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Comitato Aree Edificabili: “La verità non detta dall’Assessore Coppi”

Nelle ultime settimane l’Assessore Comunale Maurizio Coppi ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti le Aree Edificabili che ci sono sembrate al quanto inverosimili. L’Assessore Coppi, forse perché non correttamente informato, omette di dire che la ditta CERVED (incaricata dall’attuale Amministrazione), nella sua controperizia ha individuato valori inferiori mediamente di circa il 45% – 50% rispetto a quelli della ditta CAR-TECH (incaricata dall’Amministrazione Coppi). Per cui è inverosimile l’affermazione secondo cui i valori delle aree edificabili per gli anni 2012 e 2013, stabiliti con delibera della Giunta Coppi nel 2017, sono stati confermati dalla CERVED. Questo dato già da solo basterebbe a confutare tutte le affermazioni di Coppi e avrebbe consigliato, alle persone di buona volontà, di cercare di trattare con i contribuenti per tentare di addivenire all’individuazione di un valore di mercato giusto e reale. Purtroppo così non è stato!

L’Assessore continua a travisare la vera questione del valore delle aree edificabili. Sembra si voglia decidere a priori (cioè senza il sostegno dell’esperienza e della conoscenza dei fatti) quale dei due valori deve vincere: se quello stabilito dal Comune o quello individuato dai contribuenti con le loro perizie tecniche giurate. Non è una gara dove ognuno deve dimostrare di essere più bravo dell’altro. Bisogna, invece, che venga individuato il giusto valore di mercato applicando la legge con logica ed equità e tenendo presente dati di fatto oggettivi e riscontrabili.

Quanto innanzi è confermato dai commi 5° e 6° dell’art. 5 del d.lgs. 30/12/1992 n. 504 che stabiliscono come devono essere individuati i valori delle aree edificabili. Tale individuazione corrisponde al reale valore di mercato delle stesse e, non come afferma Coppi, ad una valutazione astratta basata su una ipotetica prospettiva di sviluppo futuro del mercato immobiliare.

La verità, purtroppo, è che il Comune non ha voluto mettere in atto quanto prescritto dalla normativa vigente e cioè dare seguito alle istanze di accertamento con adesione e di reclamo mediazione. In concreto, non ha voluto neanche per un attimo ascoltare i cittadini contribuenti o quanto meno dare una risposta chiara alle loro istanze e, tentare, come prescrive la normativa tributaria vigente, di evitare o quanto meno tentare di ridurre il contenzioso.

Tale atteggiamento omissivo ci sembra strano ed incomprensibile anche alla luce di quanto consigliato e raccomandato dal Prof. Lovecchio, dottore commercialista in Bari, docente di Diritto Tributario avanzato all’Università Roma 3, nonché esperto del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, difensore incaricato dallo stesso Comune per la problematica delle aree edificabili, prima di essere sostituito dall’attuale Avv. Formica. Il professore per gli anni in questione, in ben tre distinte relazioni, aveva consigliato il Comune di non arrivare al contenzioso e che era interesse dell’Amministrazione riuscire a prevenire una ulteriore moltitudine di ricorsi, per di più, destinati a ripetersi per una pluralità di annualità. Raccomandava di far esaminare le perizie di parte presentate dai contribuenti e laddove fossero emersi elementi che denotassero un valore di mercato più basso di quello stimato dal Comune, si doveva procedere alla revisione dell’importo da adottare a base dell’accertamento, come peraltro chiaramente indicato nella delibera di Giunta Comunale n. 170 del 2017. Tanto, all’evidente scopo, da un lato, di tentare di prevenire ulteriori ricorsi dei contribuenti, dall’altro, di adottare valori da accertamento dotati di un elevato grado di attendibilità. Ed ancora, in un’altra relazione, tornava a ribadire che non era auspicabile né ragionevole avventurarsi in una situazione di contenzioso diffuso con oltre cento famiglie e che occorreva dunque gestire la situazione con attenzione ed equilibrio, tutelando adeguatamente i diritti dei contribuenti, come peraltro previsto dalle vigenti leggi. Invitava il settore Urbanistica a verificare con oculatezza la fondatezza delle perizie giurate dei contribuenti e, se del caso, a rivedere il valore da accertamento, qualora quest’ultimo dovesse rilevarsi eccessivo. Ed ancora in una terza nota, anche questa come le altre agli atti del Comune, ribadiva gli stessi concetti.

