La mattina del 25 gennaio 2021 l’intera area relativa a Largo Pozzi è stata interessata da indagini del tipo “prospezione georadar”, con il rilievo topografico nella zona in oggetto. Tale attività, svolta alla presenza di Assessori comunali e di Consiglieri di Minoranza e dei Tecnici del Comune, rientra in un più ampio progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’area che L’Amministrazione comunale è intenzionata a portare avanti.
In accordo con il Prof. Alessandro Reina e con l’Amministrazione del Comune di Turi, si è quindi deciso di avviare un lavoro di indagine tecnico-scientifica del sito. Il Prof. Reina è geologo, docente e ricercatore presso il Politecnico di Bari, nonché direttore scientifico delle grotte di Castellana e direttore responsabile della rivista ufficiale del Consiglio Nazionale dei Geologi “Geologia Tecnica e Ambientale”.
L’obiettivo delle indagini svolte dal Prof. Reina e dal suo staff è quello di valorizzare la testimonianza storica e di valutare l’aspetto idrogeologico dell’area oggetto di indagine. Il georadar permetterà il riconoscimento delle eventuali strutture antropiche (antichi pozzi e cisterne presenti sotto la piazza) e il rilievo topografico permetterà la collocazione precisa delle stesse. Attraverso il rilievo, inoltre, sarà possibile capire se in relazione alla stabilità dell’area siano necessari interventi di mitigazione del rischio idrogeologico dell’area. L’attività svolta stamattina è solo un primo livello di indagini, secondo le parole del Prof. Reina, un punto di partenza che può portare a più completi risultati della ricerca tecnico-scientifica e storica di importante valenza.
La stessa presenza di un inghiottitoio naturale (sink hole) apertosi dopo le abbondanti piogge del 1919 necessita di monitoraggio accurato. In quell’anno, secondo la ricostruzione storica fatta anni fa da don Vito Ingellis sulla rivista ‘Turi Chiesa Madre’, la forte pressione delle acque meteoriche accumulate provocò un crollo nella zona depressiva della dolina aprendo una voragine in direzione di una profonda cavità carsica che risucchiò tutta l’acqua presente nell’area dei pozzi. Questo lavoro di studio consentirebbe di indirizzare con maggiore sicurezza i piani di gestione del territorio e le future costruzioni nell’area. Inoltre non bisogna sottovalutare il pregio dell’eventuale ricostruzione planimetrica delle opere sotterranee, sepolte nel passato (pozzi e cisterne, muri di contenimento e di confine) e dei manufatti che hanno contraddistinto i luoghi del passato della vita turese.