consiglio-comunale-del-29-settembre-2020

Giù le tasse sulle aree edificabili. Il Consiglio comunale ‘processa’ il PUG

Seduta del Consiglio comunale di Turi nuovamente in streaming come durante il lockdown per l’allarme crescente verso l’epidemia da Covid-19. Il 29 settembre, quindi, tutti davanti allo schermo (ognuno a suo modo) per una sessione che, nonostante il ‘distanziamento sociale’ via web, è risultata piuttosto nervosa soprattutto nell’avvio dopo la comunicazione della dott.ssa Tina Resta in merito ai nuovi incarichi in Giunta e la presa d’atto delle dimissioni del dott. Onofrio Resta da capogruppo consiliare della lista “TuRinasce”. Appena formalizzato l’incarico al nuovo capogruppo Lanfranco Netti e al suo vice Leo Girolamo, le proteste di Paolo Tundo per il metodo ‘autoritario’ utilizzato dal Sindaco nella risoluzione della crisi hanno acceso la discussione politica. Giannalisa Zaccheo ha parlato di “sostituzioni punitive”, riferendosi soprattutto a Teresa De Carolis, di “censura” a danno dei firmatari e ha chiesto al Sindaco di dare risposte alle “denunce politiche gravi e pesanti contenute nella lettera”; il Sindaco ha ricordato ai suoi contestatori che la vicenda della lettera (e delle successive fasi della crisi) non è affatto passata sotto silenzio, anzi è stata oggetto di libere discussioni su siti web e giornali locali dove tutti si sono affrettati a dire la loro.

Poi gli interventi dei firmatari della famosa lettera estiva: l’ex-capogruppo Onofrio Resta l’ha definita “dialettica interna”, ma qualcuno “ha passato la lettera ai giornali” al fine di strumentalizzare quello che voleva essere solo un confronto politico tra le forze di maggioranza. Ma nonostante il dispiacere per la vicenda, il dottor Resta ha assicurato fedeltà alla “Giunta del Sindaco”, alla Maggioranza e al popolo elettore, avvertendo però: “Noi consiglieri della maggioranza come quelli della Minoranza abbiamo il dovere dell’indirizzo e del controllo sugli atti della Giunta. Rispettiamo la volontà del Sindaco, ma saremo vigili sull’operato della nuova Giunta”. L’ex assessore De Carolis ha detto, con una vena di ‘pacata’ polemica, di sentirsi “come un’alunna bocciata”, ricordando che “in politica i numeri sono fondamentali e ognuno di noi porta su di se la responsabilità di chi l’ha votato”; piuttosto sibillino l’intervento dell’ex vicesindaco Topputi: “Non è stata la nostra lettera a portare il Sindaco alle sue decisioni.

La discussione si è poi spostata su temi, diciamo così, più ‘venali’: spostamenti di somme di Bilancio da un capitolo all’altro per sopravvenuti risparmi, come ha riferito il neo vicesindaco Gigantelli; per il consigliere di minoranza Spinelli, invece, si tratta di variazioni derivanti “dalla solita mancanza di programmazione”.

Il fatto nuovo, però, è che finalmente qualcosa si muove sul fronte del ricalcolo del valore venale delle aree edificabili ai fini dell’IMU. Un tema nato anni fa con l’approvazione definitiva del Piano Urbanistico Generale (PUG) che ha trasformato in aree edificabili ampi settori agricoli, aumentandone di conseguenza il valore immobiliare. All’epoca, tuttavia, molti dei proprietari di quei terreni si sfregarono le mani immaginando ampi guadagni futuri; poi, però, è calata la forte crisi edilizia a Turi, come in tutta Italia, e… ‘addio sogni di gloria’. Fatto il PUG non si è più costruito più un metro quadro, è il già costruito – Tundo ha ricordato “lo scempio edilizio degli anni precedenti il 2014 – è rimasto in gran numero invenduto o venduto sottocosto. Da qui le proteste, la nascita di comitati, i ricorsi, i veleni.

