Cosa è successo – Innanzitutto si vuole precisare che la materia del contendere non riguarda la volontà di pagare o non pagare il tributo IMU e TASI inerente le aree edificabili. Da sempre abbiamo affermato e sostenuto che i tributi vanno pagati, ma vanno pagati in modo equo e giusto. Noi riteniamo, ed in questo siamo confortati da quanto stabilito dalla normativa in materia, che i tributi IMU e TASI, riguardanti le aree edificabili, vanno pagati in base al valore di mercato delle stesse. La materia del contendere, quindi, è tutta nella giusta individuazione della base imponibile sulla quale i tributi di cui innanzi devono essere calcolati. Abbiamo da sempre sostenuto che l’individuazione della base imponibile individuata dal Comune era errata in quanto non rispecchiava il valore di mercato delle aree edificabili del nostro mercato locale.
Le errate individuazioni fatte dal Comune, prive di documentazione probante e per giunta non giurate, facevano scaturire valori irreali, per cui i contribuenti sono stati costretti a dotarsi, a proprie spese, di perizie tecniche giurate che illustrassero ed individuassero, in modo oggettivo e documentato, i giusti parametri per poter addivenire ad un giusto valore di mercato delle aree edificabili e conseguentemente ad una giusta ed equa tassazione. In parole povere, non è possibile tassare un suolo su un valore di 100 quando sul mercato, nella migliore delle ipotesi, ne vale 25. Per giunta negli ultimi anni a Turi i suoli sono fuori mercato per mancanza di domanda e per l’abnorme offerta. Sono cose note a Tutti.
Il Comune (anche se ripetutamente richiesto) non ha mai voluto fornire alcuna spiegazione in merito alla mancanza dei calcoli, della citazione delle fonti e dei valori usati per individuare i valori riportati nelle sue relazioni. Per il Comune, i contribuenti dovevano accettare i valori senza chiedere spiegazioni e chiarimenti, alla guisa di un dogma (credere ciecamente ed accettare senza chiedere spiegazioni come una verità soprannaturale e divina). Non ha voluto neanche rispondere alle note con cui i Tecnici del Comitato Aree Edificabili hanno posto alla Loro attenzione ed a quella dei Responsabili Comunali i macroscopici errori contenuti nelle perizie di individuazione dei valori venali delle aree edificabili poste a base della richiesta tributaria ai fini IMU e TASI. Errori dimostrati con dati di fatto oggettivi e riscontrabili e che hanno falsato il valore individuato dal Comune. Senza scomodare quanto prescrive la legge 241/1990, per un senso di rispetto ed educazione dovuto ai cittadini, ci aspettavamo una risposta, sempre promessa, e mai arrivata. Orbene cosa pensare? Due sono le risposte logiche da dare a questa domanda: la prima è che non avevano argomenti validi con cui rispondere ed in questo caso risulterebbero rafforzate le Nostre giuste rimostranze; la seconda riguarda un comportamento omissivo, spocchioso ed irriverente nei confronti dei cittadini che hanno richiesto spiegazioni che gli erano dovute. Ci auguriamo e vogliamo sperare che la risposta non sia quest’ultima ipotesi.
Come si sono comportati gli Amministratori ed i Dirigenti Comunali – Gli Amministratori ed i Responsabili Comunali, ogni qualvolta sono stati chiamati ad esprimere un loro giudizio e ad assumere decisioni in merito al valore venale delle aree edificabili, pur riconoscendo la fondatezza delle nostre tesi, non hanno mai voluto assumere una precisa posizione conseguenziale e mai fornito alcun riscontro a tutta la documentazione tecnica da Noi sottoposta alla Loro attenzione. Sono stati sempre sfuggenti come anguille ed irragionevolmente paurosi. Non hanno mai risposto con nota scritta. Quando Li si metteva alle strette, l’unica Loro risposta di fronte ai documenti, relazioni, sentenze a suffragio della nostra tesi è stata quella di essere pavidi e, pur condividendo le nostre ragioni, hanno sostenuto che si sarebbero sentiti sicuri ed agito di conseguenza solo quando ci fossero state delle sentenze favorevoli ai contribuenti, che entrando nel merito della valutazione, avessero confermato i valori venali delle aree edificabili sostenuti e rilevabili dalle perizie giurate dei contribuenti. Orbene di sentenze favorevoli ai contribuenti ce ne sono state (per la verità anche di sfavorevoli), ma fino ad ora tutte riguardavano motivi giuridici e non di merito (valutazione del valore venale delle aree edificabili in base a perizie giurate dei contribuenti).