Come si evince, in nessun caso, si sarebbero danneggiati gli interessi della Comunità in quanto si sarebbe data esecuzione solo a quanto previsto dalla normativa tributaria vigente e, come fatto notare dal Prof. Lovecchio, anche dalla deliberazione adottata dalla Giunta Comunale n. 170 del 2017. Ecco elencate le cose che si potevano fare e, che si possono ancora fare, in merito alla problematica delle aree edificabili, applicando alla lettera la legge. Dobbiamo purtroppo constatare con amarezza che non sono state messe in atto e, addirittura, oggi prendiamo atto che non si vogliono mettere in atto neanche in futuro.

Cosa dire o pensare se, oltre a non rispettare leggi nazionali e regolamenti comunali, non si vuole neanche dare credito ad un professionista nominato dal Comune stesso e che risulta essere persona di buon senso e certamente non secondo a nessuno in quanto a titoli, competenze, esperienza ed equilibrio. Altro che mani legate!

Tutto quanto sopra riportato basta e avanza per dimostrare l’ulteriore inconsistenza delle tesi dell’Assessore al Contenzioso e all’Edilizia Coppi, per cui si ritiene che i pseudo motivi enunciati nella stessa e, che avrebbero indotto l’Amministrazione a proseguire la strada del contenzioso con i contribuenti, non abbiano alcun pregio e, pertanto, non meritevoli di ulteriore riscontro o considerazione.

Ma veramente, in tutta coscienza, l’Assessore ritiene che i valori individuati dal Comune corrispondono alla realtà? Quali elementi oggettivi può addurre per sostenere tale tesi e quali conteggi o calcoli può presentare per dimostrare la fondatezza degli stessi? Cosa è cambiato nella situazione del mercato edilizio locale dal 2012/2013 al 2020? Ai nostri Tecnici, come a Tutti, sembra che la situazione disperata sia sempre stata la stessa, come dimostrato anche dalla disastrosa situazione del mercato immobiliare locale.

Ora tutto questo è certamente a conoscenza dell’Assessore in quanto svolge anche la professione di agente immobiliare e sicuramente, in quegli anni, sarà stato costretto a ripetere più volte ai possessori di aree edificabili che volevano venderle, che era impossibile vendere tali aree per mancanza di mercato, cioè di richieste. D’altronde basta guardare l’esiguo numero se non l’assenza di compravendite di aree edificabili e la mancanza di richieste di autorizzazioni a costruire per nuovi edifici residenziali relative agli anni in questione, situazione che poi diventerà ancora più tragica a partire dal 2014. Ulteriore circostanza che convalida tale tesi, è la copiosa richiesta di restituzione degli oneri concessori al Comune (oltre 641.000,00 Euro) da parte di coloro che, a causa dell’assenza di mercato, avevano ritenuto non più conveniente realizzare gli immobili per cui avevano chiesto l’autorizzazione. Dunque la realtà percepita in quegli anni, stando a dati di fatto oggettivi e dimostrabili era: un collasso totale del mercato edilizio locale.

I contribuenti delle aree edificabili, per difendersi, sono stati costretti a combattere una guerra che non volevano affatto combattere, volevano solo poter pagare il giusto. Perché si è voluto giungere a tanto? Non si riesce a capire chi o cosa ha consigliato tale comportamento ostile nei confronti dei contribuenti?

Il Comitato dei contribuenti delle aree edificabili – da sempre – non chiede altro che potersi confrontare per dimostrare la correttezza delle sue tesi, con dati di fatto oggettivi e dimostrabili, il tutto rispettando i ruoli e tutto quanto previsto dalla vigente normativa in materia. Chiediamo che venga rispettato un diritto dei contribuenti garantito dalle leggi. Perché viene negato?

