolare, sia la sua voce, un patrimonio immateriale che per sua natura rischia di rarefarsi e scomparire». Ma come evitare tutto questo? «Opere come quelle di Raffaele ci offrono una soluzione perché non soltanto ci aiutano a conservare memoria dei suoni, delle parole, delle espressioni, ma ci offrono modi nuovi di esercitare la nostra lingua, scongiurandone la scomparsa”. Infine, un appello: “Il nostro paese ha bisogno di un progetto che metta radici più a fondo, un progetto che s’impegni a valorizzare il nostro patrimonio culturale con la stessa cura e attenzione che Raffaele Valentini ha dedicato al nostro dialetto, valorizzandolo e restituendocelo come una parte di noi».

La dott.ssa Annalisa Rossi nel suo intervento cita il Pasolini del 1951: «”Se una lingua si compie nel suo passaggio alla dimensione scritta, prima, e a quella letteraria, dopo, il volumetto ‘Maleparole’ disegna la strada, con una certezza, suggerita dalla citazione da ‘dialetto e poesia popolare’ di Pier Paolo Pasolini a p. 88: “Quel contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà. Personalmente ritengo che a ragione la parola ‘contadino’ possa essere sostituita dalla parola ‘cittadino’, abilitando, così, la lingua dialettale a dispositivo garante della possibilità di essere pienamente se stessi, in un tempo in cui il concetto stesso di ‘comunità’ ha bisogno di superare, finalmente e felicemente, il confine di un comune, di un territorio, di un Paese…». «La poesia dialettale – ha continuato la dott.ssa Rossi citando ancora Pasolini – è un paesaggio notturno colpito ogni tanto dalla luce”… Come dire, il dialetto nella sua struttura è ontologicamente poetico e con quella dimensione di fisicità e concretezza che è propria delle comunità».

Perché Maleparole nel titolo e versi inversi nel sottotitolo, si è chiesta Annalisa Rossi? «Come dire che il dialetto sia costituito e strutturato di male parole. Cosa sono le male parole? Sono parole cattive, sono parolacce, cioè pronunciate con un’intenzione ulteriore, malevole? Nel volume Raffaele fa due operazioni: un primo livello è quello di conferire dignità di parola scritta a quella che nasce e vive come lingua orale, poi fa un salto ulteriore: la traduzione dall’italiano o da altre lingue – significativa è il brano di Shakespeare –nella lingua dialettale turese di questi contenuti, assegnando la dignità di una lingua poetica al  dialetto turese». Annalisa Rossi ha dunque elogiato il lavoro di Valentini riconoscendogli il merito di questo salto di qualità.

Raffaele Valentini, chiamato in causa dalla domanda della Rossi ha detto: «Maleparole è tutto questo. La mia intenzione è quella di dare al nostro dialetto una dignità propria soffocata nel tempo. L’aver tradotto opere come l’Amleto mi ha dato una soddisfazione profonda perché l’impresa mi ha dato la conferma di come il dialetto possa essere efficace, ne avrete dimostrazione a breve nella recitazione di brani del libro da parte di amici che mi hanno aiutato questa sera».

La bella serata estiva, minacciata ma risparmiata dal maltempo, è stata intervallata da letture ben recitate di alcune ‘Maleparole’, a cura di: Annalisa Scisci, Elena Giannico, Francesco Lerede, Irene Mastronardi, Mario Tateo (bravo a recitare a braccio e in lingua turese un brano dell’Amleto di Shakespeare “Essere o non essere, cùsse iè u uèje!…”), Pasquale Del Re (anch’egli studioso e autore di dialetto), Pasquina Cascarano.

Giovanni Lerede

Didascalie foto: 1) Raffaele Valentini con le voci recitanti; 2) Raffaele Valentini con Lia Daddato e Annalisa Rossi; 3) L’Autore con il sindaco di Turi Giuseppe De Tomaso; 4) Panoramica del Chiostro dei Francescani durante la presentazione di ‘Maleparole’.