La ‘nuova’ Amministrazione Resta ha deciso di ripartire da qui, delegando al caposettore Urbanistica arch. Giambattista Del Rosso l’arduo compito di sbrogliare la matassa dei ‘contestati’ calcoli stabiliti dal Politecnico di Bari. Il Consiglio ha preso atto delle parole del Tecnico incaricato, approvando la sua Relazione, che tuttavia si dovrà leggere attentamente in tutti i passaggi per comprenderne meglio l’impatto concreto sulla tassazione. In generale, possiamo già dire che Del Rosso, alla luce di nuovi parametri edilizi regionali e nazionali, del crollo delle costruzioni e della crisi del settore edilizio e dell’intera economia nazionale, visti gli indicatori economici che stabiliscono il nuovo valore di immobili e suoli edificabili ha abbassato mediamente del 65% la tassazione sulle aree edificabili del PUG. Grande giubilo da parte di tutti i consiglieri per quello che appare un grande risparmio a partire da questo 2020 già di suo molto complicato sotto tutti i punti di vista. In parecchi, però, a cominciare da Lilli Susca e la Zaccheo, hanno chiesto un ulteriore sforzo per cercare una soluzione per gli anni dal 2014 al 2019 ricchi di contenziosi ancora aperti tra il Comune e i proprietari, chiedendo una contestuale revisione del Piano Urbanistico Generale che – ha detto la Susca“evidentemente non funziona perché non coerente con la realtà socio-economica turese”. Onofrio Resta ha dato atto all’Amministrazione di “aver finalmente cominciato ad affrontare la situazione”, ricordando che il PUG fu approvato definitivamente durante la sua Amministrazione da tutte le forze presenti in Consiglio ed ebbe l’avallo di un’urbanista di valore come la Barbanente; Angelo Palmisano ha chiesto di rendere Turi più appetibile agli investimenti e all’arrivo di nuova popolazione, aumentando i servizi e il livello generale di vivibilità; il neo assessore Maurizio Coppi ha evidenziato che “la cementificazione è stata anche il frutto della pressione fortissima al costruire di quegli anni… il sindaco Gigantelli è intervenuto con il PUG, poi il mercato è crollato ovunque”, ma si è detto ottimista per il futuro perchè “qualche segnale di ripresa c’è”; l’assessore Gigantelli, infine, ha assicurato che “le minori entrate dell’IMU dei suoli edificabili non creeranno nessun disequilibrio nei conti del Comune”.

Michele-emiliano-conferenza

A Turi vince Emiliano, il PD è il primo partito. Lega e Fratelli d’Italia ‘deludono’

A Turi il voto per l’elezione del Governatore e dei Consiglieri regionali della Regione Puglia in qualche modo ‘sorprende’, in primo luogo per il risultato del PD, che si attesta primo partito con il 23,7%, e poi per la vittoria di Michele Emiliano su Raffaele Fitto: 2.746 voti il primo, pari al 47,5%; 2.397 voti il secondo, pari al 41,5%. I 6000 turesi circa che, nonostante la paura del Covid si sono recati ai seggi, hanno decretato che Emiliano può restare alla guida della nostra Regione fino al 2025.

Modesto, rispetto al boom delle Europee, il risultato della Lega di Salvini che a Turi porta a casa solo 603 voti (11,3%), risultando terza forza politica nella classifica, superata di molto da Fratelli d’Italia che prende 807 voti (15,2%); Forza Italia, finiti i fasti del passato, si deve accontentare di 528 voti (10%). Il voto disgiunto ha portato a Emiliano dagli altri fronti ben 300 voti, molti di meno a Fitto (74). Il Movimento 5 Stelle ora vola bassissimo rispetto alle precedenti consultazioni nazionali: i 430 voti presi dalla lista e i 507 dalla candidata presidente Antonella Laricchia dicono che sul territorio i ‘grillini’ non sono stati agevolati dal lavoro di supporter acchiappavoti; il PD, invece, ha usufruito abbondantemente dell’impegno dei fratelli Fabio e Giuseppe Topputi e il buon risultato del partito di Zingaretti qui da noi trova senz’altro una spiegazione nel massiccio lavorio ‘porta a porta’ dell’ex-vicesindaco (la ‘sua’ candidata Lucia Parchitelli è la più votata in assoluto con 533 suffragi); Topputi ha voluto in questo modo dimostrare di avere ancora un certo peso nella raccolta del consenso elettorale non solo per se stesso ma anche per il partito di riferimento a livello regionale (sono note a tutti le sue simpatie per il segretario regionale PD Lacarra).