Riteniamo che tutte le idee, anche se non condivisibili, siano da rispettare, ma le insinuazioni gratuite, intrise di cattiveria ed offensive non possono essere tollerate e ci dispiace ribadirlo: Coppi ha pubblicamente fatto una dichiarazione che Noi respingiamo con convinzione al mittente in quanto ritenuta indegna, soprattutto se fatta da un rappresentante delle istituzioni.

Un cittadino non può opporsi ad un PUG (Piano Urbanistico Generale) in quanto questo rappresenta gli interessi della collettività che sono preminenti rispetto a quelli dei singoli cittadini, per cui l’Assessore dovrebbe spiegarci come avremmo potuto opporci al PUG per non far comprendere i nostri terreni nelle zone delle aree edificabili. Si fa finta di non sapere che l’iter di formazione ed approvazione del PUG è stato poco chiaro e per nulla trasparente. Infatti si ignora o si fa finta di ignorare le circostanze della sua (PUG) adozione con i continui spostamenti di alcune zone edificabili (avvenuti senza riportarli sulle piantine topografiche) da una parte all’altra del territorio comunale fino alla sua definitiva approvazione, senza che nessun cittadino potesse conoscere con precisione la situazione dei suoi terreni. Ed ancora altra verità importante ignorata, riguarda la circostanza che solo a fine settembre 2016 il Comune ha comunicato ai singoli contribuenti il passaggio da terreno agricolo ad area edificabile. Comunicazione che il Comune, secondo quanto disposto dall’art. 31, comma 20, della legge n° 289/2002, doveva aver notificato sin dalla sua (PUG) adozione (luglio 2011). Solo a fine 2016, dunque, i cittadini hanno ufficialmente conosciuto l’appartenenza o meno del loro terreno agricolo ad una zona edificabile. Infine, la cosa più importante, forse anche questa volutamente ignorata: La Regione Puglia, per recuperare gli standard e le zone destinate ad attrezzature e servizi di interesse collettivo e verde pubblico che non erano stati lasciati, anche se previsti, con il vecchio Piano di Fabbricazione, per approvare il vigente PUG, impose di recuperare il deficit pregresso. Ecco il perché nel vigente PUG, rilevanti e sproporzionate estensioni di terreni agricoli (circa un milione di metri quadrati), ubicati in aperta campagna, sono stati trasformati, solo sulla carta, in aree edificabili. Ecco la verità, altro che operazione favorevole e conveniente (secondo l’Assessore) per gli ignari possessori dei pseudo suoli in aperta campagna. Suoli senza infrastrutture di ogni genere e con vincoli capestro, pertanto edificabili solo in teoria e destinati in realtà a restare per sempre terreni agricoli e per giunta pesantemente tassati su un valore non corrispondente al loro valore reale di mercato. Ecco i motivi per cui la insinuazione di Coppi, oltre ad essere scorretta ed ingiusta, non corrisponde alla verità dei fatti. Per esigenze di spazio, ci riserviamo di confutare in seguito altre contraddizioni contenute nelle affermazioni pubbliche dell’Assessore. Ora ripetiamo con convinzione ancora una volta la domanda: A chi giova tutto questo? Buona Pasqua a Tutti.

COMITATO AREE EDIFICABILI – TURI

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Comitato Aree Edificabili: Cui prodest? «A chi giova?»

La notizia era nell’aria e, con la pubblicazione della delibera di Giunta Comunale n. 31 del 25 febbraio 2021, è diventata certezza. La Giunta ha nominato l’Avvocato FORMICA, quale legale di fiducia, per rappresentare il Comune nei ricorsi innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Bari a cui sono stati costretti a rivolgersi diversi cittadini, riguardanti gli avvisi di accertamento IMU Aree fabbricabili per l’anno d’imposta 2013. Nella delibera si legge che “Su proposta dell’Assessore al Contenzioso, (…) la Responsabile del Settore Economico Finanziario ha fatto presente che, in relazione ai ricorsi/reclami/mediazioni, il competente Ufficio non ha dato corso alle perizie tecniche finalizzate ad una possibile attività di conciliazione extragiudiziale”.

