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Aprile ‘pazzerello’: gelo, grandine e tanti danni ai nostri frutteti in fiore

Era pazzo il mese di marzo e si aspettava che finisse la sua luna: – Poi vediamo con l’altra luna! E poi si calmava e la primavera si affacciava promettendo che la fioritura l’avrebbe fatta vivere tra sole, api e venti leggeri come carezze, che favoriscono l’impollinazione. Accadeva, un tempo, che le promesse si avveravano e tutto andava per il verso giusto: verso che, per chi ha sudato e investito nel suo campo, è atteso quasi come una pretesa. Però, da qualche tempo, il calendario è impazzito e con esso la primavera. Sono anni che si parla di calamità, di risarcimenti ancora inevasi.

Cosa è accaduto il 13 aprile? Danni, che possono essere così descritti: oltre le continue gelate, si è abbattuta una violenta e copiosa grandinata che ha interessato, come recitano i nostri paesani, “le zone fredde” (si parla sempre di zone quando le calamità colpiscono le coltivazioni). Eventi catastrofici vissuti dai nostri agricoltori con molto dolore (non bastava la crisi sanitaria ed economica già in atto). La fascia interessata è il territorio che da Turi si avvicina a Putignano, Castellana Grotte, Noci, Gioia del Colle. Se parliamo di Puglia, stando alle dichiarazioni Coldiretti e Confagricoltura, divulgati dall’ANSA sono interessate anche ampie zone a Foggia, BAT, Lecce, Brindisi. Danneggiate albicocche, pesche e nettarine, vigneti. I danni stimati vanno dal 30 al 90%.

Nel nostro territorio hanno sofferto molto i ciliegeti che, dopo un inverno dal clima mite e i trattamenti che aiutano il risveglio vegetativo, le piante erano nelle condizioni di avere già i frutti avviati e una bella e tenera vegetazione. Il danno si estende anche alle colture orticole, dicono al 50%. La notizia e la conta dei danni ha fatto un viaggio più veloce di quello che può fare internet. Visto immediatamente sul campo, fotografato e vissuto con più di qualche imprecazione e diramato, come dicevo, alla velocità della luce. Che dire? Alla speranza l’ultima parola. Cosa resterà dei campi interessati? I nostri coltivatori sono soliti dire: “ogni anno una sorpresa!”. Ed è così, come in una guerra: chi si salva, chi no.