Con un evento online tenutosi nel pomeriggio di lunedì 15 marzo con base presso la Sala Sbriccoli della biblioteca didattica d’Ateneo dell’Università degli Studi di Macerata e il saluto del Magnifico Rettore Francesco Adornato, della prof.ssa Marisa Pavone (Università di Torino, presidente CNUDD/ Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità), del prof. Luigi d’Alonzo (Università Cattolica di Milano e Presidente della SIPeS/Società Italiana di Pedagogia Speciale), la prof.ssa Catia Giaconi (Università di Macerata, presidente del Commissione scientifica del Premio Internazionale Inclusione 3.0, è stato conferito al Teatro Universitario Aenigma di Urbino il riconoscimento riservato alle iniziative che si sono distinte per aver attivato percorsi e progetti volti all’integrazione di persone con disabilità.
Insieme ai rappresentanti di esperienze di carattere inclusivo attivate in Italia, Kosovo, Ucraina, El Salvador, Spagna, Vito Minoia (direttore del Teatro Universitario Aenigma, nonché esperto di Teatro Educativo presso l’Ateneo Carlo Bo di Urbino e presidente della International University Theatre Association), ha ritirato il riconoscimento avente la seguente motivazione: «Il Teatro Universitario Aenigma, con oltre 25 anni di attività di teatro educativo inclusivo, si è distinto anche a livello internazionale per le numerose iniziative volte all’integrazione sociale di persone con disabilità. Ha permesso di promuovere significative esperienze interpersonali tra studenti con e senza disabilità ed ha permesso di mettere in scena le singole diversità realizzando così il profondo significato pedagogico e inclusivo del teatro».
I due progetti ai quali fa riferimento la motivazione, che hanno da poco tagliato il traguardo dei primi 25 anni di attività, sono nello specifico: la Rivista Europea «Catarsi, Teatri delle diversità» fondata dallo stesso Minoia con Emilio Pozzi (entrambi docenti all’Università di Urbino) e la significativa partecipazione scientifica di Andrea Canevaro e Claudio Meldolesi (Università di Bologna) e il laboratorio teatrale «Il coraggio di esprimersi» che ha dato vita alla Compagnia teatrale Volo libero nel Centro Socio Educativo Riabilitativo Margherita di Casinina di Sassocorvaro-Auditore, gestito dalla Cooperativa Sociale Labirinto.
A questa seconda iniziativa è dedicato il brano video dello storico spettacolo Non sparate agli uccelli realizzato dagli allievi del CSER pubblicato sul canale youtube dell’Università di Macerata all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=NMNeFUGkOR0 . La compagnia ha prodotto nel tempo 10 spettacoli teatrali che rimangono fortemente vivi nel ricordo della Comunità allargata che ogni volta si è raccolta con entusiasmo presso il Teatro Battelli di Macerata Feltria, tra i quali l’allestimento de l’ Incendio alla Cavaturaccioli oggi documentato nel volume Il piombo e l’orologio e altri scritti, pubblicato nella collana «Dalla pagina alla scena» per i tipi delle Edizioni Nuove Catarsi con testi di Andrea Canevaro, Michele Gianni, Celeste Gianni, Vito Minoia.
Nell’ambito della Settimana dell’Inclusione all’Università di Macerata, giovedì sera, 18 marzo 2021, saranno alcuni specialisti e un gruppo di studenti universitari a rivolgere alcune domande ad una rappresentanza del Teatro Universitario Aenigma e della Compagnia Volo Libero (collegamento alle ore 20.30 in diretta web radio al link https://www.unimc.it/it/unimc-comunica/events/eventi-2021/unimc-for-inclusion-2021 ).
Nel ritirare il Premio, Vito Minoia ha dichiarato: «Le due esperienze di studio e ricerca artistica ed espressiva riconosciute oggi dall’Università di Macerata hanno avuto un ruolo importante per me e per tanti compagni di viaggio nel determinare, negli ambiti specifici di riferimento, un’evoluzione del concetto stesso di “diversità”, un concetto culturalmente maturato sottraendosi progressivamente alle influenze ideologiche e al radicalismo dottrinario che avevano prevalso agli inizi della sua diffusione per essere sempre meglio riconosciuto come rappresentativo di una realtà umana da osservare e valorizzare in tutti i suoi aspetti (pedagogici, sociologici, antropologici, psicologici). Si è passati da un “dis-valore” inteso come oggetto di controllo, o nel migliore dei casi di tolleranza, a un “valore” per la cui tutela e per il cui rispetto siamo tutti impegnati a livello civile, a maggior ragione anche attraverso il teatro».