Leggere tale affermazione, dopo che i cittadini hanno atteso invano oltre nove mesi senza nessuna risposta alle loro richieste di eventuale accordo per evitare il contenzioso, certifica la sconfitta di Tutti: Istituzioni, burocrazia e cittadini. Si sono avuti a disposizione cinque anni precedenti alle emissioni degli avvisi di accertamento e, dopo la notifica degli avvisi di accertamento, circa un anno di tempo in cui si poteva disinnescare il contenzioso relativo all’anno 2013 e quasi due per evitare il contenzioso relativo all’anno 2012. Tutto questo tempo è trascorso senza che neanche si sia tentato di iniziare quell’azione che, come detto dal Responsabile del Settore Economico Finanziario, avrebbe potuto mettere fine all’intera vicenda con indubbi vantaggi da entrambi le parti. E occorre precisare che tale azione è prevista dalle leggi vigenti e pertanto non è una procedura contro legge.

La cosa che rende inverosimile l’intera vicenda è che, per chi non conosce bene tutta la questione, sembra che il Comune sia stato costretto a difendersi dai ricorsi contenenti le richieste ingiuste dei cittadini, quando in realtà sono i cittadini che, per far valere i propri diritti, sono stati costretti a ricorrere al contenzioso, dopo aver inutilmente cercato di farsi ascoltare e che, puntualmente, sono stati ignorati.

Per la nomina dell’avvocato il Comune spenderà € 14.600,00. In sostanza, tutta la buona volontà di raggiungere un accordo definitivo per la questione delle aree edificabili, di cui in molti si erano fatto vanto nelle varie interviste, è ancora una volta naufragata dinnanzi ad una manifesta e concreta mancanza di volontà da parte di qualcuno, come traspare nella delibera sopra citata, che fa venire in mente il vecchio proverbio: “Gli sciocchi e gli ostinati fanno ricchi gli avvocati”.

Ma il Comitato Aree Edificabili vuole continuare a credere che una soluzione ci possa essere e che si trovi il modo per far parlare la ragione e la logica e non le carte bollate e le ripicche. Occorre buon senso e volontà!

Per comprendere l’intera questione è opportuno chiarire i termini della faccenda che non interessa solo alcuni, ma ha riflessi sull’intera collettività. Tutta la questione riguarda il valore delle aree edificabili individuato negli anni dal 2011 al 2019 dal Comune di Turi. Tutti riconoscono, contribuenti interessati ed Amministratori, che occorre onorare il pagamento dell’IMU e della TASI che gravano su dette aree edificabili; altro discorso invece è il pagamento secondo equità e giustizia. I contribuenti interessati sostengono che il pagamento deve avvenire tenendo presente il valore di mercato delle aree edificabili, come stabilito dalla normativa tributaria in vigore, l’altra parte (Amministratori e Responsabili degli Uffici), pur riconoscendo legittima la tesi dei contribuenti, si ostinano, inspiegabilmente, a pretendere il pagamento basandosi su errati valori individuati, che non corrispondono ai valori del mercato immobiliare locale.

Il nocciolo della questione è tutto in questo malinteso che a partire dall’anno 2020 gli attuali Amministratori ed i Responsabili degli Uffici Comunali hanno riconosciuto e provveduto ad eliminare.

Orbene direte Voi, dov’è il problema? Se hanno riconosciuto ed eliminato tale malinteso, cosa si oppone alla soluzione dello stesso problema anche per gli anni dal 2012 al 2019?

E questo è quanto ci chiediamo e che abbiamo chiesto più volte agli attuali Amministratori e Responsabili degli Uffici Comunali.

Per la verità gli attuali Amministratori hanno sempre affermato che è Loro intenzione risolvere il problema in quanto ritenuto giusto e meritevole di attenzione, però a tutt’oggi, purtroppo, non si riesce a risolverlo e si continua a percorrere la strada del contenzioso tributario, con gravi conseguenze da ambedue le parti in causa (per la verità sarebbe una sola in quanto, in ogni caso, alla fine tutto il conto sarà pagato dalla collettività).

