Seduta del Consiglio comunale di Turi nuovamente in streaming come durante il lockdown per l’allarme crescente verso l’epidemia da Covid-19. Il 29 settembre, quindi, tutti davanti allo schermo (ognuno a suo modo) per una sessione che, nonostante il ‘distanziamento sociale’ via web, è risultata piuttosto nervosa soprattutto nell’avvio dopo la comunicazione della dott.ssa Tina Resta in merito ai nuovi incarichi in Giunta e la presa d’atto delle dimissioni del dott. Onofrio Resta da capogruppo consiliare della lista “TuRinasce”. Appena formalizzato l’incarico al nuovo capogruppo Lanfranco Netti e al suo vice Leo Girolamo, le proteste di Paolo Tundo per il metodo ‘autoritario’ utilizzato dal Sindaco nella risoluzione della crisi hanno acceso la discussione politica. Giannalisa Zaccheo ha parlato di “sostituzioni punitive”, riferendosi soprattutto a Teresa De Carolis, di “censura” a danno dei firmatari e ha chiesto al Sindaco di dare risposte alle “denunce politiche gravi e pesanti contenute nella lettera”; il Sindaco ha ricordato ai suoi contestatori che la vicenda della lettera (e delle successive fasi della crisi) non è affatto passata sotto silenzio, anzi è stata oggetto di libere discussioni su siti web e giornali locali dove tutti si sono affrettati a dire la loro.
Poi gli interventi dei firmatari della famosa lettera estiva: l’ex-capogruppo Onofrio Resta l’ha definita “dialettica interna”, ma qualcuno “ha passato la lettera ai giornali” al fine di strumentalizzare quello che voleva essere solo un confronto politico tra le forze di maggioranza. Ma nonostante il dispiacere per la vicenda, il dottor Resta ha assicurato fedeltà alla “Giunta del Sindaco”, alla Maggioranza e al popolo elettore, avvertendo però: “Noi consiglieri della maggioranza come quelli della Minoranza abbiamo il dovere dell’indirizzo e del controllo sugli atti della Giunta. Rispettiamo la volontà del Sindaco, ma saremo vigili sull’operato della nuova Giunta”. L’ex assessore De Carolis ha detto, con una vena di ‘pacata’ polemica, di sentirsi “come un’alunna bocciata”, ricordando che “in politica i numeri sono fondamentali e ognuno di noi porta su di se la responsabilità di chi l’ha votato”; piuttosto sibillino l’intervento dell’ex vicesindaco Topputi: “Non è stata la nostra lettera a portare il Sindaco alle sue decisioni.”
La discussione si è poi spostata su temi, diciamo così, più ‘venali’: spostamenti di somme di Bilancio da un capitolo all’altro per sopravvenuti risparmi, come ha riferito il neo vicesindaco Gigantelli; per il consigliere di minoranza Spinelli, invece, si tratta di variazioni derivanti “dalla solita mancanza di programmazione”.
Il fatto nuovo, però, è che finalmente qualcosa si muove sul fronte del ricalcolo del valore venale delle aree edificabili ai fini dell’IMU. Un tema nato anni fa con l’approvazione definitiva del Piano Urbanistico Generale (PUG) che ha trasformato in aree edificabili ampi settori agricoli, aumentandone di conseguenza il valore immobiliare. All’epoca, tuttavia, molti dei proprietari di quei terreni si sfregarono le mani immaginando ampi guadagni futuri; poi, però, è calata la forte crisi edilizia a Turi, come in tutta Italia, e… ‘addio sogni di gloria’. Fatto il PUG non si è più costruito più un metro quadro, è il già costruito – Tundo ha ricordato “lo scempio edilizio degli anni precedenti il 2014 – è rimasto in gran numero invenduto o venduto sottocosto. Da qui le proteste, la nascita di comitati, i ricorsi, i veleni.
La ‘nuova’ Amministrazione Resta ha deciso di ripartire da qui, delegando al caposettore Urbanistica arch. Giambattista Del Rosso l’arduo compito di sbrogliare la matassa dei ‘contestati’ calcoli stabiliti dal Politecnico di Bari. Il Consiglio ha preso atto delle parole del Tecnico incaricato, approvando la sua Relazione, che tuttavia si dovrà leggere attentamente in tutti i passaggi per comprenderne meglio l’impatto concreto sulla tassazione. In generale, possiamo già dire che Del Rosso, alla luce di nuovi parametri edilizi regionali e nazionali, del crollo delle costruzioni e della crisi del settore edilizio e dell’intera economia nazionale, visti gli indicatori economici che stabiliscono il nuovo valore di immobili e suoli edificabili ha abbassato mediamente del 65% la tassazione sulle aree edificabili del PUG. Grande giubilo da parte di tutti i consiglieri per quello che appare un grande risparmio a partire da questo 2020 già di suo molto complicato sotto tutti i punti di vista. In parecchi, però, a cominciare da Lilli Susca e la Zaccheo, hanno chiesto un ulteriore sforzo per cercare una soluzione per gli anni dal 2014 al 2019 ricchi di contenziosi ancora aperti tra il Comune e i proprietari, chiedendo una contestuale revisione del Piano Urbanistico Generale che – ha detto la Susca – “evidentemente non funziona perché non coerente con la realtà socio-economica turese”. Onofrio Resta ha dato atto all’Amministrazione di “aver finalmente cominciato ad affrontare la situazione”, ricordando che il PUG fu approvato definitivamente durante la sua Amministrazione da tutte le forze presenti in Consiglio ed ebbe l’avallo di un’urbanista di valore come la Barbanente; Angelo Palmisano ha chiesto di rendere Turi più appetibile agli investimenti e all’arrivo di nuova popolazione, aumentando i servizi e il livello generale di vivibilità; il neo assessore Maurizio Coppi ha evidenziato che “la cementificazione è stata anche il frutto della pressione fortissima al costruire di quegli anni… il sindaco Gigantelli è intervenuto con il PUG, poi il mercato è crollato ovunque”, ma si è detto ottimista per il futuro perchè “qualche segnale di ripresa c’è”; l’assessore Gigantelli, infine, ha assicurato che “le minori entrate dell’IMU dei suoli edificabili non creeranno nessun disequilibrio nei conti del Comune”.
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