La terra arsa ha bisogno di acqua e la pioggia in questo giorno di festa è sicuramente una benedizione del Cielo anche se ha creato qualche disagio a tutti noi. Il Vescovo di Conversano-Monopoli, mons. Giuseppe Favale, ha ringraziato l’intercessore Sant’Oronzo per l’arrivo dell’agognata pioggia assente in modo così abbondante da mesi. Infatti, quasi sul finire di un agosto rovente, proprio nel pomeriggio del 26 agosto, quando tutto era pronto per la celebrazione, alle ore 19, del Solenne Pontificale, il cielo si è fatto plumbeo con lampi, tuoni e rovesci, ed inevitabilmente il programma stabilito è andato in tilt. Già nella serata precedente la Messa nel piazzale Sant’Oronzo, davanti al Cimitero, era stata ‘disturbata’ da una breve pioggia, ma poi, pur con un po’ di ritardo, la funzione si è potuta concludere. Caricati da questa ‘indulgenza’ del Cielo, il Comitato Festa Patronale (anche quest’anno presieduto da Livio Lerede), il Comune e l’Autorità ecclesiastica nel giorno clou hanno voluto comunque allestire come si deve la piazza e lo ‘stradone’ per celebrare degnamente, alla presenza di una cospicua folla di fedeli, di alcune Tv e testate giornalistiche la giornata di festa ‘grande’ in onore del Protettore, che per il secondo anno consecutivo si è fatta piccina a causa della perdurante emergenza sanitaria. Qualche goccia residua dopo l’acquazzone di un’ora prima non ha scoraggiato chi aveva la responsabilità dell’organizzazione, ma l’Arciprete Don Giovanni Amodio, accompagnando la statua di Sant’Oronzo nel breve tratto tra la Matrice e la piazza a fatica nascondeva la preoccupazione per le nubi gonfie di pioggia ed anche una certa stanchezza per la difficoltà del momento (lo ha confessato ‘cuore in mano’ lo stesso Don Giovanni al termine della Messa del giorno seguente).
Il Pontificale è cominciato dopo una brevissima processione degli officianti dalla chiesa degli Scolopi all’altare, allestito all’ombra – si fa per dire, il sole non si è proprio visto – del Carro Trionfale. In testa l’Arciprete con la Reliquia, poi S.E. il Vescovo, i Parroci e i Diaconi turesi e poi quelli di Surbo e Campi Salentina, pellegrini quest’ultimi insieme a gruppi di parrocchiani sulla ‘via oronziana’ dal Salento a Turi per rendere omaggio al nostro e al loro Santo. Don Giovanni ha subito preso la parola per salutare gli illustri ospiti forestieri presenti e tutte le Autorità sedute nelle prime file. Esaltando la figura esemplare del Vescovo Martire, Don Giovanni ha poi evidenziato come nella giornata del 26 di quest’anno si fossero concentrati tre importanti eventi: 1) il 50° anniversario del Carro realizzato nel 1971, evento testimoniato con le parole dell’allora sindaco Matteo Pugliese; 2) la collocazione del reliquiario di Sant’Oronzo nell’apposita teca; 3) la contestuale apertura della Porta Santa nella Cattedrale di Lecce per il Giubileo Oronziano, indetto, come a Turi nel 2018 dal Santo Padre, in questo caso nell’occasione del bimillenario della nascita del primo Vescovo di Lecce, indicata dalle fonti agiografiche nel 22 dopo Cristo.
Dopo qualche minuto però, i Canti e le Letture della Santa Messa sono stati interrotti bruscamente dalla pioggia che ha ricominciato a cadere a tratti copiosa a tratti no; ma questa incertezza è bastata a scatenare il fuggifuggi generale in tutte le direzioni di fuga possibili: gli ecclesiastici si sono diretti verso la Chiesa Madre, le autorità civili verso il Municipio, i fedeli hanno trovato riparo sotto ombrelli e balconate. Nel frattempo i portatori hanno velocemente trasportato l’effige del Santo Protettore – forse per la prima volta nella storia della festa – nell’androne del Municipio, dove la statua è stata fatta entrare con non poche difficoltà, essendo l’ingresso troppo basso per permettere un agevole passaggio. Superati i primi momenti di confusione e smarrimento, nella Chiesa Madre è stato allestito l’altare con l’essenziale per permettere al Vescovo e ai Sacerdoti di riprendere il rito da dove era stato bruscamente interrotto, cioè dalle Letture. E così è stato, anche se strideva l’assenza sotto il baldacchino rosso proprio della statua del Santo Vescovo, quasi fosse ‘una festa senza il festeggiato’. Una situazione nuova, ma non voluta in quanto maturata in pochi secondi dall’esigenza di preservare il prezioso abito che riveste l’effige.
Terminata la Messa con la canonica benedizione, il reliquiario d’argento, progettato da Daniela Angelillo e realizzato a Putignano da Vito Capozza, a custodia di alcuni preziosi frammenti ossei ricevuti in dono dalla Curia Arcivescovile di Zara (Croazia) nel 2019, è stato collocato dal Vescovo nella nuova e definitiva teca posta nella cappella della Matrice dedicata a Sant’Oronzo, presente il sindaco Tina Resta ed un emozionatissimo Don Giovanni. La sacra Reliquia – “orgoglio della città di Turi”, come ha sottolineato l’Arciprete al termine della Messa serale del 27 agosto – d’ora in poi sarà perennemente sotto gli occhi di tutti i devoti del Martire grazie alla speciale custodia trasparente progettata dall’arch. Angela Rossi e inserita in una rinnovata cappella dopo i lavori di restauro eseguiti dall’Impresa ‘Rossi Restauri’.
Intorno alle 22, sotto una pioggerellina appena percettibile, il Busto del Santo, accompagnato dal suono della Banda cittadina e dagli applausi dei turesi è stato fatto salire in cima al Carro.
Il 27, dopo la funzione, il Busto è stato fatto scendere accompagnato nuovamente dalla Banda di Turi, dagli applausi e dai fuochi pirotecnici.
Nonostante il perdurare dell’emergenza Covid-19, nonostante i limiti imposti dalle norme anticontagio in tanti, anche quest’anno, si sono prodigati per realizzare, nonostante tutto, la Festa ‘grande’. A tutti questi protagonisti, visibili e invisibili, Don Giovanni Amodio ha voluto portare il suo personale e accorato ringraziamento, richiamando la benevola attenzione dei turesi su chi non parla, non giudica, non si mostra, ma volentieri si rimbocca le maniche per realizzare.
Didascalie foto, dall’alto:
1) Mons. Favale depone il Reliquario nella nuova teca; 2) Don Giovanni Amodio e il Vescovo raggiungono l’altare in piazza per il Solenne Pontificale; 3) Il Solenne Pontificale prima dell’interruzione causa pioggia; 4) La statua di Sant’Oronzo al riparo nell’androne del Municipio; 5) Breve processione in Chiesa Madre verso la Cappella di Sant’Oronzo (foto di Fabio Zita)
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