Delle altre liste collegate al riconfermato governatore Emiliano si evidenzia maggiormente il risultato di quelle che a Turi avevano comitati elettorali o ‘grandi elettori’: ‘Con Emiliano’ (384 voti); ‘Popolari con Emiliano’ (208 voti); ‘Puglia Solidale e Verde’ (180 voti); ‘Italia in Comune’ (145 voti). Sul fronte del Centrodestra, buono appare il risultato della lista ‘La Puglia Domani’ (332 voti). Per quanto riguarda i candidati consiglieri, nel PD, oltre alla già citata Parchitelli, si segnala il buon risultato di De Santis e Paolicelli; nella lista ‘Con Emiliano’ spicca il risultato di Lopalco (futuro assessore alla Sanità) e Longo (‘portato’ da Paolo Tundo). Nel Centrodestra di Fitto: Forza Italia vede solo Damascelli raggiungere i 100 voti; in ‘Puglia Domani’ Lasagna va oltre i 200 voti; la Lega di Salvini premia Romito (‘portato’ dal nuovo vicesindaco Graziano Gigantelli); infine, Fratelli d’Italia supporta bene il voto a Zullo, Scatigna e Valentini. Il restante esercito di nomi – la lista consegnata agli elettori era grande quasi quanto la cabina elettorale! – non ha lasciato segni importanti: in tanti sono rimasti a zero, altri hanno preso solo un pugnetto di voti.

nuove-deleghe

Deleghe ai Consiglieri De Florio, Netti e Girolamo

A 10 giorni dal conferimento delle deleghe ai componenti la Giunta comunale, il 21 settembre il sindaco Tina Resta ha firmato e fatto pubblicare sul sito del Comune di Turi un nuovo decreto per il conferimento degli incarichi ai consiglieri comunali della sua maggioranza, con una ‘sorpresa’ rispetto a quanto si sapeva da fonti ufficiose. Infatti, i consiglieri delegati si riducono da quattro a tre, con Tiziana Di Bari che lascia lo Sport nelle mani del collega di maggioranza Girolamo.

Ecco le nuove deleghe, che completano il pacchetto delle nomine istituzionali:

TERESITA DE FLORIO, Polizia Locale, Protezione Civile e Viabilità;

LEONARDO GIROLAMO, Politiche Giovanili, Associazionismo e Sport

LANFRANCO NETTI, Pubblica Istruzione, Semplificazione Amministrativa e Innovazione Tecnologica.

Il Primo cittadino Tina Resta ha tenuto per se le importanti deleghe dell’Urbanistica e della Cultura.

Paolo-Tundo

Nuova Giunta: il parere del consigliere Paolo Tundo

Continuiamo ad ospitare pareri sulla formazione della nuova Giunta voluta da Tina Resta, all’indomani della lettera dei 4 cosiddetti indipendenti (Onofrio Resta, Teresa De Florio, Teresa De Carolis, Fabio Topputi). Una crisi risolta o l’inizio di una crisi più consistente e politicamente devastante? Oggi è la volta di Paolo Tundo.

Secondo te, la nuova Giunta ha risolto la crisi all’interno della Maggioranza?

«Non penso che si possano mettere a tacere così le fibrillazioni, i continui litigi nella Maggioranza a cui abbiamo assistito in questi mesi. Una Maggioranza conflittuale con sé stessa. Ho letto la lettera dei ‘4 indipendenti’ in cui si chiedeva sostanzialmente maggiore attenzione e informazione ai componenti della Giunta e ai Consiglieri di governo. Tina Resta non ha retto questo appunto. Lei discute poco, non coordina per niente e così determina malumori e cattiva Amministrazione. In questi mesi non hanno combinato nulla di nulla. Ci sono finanziamenti rinvenenti da Amministrazioni precedenti che non sono stati per niente utilizzati. Così come la sistemazione di via Sammichele, per esempio. Ma l’errore più grave è che con la nuova Giunta ha punito i 4 Indipendenti, ovvero quelli che hanno portato il maggior numero di voti senza dei quali Tina Resta non sarebbe sindaco. Perché punire Teresa De Carolis, Fabio Topputi? E’ molto grave l’atto compiuto. Così non si rispetta la volontà dell’elettorato.»

