
La convivialità, la voglia d’uscire di casa e dai social per conoscere, imparare, guardarsi negli occhi, abbracciarsi. Sono queste motivazioni di fondo ad aver spinto un centinaio di persone ‘di una certa età’ ad iscriversi e frequentare i corsi della Libera Università della Terza Età di Turi. Una creatura ‘sofferta’ la LUTE, nata tanti anni fa dalla ferrea volontà della prof.ssa Carmela Vittore, ma poi fatta naufragare, come ha lei stesso raccontato, da chi nel ‘palazzo’ non ne aveva compreso le potenzialità sociali. La volontà di riprendere il discorso, di superare i muri e le porte sbattute in faccia, ha tenuto in piedi la speranza che la nave, prima o poi, avrebbe ripreso la navigazione. Nel frattempo, però, la prof.ssa Vittore ha tenacemente provveduto a tenere accesa la fiammella, tessendo la tela dei rapporti – fondamentali in ogni progetto – e calamitando via via intorno a se un bel gruppo di persone, convinte anch’esse a farsi trovare pronti per cogliere quella ventata nuova necessaria a rendere nuovamente concreto il progetto. Dopo il cambio di amministrazione, gli ‘angeli custodi’ – così la Vittore definisce il Direttivo della LUTE – hanno spinto sull’acceleratore e messo a punto i permessi, l’organizzazione, il tesseramento, passaggi che hanno poi permesso di mettere in calendario tutte le attività ‘accademiche’.
La sera del 16 ottobre scorso furono presentati, simbolicamente, nella sala del Consiglio comunale lo staff dirigenziale, i corsi, i docenti; dopo tre mesi intensi, con 25 attività in itinere (corsi, laboratori, seminari, incontri tematici), l’8 febbraio al Chiostro delle Clarisse, l’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico 2024-25, alla presenza delle Autorità comunali, questa volta non più ostacolo ma partner. Il Sindaco Giuseppe De Tomaso e l’assessore alle Attività Culturali Teresa De Carolis, infatti, nei loro interventi hanno dato pieno e convinto sostegno all’iniziativa, arrivando a riconoscerne l’alto valore culturale e sociale. Tre mesi di attività, che la vice-presidente LUTE, prof.ssa Rosanna Palmisano, chiamando a soccorso poeti del calibro di Coelho e Gibran, ha definito “un sogno che si avvera”. Il sogno della prof.ssa Vittore che ha trovato anche il pieno sostegno della Regione Puglia e della presidente nazionale FEDERUNI, prof.ssa Fonte Maria Fralonardo, la quale scherzosamente ha detto: “…una lezione al giorno toglie il medico di torno”, ribadendo così l’aspetto fondamentale dello stare insieme, del condividere, del tenersi sempre in attività per uscire da quell’isolamento sociale che spesso ci avvolge e ci distacca dal mondo. Anche il prof. Francesco Bellino, già docente di Bioetica all’Università di Bari, nel suo intervento, ha sottolineato la necessità per tutti della socialità – l’uomo non è stato creato per vivere da solo – aggiungendo l’elogio dell’impegno sociale, quello disinteressato, volontario, senza fini personali che è di gran valore soprattutto in questa era di frenetica esaltazione dell’individualismo e dell’edonismo che trova nei social terreno fertile. “L’ente pubblico – ha detto il prof. Bellino, citando un autore napoletano del Settecento – dovrebbe sentire come dovere etico premiare chi s’impegna pubblicamente, chi si dedica agli altri”, additandolo in questo modo a tutta la comunità quale esempio virtuoso.

La serata d’inaugurazione ha visto, tra un discorso e l’altro, intermezzi molto apprezzati dal numeroso pubblico, testimonianza diretta dei primi risultati ottenuti dai vari corsi. Il coro LUTE, in primo luogo, che sotto la direzione dei maestri Pasquale Di Pinto e Francesco Scarola (con il prof. Giuseppe Lonuzzo, oboe) ha dato prova di aver già raggiunto, in così poco tempo, un buon livello di esecuzione; poi i recitanti del Corso ‘Dialetto Turese’ tenuto dal prof. Raffaele Valentini, i quali con maestria hanno recitato brani dialettali, tra cui quello ispirato al celebre detto “Quànne iàcchie u mòneche a càste…”, che ha divertito tutti. Il corsista Raffaele Lefemine, nel presentare il lavoro, ha ringraziato il prof. Valentini per l’attività di ricerca sul dialetto turese che ha fatto, e sta facendo, “per far riscoprire alla nostra comunità modi di dire e di parlare, aneddoti e tutto quanto riguarda la nostra lingua madre”.

Così la serata del sabato è scivolata via in tranquillità e compagnia, tra una riflessione e una risata, tra una musica e l’altra, dimostrando ancora una volta che lo stare insieme senza altri fini se non quello della socialità e dell’arricchimento culturale è la medicina che guarisce ogni male, ogni solitudine, ogni incomprensione.
Testo e foto di Giovanni Lerede
Didascalie foto: 1) Il Direttivo LUTE con la prof.ssa Fralonardo; 2) Il Coro LUTE diretto dal prof. Pasquale Di Pinto; 3) Alcuni corsisiti del ‘Dialetto Turese’.