La cosa purtroppo che non riusciamo a capire è la mancanza di chiarezza e d’iniziativa da parte dell’attuale Amministrazione e soprattutto dei Responsabili degli Uffici Comunali.

Abbiamo più volte chiesto e sollecitato di mettere in atto tutti gli istituti che la vigente normativa tributaria in materia mette a disposizione per evitare il sorgere del contenzioso (accertamento con adesione, reclamo mediazione, mediazione extragiudiziale), purtroppo fino ad ora senza alcuna risposta concreta.

La scelta di arrivare al contenzioso è una consuetudine che si ripete dall’anno d’imposta 2011 e che è continuata anche per il 2012, 2013, 2014 e 2015, senza che almeno una volta le Amministrazioni succedutesi nel tempo abbiano tentato di evitarlo, anzi addirittura per il 2012 si è anche proposto appello ad una ulteriore sentenza emessa a favore dei contribuenti dalla Commissione Tributaria Provinciale.

Non conosciamo i motivi di tali incomprensibili comportamenti, una cosa però vorremmo fosse chiara agli occhi di Tutti: la mancanza di colpa da parte dei cittadini contribuenti della circostanza che i bilanci di previsione degli anni dal 2014 in poi risultano “dopati” da entrate basate su previsioni sballate e gonfiate (si spera in buona fede?)  riferite ai valori irreali ed inesistenti attribuiti alle aree edificabili, nonostante la grave crisi finanziaria in atto dal 2009 ed ultimamente aggravata anche dall’emergenza del Covid-19.

In concreto, i Bilanci del Comune di Turi, in passato, sono stati da una parte sovralimentati dalla previsione di maggiori entrate che, mai saranno esigibili in toto in quanto errate nella loro quantità e, dall’altra anche penalizzati da mancate entrate dovute alla inefficace lotta all’evasione. Orbene, tirare in ballo la nota di richiesta di chiarimenti da parte della Corte dei Conti e, nel contempo, quasi giustificare le passate Amministrazioni ed i Responsabili degli Uffici, precedenti agli attuali, ci sembra non corretto nei confronti dei cittadini che sembrano restare i soli colpevoli.

Non sta a Noi stabilire chi sono veramente i colpevoli, però sentiamo il dovere di affermare con forza che tale “pasticciaccio” non è da addebitare ai cittadini contribuenti che non hanno certamente alcuna colpa.

Se è vero che la legge è uguale per tutti, allora ci chiediamo il motivo per cui i contribuenti che non hanno compiuto il dovere di pagare i tributi sono puniti con ulteriore pagamento di sanzioni ed interessi, mentre gli Amministratori ed i Responsabili degli Uffici Comunali del passato, che sembra non hanno compiuto il loro dovere e che con il Loro comportamento omissivo e poco diligente hanno provocato danni alle entrate del Comune (come accennato nelle varie interviste rilasciate da alcuni Amministratori e negli interventi inerenti l’ultimo consiglio comunale ed il tutto riportato sugli organi di stampa locali), non li si propone a chi di dovere, affinché venga stabilito se meritano di essere trattati alla stessa maniera? 

Gli attuali Amministratori e Responsabili degli Uffici non devono temere il giudizio ed il controllo della Corte dei Conti quando compiono il proprio dovere (lotta all’evasione, mettere in atto azioni legittime e previste per legge per cercare di evitare il contenzioso, adoperarsi per tassare il cittadino secondo le norme tributarie vigenti e secondo logica e realtà, cercare di ponderare bene la convenienza del contenzioso ed in ogni caso fare gli interessi della sola collettività, evitando liti temerarie o ripicche, rispondere alle istanze dei cittadini).

Dovrebbero invece preoccuparsi del giudizio e del controllo della Corte dei Conti solo nel caso in cui non compiano il proprio dovere di controllo, programmazione e l’adoperarsi concretamente per cercare di evitare il contenzioso e la vessazione dei cittadini, non rispettando lo Statuto dei diritti del contribuente.

Turi, 10 marzo 2021

Comitato Aree Edificabili – Turi