
Nonostante tutto è Festa! Di sicuro c’è mestizia, c’è tristezza per ciò che c’è sempre stato e ora ci manca, ma qualche segno di festa c’è pure. Stamattina rumori di fuochi dopo la Messa alla Grotta, poi suoni di banda e una piccola ‘processione’ improvvisata. Alcuni bambini hanno scritto al Sindaco chiedendo il permesso di portare un Sant’Oronzo in miniatura in processione lungo lo ‘stradone’. Tina Resta, che con i bambini ha lavorato per una vita, non ha pensato minimante di negare questa innocente gioia: ha chiesto aiuto alla Protezione Civile e un piccolo corteo si è mosso portando a spalla una basetta, una piccola statuetta e un cofanetto con la ‘reliquia’ a simulare la ‘processione di gala’ che in tempo di epidemia non può esserci. I bambini sono stati accolti dal Sindaco e dall’Arciprete don Giovanni Amodio sotto il Municipio, applauditi simpaticamente dalla gente presente. La Banda dell’Oratorio ha suonato marcette tradizionali. Insomma, un po’ di festa nonostante lo spaesamento per ciò che succede. Poi un omaggio ai Caduti e la Messa in Chiesa Madre, ma non il tradizionale ‘Pontificale’ che quest’anno sarà celebrato in serata all’ombra del Carro dal Vescovo Mons. Favale. È probabile, anche se non è scritto sul manifesto, che alla fine della Messa l’effige di Sant’Oronzo ‘a figura intera’ torni in chiesa e ‘il busto’ salga sul Carro come sempre, anche se non si muoverà dalla sua postazione e non ci sarà il festante corteo dalla Grotta alla Piazza.

È una festa di sentimenti più che di sfarzo, più interiore. Lo ha ricordato don Giovanni Amodio nell’omelia della Messa che nel piazzale davanti al Cimitero dedicato al Santo ha terminato l’Undena 2020, itinerante lungo le periferie più estreme del paese. Un rito antichissimo e molto partecipato. Don Giovanni ha sottolineato davanti ad un piazzale affollatissimo ma in ordine – tutti seduti e con la mascherina – che dal Giubileo in poi la percezione della festa è cambiata: c’è più sentimento religioso e meno folklore. Don Giovanni ha avuto un pensiero per tutte le vittime del coronavirus, – in prima fila erano presenti i genitori di Maurizio Pinto – ha ricordato i giorni tristi delle strade e delle chiese vuote, la difficoltà delle scelte e la protezione del Santo Patrono che non manca mai. “Sant’Oronzo ama Turi perché qui è la sua casa”, ha detto l’Arciprete indicando la Grotta e il Reliquiario posto sull’altare della Messa.

Anche il Sindaco Tina Resta ha voluto dire parole importanti cariche di emozione per non dimenticare, per ringraziare e per invitare i turesi a stare attenti perché il pericolo non è affatto passato. A rendere ancora più struggenti le parole del Sindaco, in un silenzio assoluto, è stato l’omaggio musicale in ricordo delle vittime del Covid-19 che ha accompagnato tutto il discorso: due brani di Ennio Morricone – da “C’era una volta in America” e “C’era una volta il West” eseguite al pianoforte da Margherita Dipierro e alla tromba da Renato De Bellis.
Al termine dell’Undena, dopo la benedizione, il Reliquiario di Sant’Oronzo per la prima volta è stato portato giù nella Grotta.
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