Che cosa prevedi che succeda adesso?

«Le fibrillazioni invece di diminuire aumenteranno. E’ naturale che succeda. E’ umano che chi è stato punito, diciamo così, se la possa legare al dito. Solo Maurizio Coppi può sentirsi finalmente soddisfatto, e naturalmente Imma Bianco. Ma, secondo me, questa è già un’Amministrazione fallimentare. Tina Resta dovrebbe saperlo. Non le suggerisco di dimettersi perché sono una persona positiva, propositiva, ma ci sarebbero i presupposti. Mi auguro invece, per il bene del paese, che tutto possa ricomporsi, che la maggioranza possa ritrovare una intesa e che possa continuare a lavorare per i cittadini. Speriamo bene.»

Gruppo-per-editoriale

Nuova Giunta: entrano Bianco e Coppi, escono De Carolis e Laera

La decisione dell’azzeramento di tutte le deleghe assessorili e consiliari è stata dettata – scrive il sindaco Tina Resta nella nuova, attesa Ordinanza firmata nella tarda serata di oggi – “dalla necessità di una opportuna verifica politica e di una riconsiderazione complessiva degli assetti di governo, ritenuta di fondamentale importanza per il conseguimento degli obiettivi di mandato anche a garanzia della coesione e dell’unitarietà dell’azione di governo… nel rispetto del buon andamento e dell’imparzialità della P.A…”.

Al di là delle parole dell’ufficialità di un’ordinanza sindacale, la verifica è maturata dopo la firma di una lettera critica nei confronti dell’azione del Sindaco e dell’Amministrazione sottoscritta in piena estate da quattro esponenti di spicco della Maggioranza: Onofrio Resta, Teresa De Carolis, Teresita De Florio e Fabio Topputi, tutti con un peso elettorale importante. In seguito, la missiva è stata a vario titolo ‘disconosciuta’ dagli ultimi due firmatari ma il problema di ripensare completamente gli assetti dell’Amministrazione è rimasta, tanto che Tina Resta ha deciso un colpo di spugna per ricominciare, alla luce soprattutto dei tanti problemi che sono lì tutti da risolvere.

Tra ieri e oggi gli incontri e le consultazioni tra i vari gruppi politici che compongono la Maggioranza (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia in primis) hanno prodotto un nuovo accordo e una nuova distribuzione degli incarichi. L’ordinanza del Sindaco, infatti, riconsidera gli assetti e, ad un anno e più di distanza dalla vittoria elettorale, cambia il quadro amministrativo e disegna un percorso differente, dagli esiti incerti.

Di peso, innanzitutto, il cambio del vicesindaco, che vede il declassamento di Fabio Topputi (mister preferenze, battitore libero con ‘simpatie’ PD): non è più vicesindaco ma rimane assessore al Commercio ed Attività Produttive, Politiche del Lavoro, Marketing Territoriale. Sale di grado, invece, Graziano Gigantelli (Lega), il quale assume la carica di Vicesindaco mantenendo le sue deleghe al Bilancio, Tributi e Fondi Europei; conserva le sue deleghe anche Stefano Dell’Aera (Forza Italia): Lavori Pubblici, Decoro Urbano, Politiche Ambientali, Agricoltura e Servizi Cimiteriali.

Un altro deciso cambio è avvenuto per gli altri due posti di assessore: entra in Giunta Immacolata Bianco (Fratelli d’Italia) con la delega assessorile ai Servizi Sociali (settore prima affidato al consigliere capogruppo Onofrio Resta) e alla Tutela degli animali da affezione; escono dal governo cittadino Teresa De Carolis, che aveva la delega alla Cultura e Pubblica Istruzione, e l’assessore esterno Sandro Laera (Fratelli d’Italia). Mentre le deleghe della De Carolis non sono state assegnate ad alcun assessore, quelle di Laera – Personale, Contenzioso, Edilizia residenziale pubblica – sono passate nelle mani di Maurizio Coppi (consigliere in quota Forza Italia).

