Una ricorrenza storica sorvolata dalla cronaca, impegnata in ben altre notizie più attuali e preoccupanti, ma della quale vogliamo comunque fare menzione. 150 anni fa avvenne la presa di Roma e il compimento dell’epopea risorgimentale.
All’alba del 20 settembre 1870, i soldati pontifici nulla poterono contro l’assedio dei reggimenti di bersaglieri e fanti italiani guidati da Cadorna. Dopo aver cannoneggiato le mura presso Porta Pia, l’esercito italiano aprì una breccia ed i difensori opposero pochissima resistenza: il dominio temporale dei Papi terminava dopo più di mille anni. Ciò che sembrava un miraggio solo pochi anni prima si compì, Roma era presa grazie, soprattutto, alla contemporaneità della Guerra franco-prussiana e alla battaglia di Sedan che cambiò gli equilibri politico-diplomatici europei. La grave sconfitta della Francia di Napoleone III, maggiore protettore del dominio papale su Roma, patita contro la Prussia di Bismarck fece venire meno la protezione francese e a Pio IX non rimase altro che rifugiarsi in Vaticano e dichiararsi prigioniero politico. L’Italia trovò così la sua capitale naturale ma esplose quella che venne definita la “questione romana” risolta solo molti anni dopo.
A ricordo di questo importante evento, nel 150° anniversario della sua ricorrenza, la Sezione dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Turi, dedicata ad Alessandro Pedrizzi, capitano nelle guerre risorgimentali, il 20 settembre ha collocato una corona floreale sulla targa che contraddistingue il corso principale del nostro paese, via XX Settembre appunto, nonché il luogo in cui è ubicata la locale sezione dell’ANB.
PORTA PIA FOTORITOCCATA, 20 SETTEMBRE 1870
Rapida, breve e appena appena pericolosa fu la cosiddetta ‘breccia di Porta Pia’. Non certamente epica come vuole una certa apologia risorgimentale. Debole e scarsa la resistenza dei soldati del Papa: 50 mila soldati sabaudi, attrezzati con artiglieria pesante – da produrre ampi varchi nelle mura – contro uno sparuto esercito pontificio che contava in totale circa 10/15 mila uomini. Nelle foto di quell’azione, già in giro il giorno dopo (la fotografia sta prendendo piede giusto da qualche decennio), si vedono bersaglieri e soldati ritratti mentre sparano o sono distesi per terra morti in numero cospicuo. Erano, in sostanza, delle pose create apposta (ad azione terminata) o dei clamorosi falsi: una sorta di fotoritocco dell’epoca, fatto con strumenti artigianali e grossolani, voluti dalla propaganda piemontese. Tanto per dire di certe notizie della Storia, senza niente togliere a un episodio di svolta della nostra storia unitaria come è stata la presa di Roma. [VEDI “Voce di Focus Storia” con Antonello Folco Biagini, rettore dell’Università degli studi di Roma Unitelma Sapienza e docente emerito di Storia dell’Europa Orientale della Sapienza].
RAFFAELE VALENTINI