Contagi, vaccini e controlli. Il punto con il sindaco Tina Resta

Sindaco, qual è la situazione del Covid-19 a Turi ad oggi (19 gennaio)?

“Proprio ieri (18 gennaio, ndr) abbiamo avuto comunicazione dalla Prefettura di 16 nuovi contagi, altri si sono negativizzati, per un totale di 61 contagiati in corso. Il fenomeno di adesso è il risultato delle feste di fine anno appena trascorse, in quanto si stanno allargando i contagi nei nuclei familiari, questo perché in molti hanno deciso, nonostante i divieti, di pranzare insieme. Tra gli ultimi contagiati ci sono anche 5 minori”.

Per i vaccini come ci si sta organizzando?

“Ho inviato alla ASL una nota, alla luce del fatto che tra questi 61 contagiati ci sono operatori sanitari, residenti a Turi, che lavorano in strutture che non sono sul territorio di Turi. Ho sollecitato l’ASL su ciò che avrebbe già dovuto fare, l’apertura di un presidio territoriale vaccinale dove i vaccini vengono somministrati secondo le priorità previste dalla Regione. Nessuno deve pensare, come si sta facendo sui social, che ci siano corsie preferenziali per vaccinarsi. Le linee regionali prevedono come primo step gli operatori sanitari e gli operatori socio-sanitari, cioè anche chi lavora nell’ambito ospedaliero per altre mansioni: il portinaio, la ditta di pulizia, cioè chi ha contatto con ambienti dove la possibilità di contagio è molto alta rispetto ad una abitazione privata. Non sono quindi solo i medici, gli infermieri e gli OSS. Questo deve essere chiaro”.

Chi è stato già vaccinato?

“A Turi sono stati già vaccinati i medici curanti, i farmacisti, poi ci saranno gli ultraottantenni, le persone con fragilità, le forze dell’ordine, gli operatori scolastici, tutto un susseguirsi fino ad arrivare all’intera collettività. È chiaro che oggi c’è una preoccupazione per le dosi vaccinali disponibili ma questo è un problema di molte regioni. Speriamo che si tenga in considerazione almeno il completamento dell’intervento vaccinale sui soggetti che hanno usufruito della prima dose. Non ci sono corsie preferenziali.

Per i tamponi si era pensato all’apertura di un drive-through anche a Turi…

“Io ho mandato alla direzione generale dell’ASL una richiesta per l’apertura di drive-through per effettuare i tamponi in loco ma dopo una prima disponibilità non ci hanno fatto sapere più niente nonostante ci avessero confermato l’utilizzo del palazzetto dello sport, poi è arrivato il ‘fermi tutti’ non per problemi organizzativi nostri ma loro, noi eravamo prontissimi”.

Per il presidio vaccinale invece cosa ci può dire?

“È naturale che ogni paese deve avere il suo presidio. Il 4 gennaio ho mandato una richiesta chiedendo con sollecitudine l’apertura a Turi di un Centro territoriale SISP per la campagna di somministrazione dei vaccini secondo le disposizioni di legge (aperto il 12 gennaio presso la sede ASL in via Pietro de Donato Gannini, ndr). Secondo i contagi avuti nella RSSA invece di creare allarmismi e di chiedere tamponi per le scuole come hanno fatto altri miei colleghi sindaci, avevo chiesto, in una nota precedente, un presidio sanitario per la rete delle scuole, perché se un alunno risulta positivo non si sa più che fare, che procedure mettere in atto, questo succedeva soprattutto all’inizio dell’anno scolastico ora meno. Ecco perché ho ritenuto che le scuole avessero bisogno di una guida sanitaria a supporto delle famiglie, che, di fronte al contagio, non sanno da dove cominciare”.

I turesi come rispondono alle varie sollecitazioni in questa situazione di preoccupazione generale?

“C’è incertezza, la situazione è ancora piena d’incognite, problemi. È un faticoso tira e molla, ma dobbiamo andare avanti. Faccio degli esempi concreti. Ho avuto segnalazione di molti casi di turesi che aspettavano di essere chiamati per il tampone di controllo ma non è successo, per l’eccessivo lavoro delle strutture e degli operatori, e non potevano tornare al lavoro in quanto il datore di lavoro chiedeva loro una certificazione di negatività al controllo. Di riflesso succede che per dribblare una procedura regolare alcune volte non si fanno le cose come si dovrebbero fare perché c’è il timore di perderci economicamente. Infatti, abbiamo fermato molte persone positive o in isolamento fiduciario che se ne andavano in giro tranquillamente. Quando sui social si dice che l’Amministrazione sta ferma bisogna provare a vivere questa pandemia non solo guardando al lockdown totale di marzo-aprile scorso quando tutti stavamo chiusi in casa ma in tutti i controlli che è necessario fare ora. Infatti, io ho più paura adesso che in quei mesi di chiusura totale. Basta vedere questi giorni: siamo ‘arancioni’ ma tutto è aperto e la gente per mille motivi si muove”.

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