Ritorna la festa dell’Annunziata e del ‘passa passe’. Un quarto giro dedicato ai bimbi della martoriata Ucraina

Una luminosa mattinata di sole, appena velata da qualche cirro e con un leggero vento profumato di primavera, ha salutato il ritorno del rito di benedizione caro ai turesi: il ‘passa passe’ del 25 di aprile. A causa del Covid-19, infatti, la festa dei bambini adornati di nastri colorati è mancata per due anni, nel sacrosanto rispetto delle norme emanate dal Governo per proteggere la popolazione dall’aggressione pandemica.

In antico i turesi si recavano alle isolate chiesette rurali dell’Annunziata di Rutigliano e Gioia per ‘passare’ i loro piccoli affidandoli alla protezione della Vergine Maria rappresentata nel momento del concepimento, ma dal 1903, terminato il restauro della chiesetta di San Rocco, il rito d’origine campestre si è cominciato a svolgere anche a Turi intorno all’antichissimo edificio di origine bizantina, allora ancora ai margini dell’abitato, così da non costringere più i fedeli a recarsi altrove. Nel 1950 la festa, per decisione del rettore don Donato Totire, venne spostata dal 25 marzo al 25 aprile, già giorno di festa nazionale per la Liberazione. Nel 1965 arrivò a Turi dalla Val Gardena, su commissione del Rettore, l’attuale effige dell’Annunciazione in forma di tronco, opera dello scultore di Ortisei Luigi Santifaller (sulla bella scultura dell’Annunziata e sulla presenza degli artisti altoatesini a Turi troverete un approfondimento sul n. 302 de ‘il paese’, in uscita nei prossimi giorni).

Don Giovanni Amodio, felice per il ritrovato appuntamento di preghiera primaverile e per la buona affluenza di partecipanti, ha officiato il rito in tutte le sue fasi (accompagnato da don Giuseppe Dimaggio) con il pensiero spesso rivolto all’agghiacciante guerra in Ucraina – barbarie disumana e sacrilega come lui stesso l’ha definita durante l’omelia  – in special modo ha rivolto una particolare parola di vicinanza ai bambini vittime innocenti, spaventati dalle bombe e dalle sirene, alle loro madri costrette a fuggire per difendere i loro figli e ai loro papà morti combattendo per la patria. La dedica alla martoriata Nazione dell’est aggredita dai russi è stata concretizzata dall’aggiunta ai tradizionali tre giri di processione dietro l’effige lignea dell’Annuncio di un quarto giro tutto dedicato ai bimbi d’Ucraina, che ha avuto inizio dopo il lancio di palloncini gialli e azzurri.

La benedizione finale dei bimbi, dei loro genitori e padrini/madrine è stata l’occasione per l’Arciprete don Amodio di ricordare tre illustri sacerdoti, definite grandi figure del Novecento turese e suoi punti di riferimento: don Donato Totire, don Vito Ingellis e don Giovanni Cipriani. Tutti i e tre questi grandi uomini di Chiesa hanno contribuito, ognuno a suo modo, alla divulgazione del culto dell’Annunziata nella comunità turese. L’applauso finale partito dalla folla verso la Vergine è stato dedicato un po’ anche a loro.

Giovanni Lerede

Didascalie foto: 1) La processione dell’Annunziata di quest’anno al primo giro (foto G. Lerede); 2) bambini ucraini profughi su un treno per Varsavia; 3) La messa prima della processione davanti alla Chiesetta di San Rocco (foto G. Lerede)

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