In attesa che il Sindaco, lunedì, apponga la firma anche all’ordinanza dell’assegnazione delle deleghe consiliari, va detto che subito dopo l’accordo si sono registrati pubblicamente i primi malumori. L’ex-vicesindaco Topputi, infatti, lasciata la riunione è passato sulla sua pagina fb per lamentarsi dell’accaduto, chiamando a raccolta i suoi quasi mille elettori. “Mi è stata tolta la delega di Vicesindaco! – scrive amareggiato Topputi – Sarebbe stato più facile e scontato non accettare e far prevaricare la delusione per questa scelta senza un ‘vero perché, ma dovevo firmare per rispetto di tutti voi cittadini e amici di Turi che vi siete fidati di me il 26 maggio dell’anno scorso. E siete stati davvero tanti! Ed è per questo che sono ancora più deluso (e in questo momento che scrivo sto anche piangendo) perché la delega di Vicesindaco non è stata tolta a me ma a tutti voi…

Questo è il quadro al momento. Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno altre reazioni ed altre azioni. Per Tina Resta, come per chi l’ha preceduta, si attendono giorni complicati tra problemi della città da risolvere e ripicche interne da tenere a bada. Ma è il caso di dire: niente di nuovo sotto il sole!

Tina-Resta-festeggiamernti-corteo

Crisi politica al Comune: Tina Resta chiama tutti alla responsabilità

Tina Resta, all’indomani della clamorosa revoca delle deleghe ad assessori e consiglieri, dice la sua con la solita franchezza che i turesi hanno imparato ad apprezzare durante il difficile periodo del lockdown. «Ritengo che ogni cosa vada discussa ‘vis a vis’. La lettera dei quattro (il Sindaco si riferisce alla lettera firmata a luglio da Fabio Topputi, Teresa De Carolis, Teresita De Florio e Onofrio Resta, ndr) è stata solo un pretesto per mostrare i muscoli elettorali. Bene, invece, io credo che correttezza voleva che tutto dovesse essere discusso e se non si era d’accordo bastava togliere la fiducia al Sindaco

La situazione appare molto complicata a causa dei rapporti conflittuali tra i firmatari della lettera e il Sindaco: «È un logorio continuo – conferma Tina Resta – mai io non ho cambiali da pagare a nessuno, chiedo il rispetto dei ruoli.» Il Sindaco appare determinata a smascherare i giochi di palazzo che a poco più di un anno vorrebbero ribaltare il tavolo, facendo arrivare di nuovo il commissario non certo per il bene del paese. «Ho bisogno di capire chiaramente chi è con me e chi è contro di me. Per questo sono disposta ad avviare un dialogo a 360°, chiamando anche i consiglieri di Minoranza ad un comune senso di responsabilità senza inciuci o strategie

Il Sindaco richiama la sua Maggioranza, prima di tutto: «Se non ho una squadra che si coniuga al ‘noi’ non posso andare avanti. Ognuno si assuma le proprie responsabilità di fronte all’elettorato. Devo capire fino in fondo il senso di lealtà del mio gruppo

Com’è ormai abitudine, Tina Resta ci ha confermato che, dopo il giro di colloqui politici, intende mandare un video messaggio ai turesi perché, ribadisce, «non ho niente da nascondere, ma alla luce degli ultimi avvenimenti ed in un contesto generale così difficile, scelgo la trasparenza e per questo intendo capire chi ha voglia di rimboccarsi le maniche e chi no. Chiedo un maggiore impegno perché i progetti in cantiere sono tanti e sarebbe un danno alla comunità bloccarli

scheda-elettorale-regionali-2020

Non solo Elezioni regionali: c’è anche il Referendum costituzionale

Domenica 20 (dalle 7:00 alle 23:00) e lunedì 21 settembre (dalle 7:00 alle 15:00) siamo chiamati alle urne per due tornate elettorali già previste a marzo e poi rinviate per l’emergenza Covid-19: l’elezione del Presidente e dei 50 componenti il Consiglio regionale della Puglia e il Referendum costituzionale confermativo.

Elezioni Regionali In questo caso ci sarà consegnata una scheda arancione sulla quale dovremo indicare con una croce il candidato presidente e una lista; potremo esprimere accanto al simbolo anche una o due preferenze scrivendo il nome di un candidato consigliere. Nel caso si dovesse decidere la doppia preferenza la scelta dei nomi deve essere di genere, cioè i un candidato uomo e una candidata donna. È anche possibile il voto disgiunto, cioè si potrà indicare sulla scheda un candidato governatore e poi volendo anche una lista che non lo appoggia.

