Campo di accoglienza per i lavoratori stranieri: si torna al campo sportivo, l’ex-distributore Esso ora non è più idoneo

La decisione della Giunta comunale di Turi del 28 aprile scorso – ne abbiamo dato notizia sulla pagina fb de il paese’ – di indicare nell’area dell’ex-distributore Esso di via Sammichele (adiacente la circonvallazione) “l’area più idonea ad ospitare il campo per l’accoglienza dei lavoratori immigrati utilizzati per la raccolta delle ciliegie” è stata annullata il 4 maggio scorso. L’annullamento dell’atto è stato deciso dopo “successive verifiche effettuate dal competente Ufficio Tecnico, in collaborazione con il Comando di Polizia Locale”, si legge nella delibera di revoca del 5 maggio scorso. I motivi di questo passo falso del Comune sarebbero legati a generici problemi legati “alla sicurezza e alla viabilità” (ma è questo il vero motivo?)

A ben vedere, era già riscontrabile già da prima la non idoneità del luogo sia per le dimensioni, sia per la posizione troppo vicina alla provinciale, l’unica strada di accesso al luogo prescelto dove per un lungo tratto mancano i marciapiedi e questo avrebbe senz’altro creato motivo di estremo pericolo per i lavoratori stranieri. Poi dove avrebbero parcheggiato i loro autoveicoli? Non si capisce perché questa “verifica” non sia stata fatta prima di ufficializzare la scelta dell’ex-distributore Esso, che ha ottenuto il visto dell’Ufficio Tecnico. Allo stesso tempo non si coglie bene l’utilità di spendere danaro pubblico per allestire un campo su un terreno privato (in vendita peraltro, come recita un cartello affisso sulla recinzione) quando il Comune ha a disposizione un’area pubblica idonea, quella vicina al campo sportivo, tanto che è stata già utilizzata negli anni passati. E poi perché non allestire un posto fisso in uso per tutti gli anni necessari? Non si risparmierebbero ingenti somme di danaro pubblico? Basta dire che quest’anno per l’allestimento del campo la Regione ha stanziato ben 158 mila Euro.

Constatato l’errore – tardivamente visto il tempo minimo per l’allestimento, essendo la campagna cerasicola ormai arrivata – lo stesso 5 maggio la Giunta Resta ha provveduto a ‘spostare’ il campo per i lavoratori stranieri sul già collaudato suolo di via Oronzo Pugliese (a fianco del campo sportivo) dove, come già previsto dalla prima delibera d’aprile, si allestirà, si spera in tempo utile, un campo identico a quelli di prima della pandemia con moduli abitativi dove alloggiare “un numero cospicuo di lavoratori immigrati stagionali (poco meno di centocinquanta), muniti di regolare permesso di soggiorno”, che al termine di una giornata di lavoro, in mancanza di un luogo idoneamente attrezzato, per necessità “utilizzano impropriamente parti del suolo pubblico o aperto al pubblico per esercitare il campeggio o dimorare in tende, veicoli, baracche o ripari di fortuna, determinando pericoli sotto il profilo igienico, dell’abbandono incontrollato di rifiuti e dell’accensione di incendi”. Lo scorso anno, infatti, il luogo attrezzato non fu realizzato, come pure nel 2020, per ragioni ufficialmente legati al Covid-19, generando tuttavia una convivenza molto complicata sia dal punto di vista del decoro pubblico sia sotto il profilo igienico-sanitario, per la presenza massiccia di lavoratori bivaccati ovunque loro malgrado non avendo un luogo munito di servizi essenziali dove dormire, mangiare e lavarsi. Non si comprende perché, come sottolineato nella seduta del Consiglio comunale del 21 aprile scorso grazie ad un’interpellanza della Minoranza, non si è provveduto ad affrontare la questione con largo anticipo, attivando molti mesi prima quel tavolo tecnico “tra autorità politiche, associazioni di categoria, produttori di Turi e paesi limitrofi,associazioni di volontariato, forze dell’ordine, Caf, rappresentati dei lavoratori e i consiglieri comunali” tardivo ma necessario per cercare di risolvere una volta per tutte il problema. Questi lavoratori continueranno ad affluire in gran numero a Turi e nel Sud-Est Barese per chissà quanti anni ancora, in quanto ormai necessari alla campagna di raccolta di un frutto che ha bisogno di molte braccia. Quelle dei turesi non sono sufficienti. Lo devono capire tutti: politici, produttori, cittadini, sindacati di Turi e dei paesi cerasicoli vicini. Questo non è un problema turese ma territoriale e va affrontato insieme. Nei tempi giusti però!

Didascalie foto: 1) in alto, la prima foresteria per lavoratori stranieri allestita nel 2018 in via Oronzo Pugliese nei pressi del campo sportivo (foto Giovanni Lerede); 2) ciliegie ferrovie in maturazione (foto Giovanni Palmisano, 2017)

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