Quali decisioni hanno preso la Giustizia Tributaria ed il Comune di Turi – Ultimamente ci sono state alcune sentenze nelle quali, finalmente, la Commissione Tributaria Provinciale è entrata nel merito, ritenendo validi i valori delle aree edificabili indicati nelle perizie giurate dei contribuenti e quindi è stato finalmente accolta la Nostra tesi di valutazione dei valori venali delle aree edificabili. Pensavamo che finalmente, secondo quanto sopra asserito dagli Amministratori e dai Responsabili Comunali, non ci sarebbero stati più ostacoli alla soluzione del contenzioso riguardante le aree edificabili (contenzioso che riguarda gli anni fino al 2019). Purtroppo si è dovuto constatare l’amara verità del detto “Predicare bene e razzolare male”: tutti conosciamo il significato di questa espressione. Lo si attribuisce all’atteggiamento di una persona che sembra giusta e onesta nel parlare, ma si comporta in modo ben diverso, mostrando un’evidente dissonanza “fra il dire e il fare”. È la sensazione che abbiamo avuto quando abbiamo appreso la notizia che il Comune di Turi ha appellato alla Commissione Tributaria Regionale tutte le sentenze favorevoli ai contribuenti emanate dalla Commissione Tributaria Provinciale inerente i valori venali delle aree edificabili e fra queste anche quelle sopra accennate riguardanti il merito (cioè quelle sentenze in cui era stato ritenuto valido il valore delle perizie giurate dei contribuenti). La notizia ci appare inverosimile e ci rattrista in quanto sinceramente (in buona fede) avevamo creduto alle affermazioni fatte dai personaggi (Amministratori e Responsabili Comunali) che assumono decisioni a volte incomprensibili ed ingiuste che, purtroppo, impattano pesantemente sui cittadini, facendo perdere a questi ultimi la fiducia nelle istituzioni sia a livello politico che burocratico. La cosa che più deprime e nello stesso tempo fa sorridere amaramente è la circostanza che, per una delle sentenze appellate alla Commissione Tributaria Regionale, l’entità della somma in questione è di 25,98 Euro. Si di venticinque euro e novantotto centesimi per cui riteniamo di esimerci dai commenti…
Sembra di capire che il contenzioso ad oltranza e con ogni mezzo (quasi un accanimento terapeutico) sia la via scelta e perseguita senza riflettere e rispondere ad alcune considerazioni logiche. Si stanno perseguendo gli interessi della collettività? Il rischio a cui La si sta sottoponendo vale la spesa in caso di soccombenza? Perché ci si ostina in modo irragionevole a ricorrere a trattamenti vessatori o sproporzionati, cioè a trattamenti che non possono determinare nell’immediatezza alcun reale beneficio per il Comune, né per i contribuenti ed i cui effetti collaterali in futuro potrebbero superare di gran lunga i non sicuri benefici ipotizzati? Perché non usare ragionevolmente, sempre nell’alveo della legalità, tutti gli istituti previsti per legge per deflazionare il contenzioso, soprattutto adesso che la prova della validità delle perizie giurate dei contribuenti è stata fornita dalla Commissione Tributaria Provinciale, come da Loro auspicato e richiesto?
Una Pubblica Amministrazione a volte ottusa che non dà risposte e sta in silenzio – Sono anni e mesi che attendiamo. Innumerevoli sono state le loro promesse di esaminare e risolvere la questione. Il comportamento che hanno messo in atto di rifiuto dell’accertamento con adesione, del reclamo mediazione e di ogni altra proposta che gli è stata fatta, non depone certamente a creare un clima di fiducia e tranquillità, specie alla luce della nuova normativa in materia di processo tributario (legge n. 130/2022) che valorizza e rafforza ulteriormente detti istituti deflattivi del contenzioso. A questo punto sorge spontanea una domanda: Cui prodest? A chi giova tutto questo? Si pongano questa domanda e cerchino di rispondere con tutta coscienza e sincerità. Chi trova giovamento dal proseguire ad oltranza il contenzioso in ogni caso (sia in caso di vittoria o di sconfitta con contestuale appello alla Commissione Tributaria Regionale)? Chi ci guadagna senza rischiare nulla in ogni caso in quanto è cautelato da atti pubblici di affidamento dell’incarico e quindi le sue parcelle sono di sicura liquidità e consistenza? Cerchino di riflettere Tutti senza farsi prendere da stupidi sensi di rivalsa o di ripicca nei confronti della parte avversa e senza farsi convincere da chi ha tutto l’interesse economico a proseguire ad oltranza ed in ogni caso il contenzioso in quanto ha certezza di incassare in ogni caso. Forse sarebbe saggio e razionale considerare di prendere in esame gli istituti deflattivi del contenzioso e cercare di metterli in atto seriamente e con coscienza una volta per tutte. Siamo sicuri che sarebbe un bene per Tutti (Comune e Contribuenti). Il primo avrebbe subito a disposizione somme eque, certe e liquide, i secondi avrebbero finalmente giustizia e tranquillità e tornerebbero ad avere fiducia nelle Istituzioni (Amministratori e Dirigenti comunali).
COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO AREE EDIFICABILI DI TURI
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