Alla carica di Presidente della Regione Puglia si presentano 8 candidati appoggiati da ben 29 liste (vedi fac simile scheda) suddivise su base circoscrizionale (6 Circoscrizioni, una per provincia). Sulla scheda della Circoscrizione Bari troveremo i candidati presidenti: Pierfranco Bruni, appoggiato da 1 lista; Michele Emiliano, 15 liste; Antonella Laricchia, 2 liste; Raffaele Fitto, 5 liste; Nicola Cesaria, 1 lista; Andrea D’Agosto, 1 lista; Mario Conca, 1 lista; Ivan Scalfarotto, 3 liste.

Scheda Referendum Costituzionale 2020

Referendum costituzionale Qui la scheda di colore celeste (vedi fac simile) riporta stampato il seguente quesito: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?” Sotto i quadratini del SI e del NO per decidere, barrando una delle due caselle, se si è d’accordo o meno alla riduzione del numero dei Deputati e dei Senatori, che in caso di vittoria del SI scenderebbero dagli attuali 630 a 400 seggi alla Camera e da 315 a 200 seggi elettivi al Senato. Per il Referendum hanno diritto al voto 51.559.898 cittadini italiani, di cui 4.616.344 all’estero.

Scrutatori assegnati alle sezioni elettorali di Turi

Sezione 1 (Scuola Elementare pad. A): Vincenzo Fiermonte (n. 27&/1942), Claudia De Tomaso (21/3/1984), Angela Di Vietri (26/6/1985), Antonella Lerede (28/1/1978).

Sezione 2 (Scuola Elementare pad. A): Grazia Savino (26/1/1977), Mariangela Daprile (4/9/1980), Roberta Totaro (27/7/1992), Maria Maddalena Gargano (7/3/1965).

Sezione 2 speciale (Casa di Reclusione): Daniela Volza (8/4/1978), Giuliano Salvati (16/4/1988).

Sezione 3 (Scuola Elementare pad. A): Caterina Pinto (11/10/1972), Rosiana Cistulli (17/1/1993), Maria Antonia Albanese (5/10/1953), Margherita Palmisano (16/2/1978).

Sezione 4 (Scuola Elementare pad. B): Francesco Di Noia (4/8/1954), Stefano Dell’Aera (10/2/1984), Maria Giotta (6/1/1965), Vito Leonardo De Carolis (5/7/1960).

Sezione 5 (Scuola Elementare pad. B): Anna Rita Orlando (23/7/1977), Marica Marotta (2/3/1996), Tiziana Salice (2/6/1983), Fabio Alfonso Curti (6/6/1959).

Sezione 6 (Scuola Elementare pad. B): Vito Grazio Adriano Dell’Aera (26/7/1966), Maria Fiorente (1/4/1975), Giulia Mary Ilenia Dell’Aera (3/1/1972), Tatiana De Carolis (11/2/1981).

Sezione 7 (Scuola Elementare pad. C): Rosa Di Brindisi (24/6/1972), Lucia Ventrella (9/11/1985), Maria Virginia Spada (18/3/1977), Anna Maria Albergo (8/9/1968)..

Sezione 8 (Scuola Elementare pad. C): Gianpiero Pedone (9/12/1975), Laura Notarangelo ((27/7/1977), Sara Spada (22/1/1985), Isabella Mirizzi (21/8/1969).

Sezione 9 (Scuola Media): Giovanna Palmisano (22/2/1983), Maria Letizia Valentini (18/5/1971), Margherita Camposeo (28/3/1975), Mariana Di Noia (6/7/1998).

Sezione 10 (Scuola Media): Maria Sportelli (24/5/1964), Angela Di Bello (23/1/1965), Giuseppe Spinelli (2/3/2001), Angela Arianna Gasparro (19/5/1986),.

Sezione 11 (Scuola Media): Vito Denovellis (18/3/1963), Serena Balena (2/8/1991), Grazia Lubes (9/9/1967), Vitangelo Scisci (24/12/1958).

