
Via XX Settembre come “una navata di cattedrale”. Don Giovanni Amodio, visibilmente contento per la numerosa ma ordinata partecipazione dei turesi, ha così commentato al termine della prima serata dell’Undena in onore di Sant’Oronzo. Un 15 di agosto 2020 speciale vuoi per la mancanza delle sontuose luminarie, vuoi per tutte quelle mascherine a proteggere il respiro di naso e bocca e vuoi, soprattutto, per quel fondale tutto nuovo che ha modificato la scena.
Il Carro, finora in ‘disparte’ (si fa per dire!), si è trovato ad essere il centro visivo della celebrazione, il punto focale della prospettiva tanto più che i suoi vivaci colori, le sue lucine, sono state messe meglio in evidenza dal rinnovato biancore di palazzo Micuti.

Don Giovanni, confortato dalla presenza dell’antico busto di Sant’Oronzo e dei bambini pronti ad una Prima Comunione ‘fuori stagione’, ha parlato di futuro e di speranza, ricordando tuttavia i giorni della sofferenza e del pellegrinaggio solitario alla Grotta per chiedere la protezione su Turi a Gesù Crocifisso e al Patrono. Ha elogiato i turesi per il loro attaccamento alla fede, alla tradizione ma ha anche paternamente ‘rimproverato’: “Quanti di voi vengono nella “casa di Sant’Oronzo” (la Chiesa Madre) ad invocarlo o soltanto a salutarlo? In tanti, finito il clamore della festa, passano davanti alla cappella a lui dedicata ignorandolo completamente”. Il rito antico dell’Undena proseguirà fino al 25 in modo itinerante, di piazza in piazza, di rione in rione, non in Chiesa Madre però: quest’anno non si può perché il pericolo del contagio incombe ancora.
Ma l’antica Collegiata, la ‘madre’ di tutte le chiese turesi, è di nuovo la “casa di tutti”, tornata proprio nel giorno dell’Assunzione di Maria a spalancare le sue porte, dopo tre mesi di lavori, portati a termine dall’Impresa ‘Rossi Restauri’ dell’arch. Angela Rossi su progetto dell’arch. Giuseppe Giannini.
Il risultato dei restauri sarà oggetto di approfondimento sul prossimo numero de ‘il paese’ magazine.