Sezione 12 (Scuola Media): Santa Anna Cervellera (31/10/1956), Giuseppe Ugo De Bellis (1/4/1961), Daniela Genco (4/1/1981), Maria Rosaria Coppi (25/10/1968).

Sezione 13 (Scuola Media): Gianvito Palmisano (19/8/1991), Anna Maria Camposeo (29/1/1965), Marianna Arrè (28/6/1976), Lucia Pedone (13/2/1969).

Tina-Resta-al-seggio

Tina Resta azzera la sua Giunta. Patapumfete!

Non è affatto una sorpresa. Vanno tutte in gloria le nostre giunte da un po’ di tempo a questa parte. Sembra che mettano il disco-orario ogni volta che si insediano al Municipio dopo le elezioni. Quasi una regola, a tutti gli effetti. E tutte quante finiscono ‘tutte giù per terra’ come nei migliori girotondi. Ma con il culo per terra ci finisce tutto il nostro paese, non solo i loro comodi sederini. Come ce ne usciamo da questa ennesima farsa irritante? Niente di buono all’orizzonte, ad appena un anno dall’insediamento. Prepariamoci a votare ancora.  Si parla tanto di riformare il Parlamento & Istituzioni affini, ma qui bisognerebbe invocare il buon Mago Merlino perché trovi una pozione per riformare invece gli elettori. La dura lettera dei quattro dissidenti di luglio scorso (Onofrio Resta, De Florio, De Carolis, Topputi) lasciava già intendere il cattivo tempo: ce ndròne avà cchiòve! Dice uno dei nostri migliori proverbi. E così è piovuto. Anzi, ha grandinato. Dopo la Festa Grande. Dopo i confetti. Puntuali! Svizzeri al punto giusto!

Azzerare la Giunta vuol dire che il Sindaco Resta è in grossa difficoltà su tutti i fronti. Si è così ingarbugliata la matassa dei rapporti e dei veti amministrativi/politici incrociati (chissà su quali questioni oscure si scontrano?) che questo azzeramento sembra il preludio della rottura definitiva. E se rimarrano in piedi, per l’ennesimo miracolo visto da queste parti, non dureranno più di tanto. Ci conosciamo tutti in questo paese. E si conoscono fin troppo bene i protagonisti di questa commedia. Quale credibilità potranno avere ancora e quale autorevolezza? E con quale faccia se ne andranno ancora in giro? Povero il nostro Sindaco e, soprattutto, povero il nostro paese. Sbattuto continuamente come un polpo sugli scogli dalla dabbenaggine, dalla incapacità politica di tanti e di tante.

MANIFESTO-PD

Liti in Maggioranza: la presa di posizione del PD

Già nell’Editoriale del numero ora in edicola de ‘il paese’, avevamo parlato dei dissidi nella Maggioranza che regge il Comune. Oggi il PD, componente dell’Opposizione politica in Consiglio Comunale, fa sentire la sua voce in proposito e pubblica un manifesto e si rende visibile.  E così sentiamo suonare l’altra campana che ci aiuta a capire come vanno le cose di questo paese. Se nelle sedi istituzionali il PD di ‘Patto per Turi’ c’è e svolge la sua funzione critica, all’esterno i Democratici lasciano decisamente a desiderare in quanto al rapporto con la città, in quanto a controinformazione. Ci sarebbe bisogno di molti più momenti di contatto, di dialogo, perché i partiti dimenticano spesso di esistere proprio grazie a chi li ha votati, a chi li segue; dimenticano di svolgere soprattutto il loro ruolo necessario di interfaccia con la gente. Non facendo questo dimostrano – e confermano – di essere spesso movimenti casuali, statici, magari individuali, di questo o di quell’altro leader (si fa per dire!) che si muove oscurando tutta la squadra dietro. Ignorando che la politica, invece, è proprio un gran gioco di squadra.

Il PD adesso ci dice che questo primo anno di amministrazione Resta volge chiaramente al peggio, che le cose già non vanno per niente bene, come già si parla tanto in paese. E così non ci resta che apprezzare questa informazione ‘vecchia maniera’, perché ogni informazione non può che aiutare a riflettere. Il manifesto del PD evidenzia le mancanze amministrative e scoperchia le cause: ovvero i capricci e i litigi che già serpeggiano in maggioranza. Che cosa ci aspetta nei prossimi mesi?